laulilla
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venerdì 2 aprile 2010
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una star sul viale del tramonto
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Bad Blake, un tempo affermato autore e cantante di musica "country", ora è sulle soglie della vecchiaia, a corto di quattrini e in condizioni di salute piuttosto precarie. La spietatezza dello "Star System" sforna a getto continuo nuovi cantanti, come Tony, che sono disposti a usarlo ancora come trampolino di lancio per le loro esibizioni, ma non a lasciargli la scena, quali che fossero stati i suoi precedenti meriti. Il pubblico per il quale Bad canta è quello piuttosto anziano del New Mexico, del Texas, dei grandi spazi per lo più desertici, intervallati dalle squallide oasi dei motel, dei bar ospitati da capannoni a ridosso delle pompe di benzina. In parte per consolarsi della tristezza del presente, in parte per abitudine inveterata, in parte per dimenticare i suoi fallimentari trascorsi matrimoniali, Bad consuma super alcoolici e sigarette, ma anche talvolta "erba", in quantità impressionanti, con immaginabili conseguenze sul suo fegato, sui suoi polmoni e sul suo cuore.
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Bad Blake, un tempo affermato autore e cantante di musica "country", ora è sulle soglie della vecchiaia, a corto di quattrini e in condizioni di salute piuttosto precarie. La spietatezza dello "Star System" sforna a getto continuo nuovi cantanti, come Tony, che sono disposti a usarlo ancora come trampolino di lancio per le loro esibizioni, ma non a lasciargli la scena, quali che fossero stati i suoi precedenti meriti. Il pubblico per il quale Bad canta è quello piuttosto anziano del New Mexico, del Texas, dei grandi spazi per lo più desertici, intervallati dalle squallide oasi dei motel, dei bar ospitati da capannoni a ridosso delle pompe di benzina. In parte per consolarsi della tristezza del presente, in parte per abitudine inveterata, in parte per dimenticare i suoi fallimentari trascorsi matrimoniali, Bad consuma super alcoolici e sigarette, ma anche talvolta "erba", in quantità impressionanti, con immaginabili conseguenze sul suo fegato, sui suoi polmoni e sul suo cuore. Una giovane giornalista, Jean, conosciuta durante un'intervista, suscita in lui una tardiva passione amorosa, mentre il bimbo di lei sembra far riaffiorare nel suo cuore quella voglia di paternità, un tempo tanto lontana da avergli fatto abbandonare senza rimorsi il figlio di pochi anni. La sua vita alla deriva gli impedirà di costruire un saldo legame con Jean, che pure continua ad amarlo, ma sarà proprio la ferma decisione della donna a fargli prendere coscienza che è arrivato il momento di cambiare.
Il film propone dunque una serie di temi che non costituiscono una novità né nel cinema, né nella cultura americana: la sregolatezza dell'artista, l'alcool come risposta, la vita on the road negli scenari fascinosi e inquietanti del West americano. Jeff Bridges, tuttavia, nella parte di Bad, riesce a far diventare, con la sua splendida interpretazione, interessante questo film, certamente non nuovo: tanto è giusta e perfetta la sua maschera d'attore che riesce a imprimere verità ad un personaggio che diversamente sarebbe stato un po' troppo visto. Bellissime le canzoni, che forse avrebbero richiesto un po' di sottotitoli in italiano, ma qui si dovrebbe porre contestualmente, il problema del doppiaggio (e perciò anche della traduzione) davvero poco "country".
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enrico omodeo salè
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sabato 25 settembre 2010
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un cuore matto
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Crazy heart - un cuore matto tradurrebbe Little Tony – è un film di Scott Cooper, magistralmente interpretato da Jeff “drugo” Bridges, vincitore (finalmente) dell’Oscar 2010 per il migliore attore. Racconta la storia di Bad Blake, cantautore country sul viale del tramonto, alle prese con lunghi viaggi tra il Texas e il New Mexico per esibirsi sbronzo in bowling e taverne di serie B. Il vero problema di Bad è l’abuso di alcol, che non gli permette da molti anni di trovare ispirazione creativa per incidere un nuovo album, come gli suggerisce il manager.
Bad nonostante il nome ha un cuore tenero e riuscirà a ritrovare la retta via, grazie all’aiuto del suo discepolo Tommy Sweet (Colin Farrel) ma soprattutto della giornalista interpretata da Maggie Gyllenhall, con cui Bad sciuperà una straordinaria storia d’amore a causa dei suoi annebbiamenti da alcol.
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Crazy heart - un cuore matto tradurrebbe Little Tony – è un film di Scott Cooper, magistralmente interpretato da Jeff “drugo” Bridges, vincitore (finalmente) dell’Oscar 2010 per il migliore attore. Racconta la storia di Bad Blake, cantautore country sul viale del tramonto, alle prese con lunghi viaggi tra il Texas e il New Mexico per esibirsi sbronzo in bowling e taverne di serie B. Il vero problema di Bad è l’abuso di alcol, che non gli permette da molti anni di trovare ispirazione creativa per incidere un nuovo album, come gli suggerisce il manager.
Bad nonostante il nome ha un cuore tenero e riuscirà a ritrovare la retta via, grazie all’aiuto del suo discepolo Tommy Sweet (Colin Farrel) ma soprattutto della giornalista interpretata da Maggie Gyllenhall, con cui Bad sciuperà una straordinaria storia d’amore a causa dei suoi annebbiamenti da alcol.
Una storia tutto sommato non nuovissima, ma raccontata con una semplicità appassionante e uno sguardo profondo come i panorami infiniti dell’America del Sud.
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spike
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martedì 27 luglio 2010
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bello
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Gran film: attori superlativi, uno su tutti Jeff Bridges, buona regia e sceneggiatura, ottima la colonna sonora. Riprende atmosfere e temi di 'The Wrestler' (il tempo che passa anche per i campioni e le star della musica) facendo un dittico imperdibile. Si respira aria di profonda America, il country la fa da padrone trasportandoci nei territori tex-mex statunitensi. Nel personaggio di Bridges, Bad Blake, ho visto alcune sfumature da Big Lebowsky che lo rendono già mito. Uno dei migliori film dell'anno, fortunatamente recuperato in una rassegna estiva, che ridà animo allo spettatore deluso da un'estate cinematografica fiacca. Consigliato
PS: l'unica cosa discutibile è la superficialità con cui è trattato il rapporto tra Bad Blake e la giornalista: avviene tutto troppo velocemente.
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Gran film: attori superlativi, uno su tutti Jeff Bridges, buona regia e sceneggiatura, ottima la colonna sonora. Riprende atmosfere e temi di 'The Wrestler' (il tempo che passa anche per i campioni e le star della musica) facendo un dittico imperdibile. Si respira aria di profonda America, il country la fa da padrone trasportandoci nei territori tex-mex statunitensi. Nel personaggio di Bridges, Bad Blake, ho visto alcune sfumature da Big Lebowsky che lo rendono già mito. Uno dei migliori film dell'anno, fortunatamente recuperato in una rassegna estiva, che ridà animo allo spettatore deluso da un'estate cinematografica fiacca. Consigliato
PS: l'unica cosa discutibile è la superficialità con cui è trattato il rapporto tra Bad Blake e la giornalista: avviene tutto troppo velocemente.
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fabrizio cirnigliaro
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martedì 30 novembre 2010
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quelli che poi muoiono presto
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La storia di Crazy heart forse non è delle più originali, ma nel complesso il film è recitato benissimo, una colonna sonora fatta di canzoni bellissime e una fotografia che toglie il fiato. Bad Blake percorre per suonare centinaia di chilometri al giorno, esibendosi ogni sera in una città diversa, ma riprende a scrivere canzoni solo abbandonando la strada, nel momento in cui suo malgrado è costretto a fermarsi (a causa di un incidente automobilistico ndr). La vera ispirazione poi arriva quando riesce a mettere da parte la bottiglia di Bourbon per ritornare ad abbracciare la chitarra e a suonare con il cuore
Si affeziona subito a Buddy, che ha 4 anni, la stessa età che aveva suo figlio quando lui l'ha abbandonato, cercando di creare con lui il rapporto che non ha mai avuto con suo figlio.
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La storia di Crazy heart forse non è delle più originali, ma nel complesso il film è recitato benissimo, una colonna sonora fatta di canzoni bellissime e una fotografia che toglie il fiato. Bad Blake percorre per suonare centinaia di chilometri al giorno, esibendosi ogni sera in una città diversa, ma riprende a scrivere canzoni solo abbandonando la strada, nel momento in cui suo malgrado è costretto a fermarsi (a causa di un incidente automobilistico ndr). La vera ispirazione poi arriva quando riesce a mettere da parte la bottiglia di Bourbon per ritornare ad abbracciare la chitarra e a suonare con il cuore
Si affeziona subito a Buddy, che ha 4 anni, la stessa età che aveva suo figlio quando lui l'ha abbandonato, cercando di creare con lui il rapporto che non ha mai avuto con suo figlio. Solo che Bad non è più un ragazzo, il peso dell'età, e dei litri di alcolici bevuti in tanti anni, sono un ostacolo troppo grande con un bimbo cosi vivace, lo capirà a proprie spese, il prezzo che dovrà pagare per quest'errore di valutazione sarà altissimo.
Molti registi per portare sullo schermo una storia di redenzione, di rivalsa, di espiazione spesso si sono affidati a pugili/lottatori o musicisti maledetti
Alcune storie sono vere, altre racconti di finzione. Basta ricordare Hurricane, Great Balls of fire, Cinderella Man, Walk the Line, The Wrestler
Proprio con la pellicola diretta da Aronofsky Crazy Heart ha molti punti in comune. L'età dei protagonisti, i palcoscenici di secondo ordine dove sono costretti ad esibirsi, i tentativi di recuperare un rapporto con dei figli abbandonati in giovane età. Sono “quelli che poi muoiono presto”, personaggi che possono apparire come eroi per gli spettatori ma la cui condotta quotidiana spesso trasforma in incubo la vita delle persone che li circondano: genitori, figli, mogli.
Perchè la vita non è un film o una canzone, non puoi riavvolgere il nastro e provare a ripartire come se niente importa, perché non è vero che siamo solo noi.
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(di francesco2)
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filippo catani
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mercoledì 20 luglio 2011
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un country malinconico
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Un musicista country è ormai sul viale del tramonto dopo una carriera costellata di successi e una vita privata a dir poco dannata tra alcool, droghe e divorzi a ripetizione. Ormai ridotto a trascinarsi tra i locali dei paesini, la vita pare offrirgli un'ultima chance con una giovane giornalista divorziata.
Il film non è niente male e seppur sviluppi un tema già visto (l'ex di successo sul viale del tramonto) lp fa in maniera assolutamente originale. Merito di uno strepitoso Jeff Bridge che, dopo un periodo passato più o meno nel dimenticatoio, riesce a piazzare una interpretazione niente male. E poi c'è una bellissima e malinconica colonna sonora che ci accompagna lungo tutto il corso del film e che è stata giustamente premiata con l'Oscar.
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Un musicista country è ormai sul viale del tramonto dopo una carriera costellata di successi e una vita privata a dir poco dannata tra alcool, droghe e divorzi a ripetizione. Ormai ridotto a trascinarsi tra i locali dei paesini, la vita pare offrirgli un'ultima chance con una giovane giornalista divorziata.
Il film non è niente male e seppur sviluppi un tema già visto (l'ex di successo sul viale del tramonto) lp fa in maniera assolutamente originale. Merito di uno strepitoso Jeff Bridge che, dopo un periodo passato più o meno nel dimenticatoio, riesce a piazzare una interpretazione niente male. E poi c'è una bellissima e malinconica colonna sonora che ci accompagna lungo tutto il corso del film e che è stata giustamente premiata con l'Oscar. Il musicista Blake cercherà disperatamente di risollevarsi dal baratro nel quale lui stesso si è collocato ma purtroppo come si suol dire la strada per l'inferno è lastricata di buone intenzioni.
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ultimoboyscout
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domenica 16 gennaio 2011
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il cowboy dell'amore.
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Soprendente pellicola on the road, dalle atmosfere country, intenso e non so perchè così sottovalutato. Come è intensa, profonda, magistrale e sublime l'interpretazione di Jeff Bridges attore che probabilmente non ha raccolto ciò che avrebbe meritato. E questo film, magari poco gli rende un minimo di giustizia, perchè ha faccia e look perfetti per ricoprire la parte e perchè se il tutto funziona una buona dose di merito è anche la sua. Molto garbata l'interpretazione di Farrell, si incastra ottimamente nella storia e come spalla di Bridges. La musica è parte centrale del film ma altrettanto centrale è l'aria malinconica che si respira col personaggio di Bridges, vecchia icona che non si è piegata di fronte a niente e nessuno, men ch eal tempo che passa inesorabile e ai malanni e ora ne paga tutte le conseguenze finendo nel dimenticatoio.
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Soprendente pellicola on the road, dalle atmosfere country, intenso e non so perchè così sottovalutato. Come è intensa, profonda, magistrale e sublime l'interpretazione di Jeff Bridges attore che probabilmente non ha raccolto ciò che avrebbe meritato. E questo film, magari poco gli rende un minimo di giustizia, perchè ha faccia e look perfetti per ricoprire la parte e perchè se il tutto funziona una buona dose di merito è anche la sua. Molto garbata l'interpretazione di Farrell, si incastra ottimamente nella storia e come spalla di Bridges. La musica è parte centrale del film ma altrettanto centrale è l'aria malinconica che si respira col personaggio di Bridges, vecchia icona che non si è piegata di fronte a niente e nessuno, men ch eal tempo che passa inesorabile e ai malanni e ora ne paga tutte le conseguenze finendo nel dimenticatoio. Davvero un gran bel prodotto, senza troppi orpelli ne abito da sera.
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luanaa
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domenica 26 gennaio 2014
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strascicato
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Praticamente un susseguirsi di scene una uguale all'altra.Si intuisce già che il protagonista perderà il bambino affidatogli..scena per dare un colpo di coda ad una trama svolta in modo monotono. Tra l'altro questa scena è la meglio girata e sa un po'..un pochino di un film di tutt'altro spessore ovvero "Via da Las Vegas". Un film buonista con l'amore salvifico o spinta e ispirazione per cambiare direzione di vita. Insomma una storiella troppo lunga e strascicata.L'unico merito va alla prova di Jeff Bridges che riesce a rendere credibile un personaggio in una messinscena fasulla.La sua recitazione fortemente fisica le è valsa giustamente l'Oscar. Decisamente pochissimo interessante.
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