rongiu
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venerdì 9 marzo 2012
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generazione scifi.
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Può una persona essere regista, sceneggiatore, produttore e via di seguito? E se questo accade, qual è il risultato che ci si deve attendere? Si che può; è la mia risposta alla prima domanda; ed i diversi ruoli, se ben armonizzati devono consegnare un risultato ottimo. Il motivo di queste affermazioni risiede semplicemente nel fatto che uno sceneggiatore, si parte sempre da una sceneggiatura, se ricopre anche il ruolo di regista, significa che di quella sceneggiatura, di quel film, ne ha una visione ampia, completa, spettroscopica, proprio per la natura intrinseca dei ruoli ricoperti. Il più piccolo dettaglio è stato pensato,valutato, rivalutato, scandagliato.
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Può una persona essere regista, sceneggiatore, produttore e via di seguito? E se questo accade, qual è il risultato che ci si deve attendere? Si che può; è la mia risposta alla prima domanda; ed i diversi ruoli, se ben armonizzati devono consegnare un risultato ottimo. Il motivo di queste affermazioni risiede semplicemente nel fatto che uno sceneggiatore, si parte sempre da una sceneggiatura, se ricopre anche il ruolo di regista, significa che di quella sceneggiatura, di quel film, ne ha una visione ampia, completa, spettroscopica, proprio per la natura intrinseca dei ruoli ricoperti. Il più piccolo dettaglio è stato pensato,valutato, rivalutato, scandagliato.
Il film propostoci ieri sera dai fratelli Antonio e Marco Manetti, manca, così mi par di capire di luce propria; intesa questa come capacità di attrarre a sé il più potente dei telescopi \ l’attenzione degli spettatori /. L’attenzione è lo specchio che consente di catturare anche la più piccola particella di luce prodotta dalla sorgente. E ritengo falsa l’affermazione fatta da qualcuno, che i cinefili italiani sono poco attenti al genere scifi, specie se nostrano, prodotto in casa. Tutt’altro, è proprio l’attenta analisi di questi ultimi, che consente, attraverso ipotesi e/o speculazioni di migliorarci.
Non mi sono sentito coinvolto dalla storia, ciò non significa che il lavoro dei fratelli Manetti sia tutto da buttare e poi, questo è solo il mio personalissimo giudizio. La rabbia è dovuta anche al fatto che proprio non riusciamo ad entrare in una top ten per questo genere.
“Il cinema è l’arte perversa per eccellenza: non ti dà quello che desideri, ma ti dice come desiderare”. E se è vero come è vero che i due registi si rifanno all’universo Hitchcock mi piacerebbe conoscere il parere, certamente non vincolante, di Slavoj Zizek?
Luckiness!
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[+] niente punto interrrogativo.
(di rongiu)
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viaggiatore77
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venerdì 9 marzo 2012
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la fantascienza che non ha nulla da invidiare
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Visto in anteprima alla 68a mostra del cinema di Venezia questo film ha saputo stupire; pur non dovendo ricorrere a chissà quali effetti speciali da assuefazione, l'atmosfera fantascientifica è ben resa. Sebbene a tratti siano un pò grotteschi, i protagonisti caratterizzano bene i propri ruoli; Francesca Cuttica è semplicemente straordinaria, con un'interpretazione che non si lascia scalfire neppure dalle difficoltà che possono scaturire dal doversi esprimere in giapponese. Il finale è sferzante e un pò spiazzante, ma pensadoci bene lo scopo del film non sta nel finale bensì in tutto l'interrogatorio che lo precede. Anche se le interpretazioni già da sole danno merito al film, è bene vederlo quando si è predisposti a qualcosa che è convenzionale solo all'apparenza, non va guardato tanto per guardare.
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Visto in anteprima alla 68a mostra del cinema di Venezia questo film ha saputo stupire; pur non dovendo ricorrere a chissà quali effetti speciali da assuefazione, l'atmosfera fantascientifica è ben resa. Sebbene a tratti siano un pò grotteschi, i protagonisti caratterizzano bene i propri ruoli; Francesca Cuttica è semplicemente straordinaria, con un'interpretazione che non si lascia scalfire neppure dalle difficoltà che possono scaturire dal doversi esprimere in giapponese. Il finale è sferzante e un pò spiazzante, ma pensadoci bene lo scopo del film non sta nel finale bensì in tutto l'interrogatorio che lo precede. Anche se le interpretazioni già da sole danno merito al film, è bene vederlo quando si è predisposti a qualcosa che è convenzionale solo all'apparenza, non va guardato tanto per guardare.
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[+] capita la lingua?
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wildfire
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lunedì 12 marzo 2012
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alieni su roma
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Credo che in questo piccolo e convincente film ci sia tutto il cinema dei Manetti con i loro pregi e difetti; ci sono personaggi caratterizzati con tratti molto marcati tipici del cinema di genere, ci sono atmosfere dark con un pizzico d'ironia, ambientazioni off-romane a volte un po' troppo caserecce; poi scarsa attenzione per i dettagli e molta immediatezza con la macchina da presa. Posto che parliamo quindi di registi con uno stile preciso e fedeli nel tempo ad una visione di cinema indipendente e personale (almeno in Italia ) ritengo che con L'Arrivo di Wang i due abbiano offerto il massimo del loro repertorio, deliziando chi li ama e indispettendo per l'ennesima volta chi non li stima.
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Credo che in questo piccolo e convincente film ci sia tutto il cinema dei Manetti con i loro pregi e difetti; ci sono personaggi caratterizzati con tratti molto marcati tipici del cinema di genere, ci sono atmosfere dark con un pizzico d'ironia, ambientazioni off-romane a volte un po' troppo caserecce; poi scarsa attenzione per i dettagli e molta immediatezza con la macchina da presa. Posto che parliamo quindi di registi con uno stile preciso e fedeli nel tempo ad una visione di cinema indipendente e personale (almeno in Italia ) ritengo che con L'Arrivo di Wang i due abbiano offerto il massimo del loro repertorio, deliziando chi li ama e indispettendo per l'ennesima volta chi non li stima. Il film nasce da un idea molto originale e ricca di possibili spunti che non vengono tuttavia tutti sfruttati, mantenendo il film su una dualismo tra i due protagonisti che alla fine un po' stanca. Ad ogni modo la tensione c'è e cresce fino al finale che è di quelli che molti di noi avrebbero voluto vedere in alcuni film sci-fi hollywoodiani.
Discorso a parte meritano gli effetti speciali che occupano una parte importante del film e che a parte la scena conclusiva (sembra fatta di fretta...mah!) sono di indubbio livello con punte di eccellenza. Penso che per il panorama del cinema italiano costituiscano un autentico miracolo e mi auguro che non rimangano un episodio isolato e senza seguito. In conclusione quindi giudizio più che buono. Bravi tutti
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giuliacanova
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venerdì 9 marzo 2012
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chi è l'alieno?
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Ho trovato suggestivo l'incipit di respiro teatrale. La storia del film è surreale e sorprendemente spiazzante, semina indizi per una lettura prima noir, poi psicologica, per poi virare nel finale nella pura fantascienza. La tagliente fotografia è funzionale alla sceneggiatura. Insolitamente coraggioso per essere un film italiano. Alcuni limiti però ci sono, per esempio nei personaggi di contorno, e anche nella figura dell'alieno a cui avrei dato un peso di maggior spessore nel cotradditorio con Fantastichini che regge quasi tutto il film sulla sua recitazione. Forse la regia risulta un pò "stemperata", più incisività e personalità nella direzione avrebbe giovato al film dando più autorevolezza alle licenze di genere.
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Ho trovato suggestivo l'incipit di respiro teatrale. La storia del film è surreale e sorprendemente spiazzante, semina indizi per una lettura prima noir, poi psicologica, per poi virare nel finale nella pura fantascienza. La tagliente fotografia è funzionale alla sceneggiatura. Insolitamente coraggioso per essere un film italiano. Alcuni limiti però ci sono, per esempio nei personaggi di contorno, e anche nella figura dell'alieno a cui avrei dato un peso di maggior spessore nel cotradditorio con Fantastichini che regge quasi tutto il film sulla sua recitazione. Forse la regia risulta un pò "stemperata", più incisività e personalità nella direzione avrebbe giovato al film dando più autorevolezza alle licenze di genere. Tuttavia a me il film non è dispiaciuto affatto e va premiato il tentativo degli autori di staccarsi dalle sceneggiature troppo ripetitive di molte delle ultime pellicole italiane.
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tillo
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lunedì 28 gennaio 2013
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buon prodotto.
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Mi è piaciuto.
Abbastanza scorrevole, i primi tre quarti d'ora vanno via veloci; ogni dettaglio è molto curato ( ad esempio, l'appartamento di Gaia, uno dei pochi ambienti, fa intuire una sistemazione ancora in divenire ); incuriosisce la totale segretezza del colloquio, chi bisogna interrogare? Quanto può essere pericoloso? Durante la primissima fase dell'interrogatorio molti penseranno al cinese come ad un uomo dai loschi traffici internazionali , sino a quando la luce, finalmente diffusa nella stanza, scopre che non è proprio un uomo impelagato in chissà quali loschi traffici internazionali.
Incredibile la "dolcezza" delle risposte di Mister Wang, che ci rende quasi antipatico Curti/Fantaschini nel modo di condurre l'interrogatorio e trattarlo con assoluta diffidenza ( ed io, ma dai, fidati cavolo ).
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Mi è piaciuto.
Abbastanza scorrevole, i primi tre quarti d'ora vanno via veloci; ogni dettaglio è molto curato ( ad esempio, l'appartamento di Gaia, uno dei pochi ambienti, fa intuire una sistemazione ancora in divenire ); incuriosisce la totale segretezza del colloquio, chi bisogna interrogare? Quanto può essere pericoloso? Durante la primissima fase dell'interrogatorio molti penseranno al cinese come ad un uomo dai loschi traffici internazionali , sino a quando la luce, finalmente diffusa nella stanza, scopre che non è proprio un uomo impelagato in chissà quali loschi traffici internazionali.
Incredibile la "dolcezza" delle risposte di Mister Wang, che ci rende quasi antipatico Curti/Fantaschini nel modo di condurre l'interrogatorio e trattarlo con assoluta diffidenza ( ed io, ma dai, fidati cavolo ). E chissà quanti, poi, come me, hanno spalancato la bocca davanti allo scenario fantascientifico dell'invasione ( merda, aveva ragione Curti... ).
Non te l'aspetti, stai ancora pensando a come i due riusciranno a cavarsela nelle strade di Roma, che capisci che non c'è più nulla da fare, non c'è scampo, di quanto ti senti stupido ad aver creduto a Mister Wang, a quella sua dolcezza, ad averlo aiutato.
Così come nella vita, ogni tanto ci capita di assecondare qualcuno che invece ci tradirà e di andare contro chi invece vede più in là del "nostro" naso.
Ecco, io mi sarei fidato...
Si, mi è piaciuto...
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emanuelemarchetto
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sabato 18 marzo 2017
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fantascienza a basso costo made in italy
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L'arrivo di Wang (2011) scritto, prodotto e diretto dai Manetti Bros. (Antonio e Marco Manetti).
L'interprete di cinese Gaia viene assunta d'urgenza per un lavoro a Roma in un luogo sotterraneo e nascosto da un uomo misterioso: Curti. Giunta sul posto viene condotta in una stanza buia per tradurre le parole di un individuo chiamato Wang che parla esclusivamente cinese. Dopo le prime domande la stranezza della conversazione e l'oscurità la rendono nervosa; insiste quindi di accendere la luce e dopo qualche resistenza Curti accetta.
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L'arrivo di Wang (2011) scritto, prodotto e diretto dai Manetti Bros. (Antonio e Marco Manetti).
L'interprete di cinese Gaia viene assunta d'urgenza per un lavoro a Roma in un luogo sotterraneo e nascosto da un uomo misterioso: Curti. Giunta sul posto viene condotta in una stanza buia per tradurre le parole di un individuo chiamato Wang che parla esclusivamente cinese. Dopo le prime domande la stranezza della conversazione e l'oscurità la rendono nervosa; insiste quindi di accendere la luce e dopo qualche resistenza Curti accetta. Accese le luci si accorge che il misterioso individuo che parla cinese è in realtà un alieno.
Fantascienza a basso costo Made in Italy. Un prodotto raro per il panorama cinematografico del nostro paese. Il film si basa su due colpi di scena: il primo già rivelato dalla trama e abbastanza prevedibile; il secondo nel finale, che da uno schiaffo morale al buonismo dello spettatore. I registi ambientano quasi tutto il film in una sola stanza; inizialmente è buia ed i personaggi si interfacciano solo con una voce. La zona d'ombra potrebbe rappresentare l'inquietudine che proviamo verso quello che non conosciamo, il nostro rapporto col diverso; ma quando la luce si accende, questa distanza viene ulteriormente amplificata.
L'aspetto più interessante del film è sicuramente l'aspetto politico e sociale: il film denuncia la violenza della polizia ed il pregiudizio contro il diverso. L'alieno parla cinese perché è la lingua più parlata sul nostro pianeta, ma atterra a Roma, in Italia, dove il pregiudizio per gli stranieri è ancora forte.
Numerosi i premi: "È stato premiato al festival Science Plus Fiction di Trieste nel novembre 2011 e selezionato al FrightFest Glasgow 2012. Il film è stato inoltre candidato al premio Méliès d'oro 2012. La Palantir Digital Media è stata candidata al Premio David di Donatello 2012 per gli effetti visivi e ha vinto il premio Santa Marinella Film Festival 2012 e il Best Visual Effects al Trani Film Festival 2012. Il film ha vinto inoltre il Premio UK - Italy Creative Industries Award – Best Innovative Budget, un premio collaterale della 68ª Mostra internazionale d'arte cinematografica di Venezia" (Wikipedia).
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giovedì 18 febbraio 2021
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gaia, curti e wang...
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I Manetti Bros. abbandonano per un attimo Bologna e l'ispettore Coliandro e ci regalano un divertente breve film molto particolare. Si tratta di fantascienza un po' annacquata, condita con un po' di thriller, molta suspence e una notevole dose di claustrofobia. Gaia è una traduttrice e viene ingaggiata da Curti per la traduzione-simultanea con una persona che parla solo il cinese-mandarino. C'è molta tensione e tutto deve venire fatto in fretta: Gaia viene bendata durante il viaggio per non ricordarsi il tragitto. Il luogo è segreto: poi si trova in una stanza oscurata insieme a Curti e al misterioso personaggio e comincia a tradurre. Ma dopo un po' in lei subentra un forte disagio: Curti è molto determinato e durissimo con l'interrogato, lei non se la sente di continuare al buio.
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I Manetti Bros. abbandonano per un attimo Bologna e l'ispettore Coliandro e ci regalano un divertente breve film molto particolare. Si tratta di fantascienza un po' annacquata, condita con un po' di thriller, molta suspence e una notevole dose di claustrofobia. Gaia è una traduttrice e viene ingaggiata da Curti per la traduzione-simultanea con una persona che parla solo il cinese-mandarino. C'è molta tensione e tutto deve venire fatto in fretta: Gaia viene bendata durante il viaggio per non ricordarsi il tragitto. Il luogo è segreto: poi si trova in una stanza oscurata insieme a Curti e al misterioso personaggio e comincia a tradurre. Ma dopo un po' in lei subentra un forte disagio: Curti è molto determinato e durissimo con l'interrogato, lei non se la sente di continuare al buio. Gaia e Curti escono a bere un caffè e decidono di continuare l'interrogatorio a luce accesa. Gaia quando vede Wang ha un fremito di terrore e vuole scappare, poi si tranquillizza: infatti ha notato una cosa. Pur se mostruoso, Wang ha lo sguardo tenero, di quegli sguardi che generano simpatia e di fatto, da quel momento, diventa "dallla sua parte". Curti se ne accorge ed è seccato. Infatti ora capisce che Gaia non è più imparziale ma tende ad aiutare Wang. Le stesse domande e le stesse risposte. Curti si altera e comincia a perdere la pazienza, ma l'interrogatorio continua con Curti che intima: "Signorina, lei è qua per tradurre e si limiti a questo, non vada oltre!". Ad un certo punto Curti fa entrare Falco, un agente specializzato in torture per fare parlare Wang, visto che le sue risposte non lo convincono. Gaia disapprova e c'è un acceso scontro verbale con Curti. Ma Wang viene lo stesso torturato. Gaia allora cerca di aiutarlo e lo fa bere, solo un po' d'acqua, e Wang si rimette in sesto. Poi gli dice anche che Amnesty International potrebbe aiutarlo in questa difficile situazione... Ad un certo punto Curti esce e Gaia approffitta di un momento di concitazione per liberare Wang, che appena libero mette in funzione il misterioso aggeggio in suo possesso dicendo a Gaia: "Sei proprio una cretina!". Infatti Wang, come d'altronde Curti ha sempre ritenuto, è qua sulla Terra per scopi malvagi e non semplicemente per "scoprire e dialogare con un altro pianeta abitato". Le astronavi aliene che distruggono la Terra viste in TV sono molto esplicite e Gaia in un attimo sprofonda nel baratro, sapendo di avere fatto il peggio che poteva ad aiutare Wang. Ennio Fantastichini è bravo in un ruolo a lui congeniale, cioè fare il duro essendo antipatico e scortese. Francesca Cuttica regge bene la parte ma il vero eroe è senza dubbio lui, Wang, il mite e orrendo alieno che riesce a impietosire Gaia pur essendo perfido e malvagio. - di "Joss" -
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ariablu
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venerdì 9 marzo 2012
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poteva essere un ottimo cortometraggio
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La traduttrice Gaia, il misterioso Wang e l'inquisitore Ennio Fantastichini sono attorno ad un tavolo intenti, ciascuno nel suo ruolo, a dare (o non dare) risposta alla domanda chi è Wang?
Chi è l'altro da me? Chi è colui che, così diverso, non posso dire se sia venuto in pace oppure no?
Il film è un lungo interrogatorio (forse troppo lungo...) con un colpo di coda finale in cui molte cose saranno rivelate e lo scenario si mostrerà molto più complesso di quanto immaginato nella claustrofobica stanzetta dell'interrogatorio.
Una buona idea, i primi 45 minuti passano veloci e ci si incuriosisce davanti al gioco delle parti dei tre protagonisti.
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La traduttrice Gaia, il misterioso Wang e l'inquisitore Ennio Fantastichini sono attorno ad un tavolo intenti, ciascuno nel suo ruolo, a dare (o non dare) risposta alla domanda chi è Wang?
Chi è l'altro da me? Chi è colui che, così diverso, non posso dire se sia venuto in pace oppure no?
Il film è un lungo interrogatorio (forse troppo lungo...) con un colpo di coda finale in cui molte cose saranno rivelate e lo scenario si mostrerà molto più complesso di quanto immaginato nella claustrofobica stanzetta dell'interrogatorio.
Una buona idea, i primi 45 minuti passano veloci e ci si incuriosisce davanti al gioco delle parti dei tre protagonisti. L'umorismo sconfina con la serietà delle domande in gioco, Francesca Cuttica, interprete della traduttrice è brava e naturale. Ennio Fantastichini più maschera che personaggio, Wang delizioso e ben pensato.
Poi la sceneggiatura arranca, le idee cominciano a mancare e prevale la noia.
Il colpo di scena finale non salva un film perso in lungaggini.
Peccato, come cortometraggio aveva chances notevoli!
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