lisbeth
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martedì 15 settembre 2009
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quando ancora si poteva sognare la luna
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E' il percorso di formazione di un’adolescenza datata inizi anni ’60.
Guardare oggi quei giovani, quelle sezioni di partito,quei modi di vivere in famiglia e fuori, dà la misura della frattura tra un prima e un dopo assolutamente privi di continuità.Il film ci parla di questo, e lo fa giocando su semitoni, suggerisce senza aver l’aria di proporre chiavi di lettura,percorsi interpretativi, analisi di costume.
Eppure, da questo spaccato di vita così normale, dalla quotidianità piccolo borghese dei personaggi, emerge il tracciato lucido di un pezzo della storia del ‘900, capolinea oltre il quale nulla è stato più come prima.Per quelle vite qualsiasi di giovani e meno giovani la Storia stava preparando tutte le sorprese dei decenni successivi,ma allora era possibile essere ancora così,credere nel mito dell’uomo nello spazio,riempire scatole di ritagli di giornale e modellini di cosmonauti e stendersi a pancia in su per guardare le stelle di notte, dal terrazzo del condominio,e sognare.
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E' il percorso di formazione di un’adolescenza datata inizi anni ’60.
Guardare oggi quei giovani, quelle sezioni di partito,quei modi di vivere in famiglia e fuori, dà la misura della frattura tra un prima e un dopo assolutamente privi di continuità.Il film ci parla di questo, e lo fa giocando su semitoni, suggerisce senza aver l’aria di proporre chiavi di lettura,percorsi interpretativi, analisi di costume.
Eppure, da questo spaccato di vita così normale, dalla quotidianità piccolo borghese dei personaggi, emerge il tracciato lucido di un pezzo della storia del ‘900, capolinea oltre il quale nulla è stato più come prima.Per quelle vite qualsiasi di giovani e meno giovani la Storia stava preparando tutte le sorprese dei decenni successivi,ma allora era possibile essere ancora così,credere nel mito dell’uomo nello spazio,riempire scatole di ritagli di giornale e modellini di cosmonauti e stendersi a pancia in su per guardare le stelle di notte, dal terrazzo del condominio,e sognare.
E’quello che fanno Luciana, ragazzina acqua e sapone e Arturo, il fratello epilettico,adolescenti senza molta fortuna,orfani di un padre comunista di cui si sentono eredi ideali,con una madre mite e debole risposata ad un uomo autoritario che vorrebbe, senza riuscirci troppo, ricoprire il ruolo vacante del padre.
Il conflitto generazionale è larvato,si spegne prima di crescere,bisognerà aspettare qualche anno perché esploda.Le dinamiche perverse dello sviluppo,profeticamente denunciate da Pasolini, scavano già sotto la cenere e l’urlo del disagio giovanile monterà ben presto.Per ora i giovani “impegnati” si ritrovano nelle sezioni giovanili del partito,con discorsi che fanno tenerezza tanto sono fuori fase (si parla del compagno Stalin e del compagno Kruscev,delle imprese spaziali e dei socialisti “traditori”,si organizzano tranquilli attacchinaggi di manifesti senza che appaiano militanti di Forza Nuova all’orizzonte e si fa un raid,sempre nella sezione socialista,dove non ci scappa nessun morto, al massimo qualche vetro rotto)insomma l’impressione è di un mondo, se non sereno, certo non ancora uscito dai cardini e nevrotizzato.I rituali dell’iniziazione all’amore, al sesso, alle relazioni interpersonali restano nel solco della giusta misura,la regia dosa emozioni e reazioni con partecipazione mai corriva, segue attenta questa scoperta adolescenziale del mondo in anni in cui fu facile illudersi che fosse alle porte la nuova età dell’oro.In un mondo diviso in due, dove dire “astronauta” era americano, “cosmonauta” sovietico,la cagnetta Laika e Yuri Gagarin aprivano un’era e davano esca a fantasie adolescenziali che non avevano bisogno di molto di più.
Precede il film un corto di animazione 3 D sul lancio nello spazio della cagnetta sovietica e del suo corteo di animaletti (una citazione del Kubrik che mette in orbita le note di Strauss era di rigore e infatti accompagna il delizioso balletto dei topolini). Scorrono poi,a intervalli, filmati di repertorio, fino alla discesa di Armstrong sulla Luna e il contrappunto fra le immagini sfocate in bianco e nero e il colore del film, serve a tessere quel rapporto simbiotico tra reale e immaginario che sostanzia il linguaggio del cinema, facendo sì che diventi un modo retrospettivo rivelatore per capire come eravamo (e, di conseguenza, come siamo diventati).Canzoni che allora risuonavano da tutti i juke box sono lo sfondo sonoro del film, la rivoluzione copernicana del rock era di là da venire,in Italia.
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claftia
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lunedì 28 settembre 2009
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il tempo dei sogni
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Colpisce di questo film la scelta dei tempi, la fine degli anni 50 e i primi anni 60, senz'altro meno studiati del 68, anche se in qualche modo sono tempi sicuramente preparatori. Questo film ricorda Spazio 1999, i telefim degli anni 70 sullo spazio, sogni che ormai sono stati del tutto abbandonati. La guerra fredda viene stemperata dalla corsa allo spazio, la prima cagnetta lanciata nello spazio, Laika,la prima donna cosmonauta, Valentina Tereskova. Tutto cio' si sposa con la storia di un' adolescente, Luciana, interpretata da una formidabile ragazzina, alla ricerca della sua identita', in opposizione con il mondo perbenista della madre, che dopo al morte del marito sposa un fascista. Luciana si appoggia al fratello maggiore, malato, alla sezione di partito, e alla presidente della sezione,interpretata da Susanna Nicchiarelli.
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Colpisce di questo film la scelta dei tempi, la fine degli anni 50 e i primi anni 60, senz'altro meno studiati del 68, anche se in qualche modo sono tempi sicuramente preparatori. Questo film ricorda Spazio 1999, i telefim degli anni 70 sullo spazio, sogni che ormai sono stati del tutto abbandonati. La guerra fredda viene stemperata dalla corsa allo spazio, la prima cagnetta lanciata nello spazio, Laika,la prima donna cosmonauta, Valentina Tereskova. Tutto cio' si sposa con la storia di un' adolescente, Luciana, interpretata da una formidabile ragazzina, alla ricerca della sua identita', in opposizione con il mondo perbenista della madre, che dopo al morte del marito sposa un fascista. Luciana si appoggia al fratello maggiore, malato, alla sezione di partito, e alla presidente della sezione,interpretata da Susanna Nicchiarelli. Ma scopre le prime delusioni, perche' anche la sezione di partito e' un mondo " bigotto" e con delle regole, che lei vuole infrangere. Viene quindi sospesa dalla scuola e severamente giudicata nella sezione di partito, per aver avuto una storia con un " compagno". Bellissima la scena quando lei irrompe nella notte nella sezione di partito, per danneggiarla, e li l'aspetta il " compagno" e fanno l'amore.
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lucky
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domenica 10 ottobre 2010
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delusi ma sognatori
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Commovente, storia intensa, finalmente adolescenti non stupidi, bravissimi interpreti, in particolare Miriana Raschillà. Si lascia seguire, avvolto com'è nelle contraddizioni degli anni 60, un paese nuovo ma ancorato ancora a vecchie tradizioni. Si sogna, si immagina che un futuro migliore può esserci, si rimane delusi, si piange, ma si lotta ancora, sognando la luna. L'ideologia forse ha perso, ma i sogni continuano a girare.
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francesco2
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giovedì 26 agosto 2010
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un cinema che non cresce mai
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Tra chi abbia commentato questo film,anche negativamente, mi pare abbastanza diffusa un'impressione: il film può essre ciò che è, nonostante la prima scena, quella della comunione (Rifiutata),che fa pensare a qualcosa di diverso.
Chi scrive, invece, pensa che questa scena sia un manifesto di ciò che sono il nostro cinema, e questo film nello specifico: una grande didascalia infantile, per chi coltiva "Il grande sogno" che un film sappia raccontare gli anni '60 anche a chi, come me, sia nato una decina di anni dopo. Proprio la scena appena citata,guarda caso, somiglia a una dell'opera di Placido.
Dopo avere tra(sgre) dito i canoni precostituiti, la bambina torna a casa sua con lo sguardo rivolto verso il pubblico.
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Tra chi abbia commentato questo film,anche negativamente, mi pare abbastanza diffusa un'impressione: il film può essre ciò che è, nonostante la prima scena, quella della comunione (Rifiutata),che fa pensare a qualcosa di diverso.
Chi scrive, invece, pensa che questa scena sia un manifesto di ciò che sono il nostro cinema, e questo film nello specifico: una grande didascalia infantile, per chi coltiva "Il grande sogno" che un film sappia raccontare gli anni '60 anche a chi, come me, sia nato una decina di anni dopo. Proprio la scena appena citata,guarda caso, somiglia a una dell'opera di Placido.
Dopo avere tra(sgre) dito i canoni precostituiti, la bambina torna a casa sua con lo sguardo rivolto verso il pubblico. Paradigmatico del nostro cinema, appunto: infantile e didascalico. La Nicchiarelli, che ha tra i pochissimi meriti non giudicare la protagonista, non ci risparmia quasi nessuno dei luoghi comuni del "genere"(Appunto): oltre al patrigno zinzino e all'ambiente dei fighetti rossi, la cosa più irritante è il fratello- down.La refista, in perfetto "Stile"(?), della peggiore Archibugi, nel suo cinema "Progressita" ce lo dipinge come un tontolone cicciottello, che tuttalpiù è superiore agli altri quando ci regala spruzzate di poesia con la sorella, scrutando la luna dal basso.
Ecco, la cosa più irritante di questo film è come ti irriti a poco a poco. Si coglie subito che non è un capolavoro, ma all'inizio sembra giocato benino tra la realtà (La passione politica, che assume anche sfumature di ragazzate violente) ed il sogno (La luna,una nuova realtà verso la quale ci si protende, non solo nel senso "politico"). In più, quando il fratello si sente male, ci si può illudere che nel clima goliardico si abbia la sensibilità di non ignorare i suoi problemi; quella stessa (Parziale) sensibilità che si era vista in "Notte prima degli esami".
Ma basta (poco e) nulla per rendersi conto che queste promesse vengono disattese. Schematica com'è nel suo cinema falsamente trasgressivo e di sinistra, la Nichiarelli trasforma il giovane in un bersaglio dell'arroganza di un pur ottimo Rubini, (Non) padre-padrone: e per ciò che riguarda il confine, tra realtà e sogno, non si va oltre "Giulia non esce la sera", la poesia (?) e la dimensione onirica(?) del Piccioni di turno.
Il nostro cinema, autoimbottigliandosi in questi schemi proprio quando vorrebbe raccontare rivoluzioni (Mancate), non si è ancora reso conto che, come scrisse una volta il compianto (spero) Buccheri,l'Arte può far politica in un solo modo: rinnovando le forme consuete. Esattamente l'opposto di quanto fanno questi travagli(?) adolescenziali, che non riescono a coinvolgere neanche dopo la sparizione del fratello. A questo proposito(La scomparsa di un personaggio), la regista sembra non aver mai visto neanche un piccolo ma curioso film come "I cinque sensi": piuttosto, per descrivere questo povero ragazzino, sembra ispirarsi a disastri come "Il grande cuore di Clara". Amelio, nelle sue "Chiavi di casa", al confronto toccava l'apice della sensibilità.
Dopo la sferzata femminista(Sic!) sul mancato viaggio a Mosca, propiziato da tabù difficili da sconfiggre a quell'epoca, i due virgulti si ritroveranno insieme a riflettere e sognare guardando la luna: sembra con quelle parole di recuperare la freschezza della primissima parte, rafforzando il sospetto che la Nicchiarelli abbia avuto delle intuizioni specifiche, ma abbia decisamente fallito nel raccontare una storia.
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nigel mansell
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venerdì 14 gennaio 2011
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la sottile differenza tra cosmonauta ed astronauta
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La sottile differenza tra cosmonauta ed astronauta: il senso del film sta tutto qui. Racconto quasi onirico degli anni sessanta: gli idealismi, la gioventù, le illusioni i primi amori e le ribellioni adolescenziali; lasciando volutamente fuori le violenze e gli scontri che ci furono in quegli anni. Rubini è un grande attore e la Pandolfi continua a migliorare, favolosa poi la giovane protagonista.
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clavius
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martedì 15 settembre 2009
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acerbo
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Film nato da un'idea originale che ha l'ambizione di raccontare un percorso di formazione personale innestandolo su un frammento di storia italiana, utilizzando come metafora la corsa alla conquista dello spazio con tutto il suo carico di propaganda, passione, illusione e sogno.
Nonostante le premesse il film non mi ha convinto. La ricostruzione dell'Italia dei tardi anni '50 (operazione per altro difficile)lascia a desiderare, la gran parte dei personaggi sulla scena appare bidimensionale come la qualità attoriale del resto. Basta soffermarsi sul lavoro di un buon attore come Rubini, costretto in un ruolo mal scritto, ad interpretare un personaggio improbabile. Qua e là si rileva qualche buona intuizione: dagli inserti di montaggio con repertorio d'epoca alla bellissima colonna sonora (vera chicca dell'intera pellicola).
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Film nato da un'idea originale che ha l'ambizione di raccontare un percorso di formazione personale innestandolo su un frammento di storia italiana, utilizzando come metafora la corsa alla conquista dello spazio con tutto il suo carico di propaganda, passione, illusione e sogno.
Nonostante le premesse il film non mi ha convinto. La ricostruzione dell'Italia dei tardi anni '50 (operazione per altro difficile)lascia a desiderare, la gran parte dei personaggi sulla scena appare bidimensionale come la qualità attoriale del resto. Basta soffermarsi sul lavoro di un buon attore come Rubini, costretto in un ruolo mal scritto, ad interpretare un personaggio improbabile. Qua e là si rileva qualche buona intuizione: dagli inserti di montaggio con repertorio d'epoca alla bellissima colonna sonora (vera chicca dell'intera pellicola). Ma non bastano. In sostanza un'idea pregevole sviluppata in maniera un po' dilettantesca. Un film riuscito a metà.
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cinenauta
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sabato 10 ottobre 2009
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partono i cosmonauti ma non parte cosmonauta!
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Partono i cosmonauti sovietici alla conquista dell spazio, partono i russi, partono i cani e i topi ma gli unici a non partire sono gli spettatori della pellicola!
Il film ha la pretesa di aprire una finestra nell'Italia anni 50', ma apre sono la finestra del quartiere dove è ambientato il film e quella della sezione del, mio caro, vecchio P.C.I
L'inizio del fim francamente promette bene, la protagonista da piccola decide non farsi la comunione e fugge, corre attraversando la campagna/ periferia romana, che tanto fu cara a Pasolini,arriva a casa si barrica nel bagno e adduce come motivo della sua ribellione il suo credo comunista.Ok mi piace, mi metto comodo sulla poltrona e aspetto. Intanto Luciana, la brava protagonista, cresce e diviene adolescente, con nessi e connessi, intorno a lei gravitano la madre, interpretata dalla Pandolfi (troppa fiction fa male!!), il padrigno, un mite Sergio Rubini e il fratello di Luciana, epillettico un pò intontito dai farmaci e dalla sua passione per i cosmonauti sovietici.
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Partono i cosmonauti sovietici alla conquista dell spazio, partono i russi, partono i cani e i topi ma gli unici a non partire sono gli spettatori della pellicola!
Il film ha la pretesa di aprire una finestra nell'Italia anni 50', ma apre sono la finestra del quartiere dove è ambientato il film e quella della sezione del, mio caro, vecchio P.C.I
L'inizio del fim francamente promette bene, la protagonista da piccola decide non farsi la comunione e fugge, corre attraversando la campagna/ periferia romana, che tanto fu cara a Pasolini,arriva a casa si barrica nel bagno e adduce come motivo della sua ribellione il suo credo comunista.Ok mi piace, mi metto comodo sulla poltrona e aspetto. Intanto Luciana, la brava protagonista, cresce e diviene adolescente, con nessi e connessi, intorno a lei gravitano la madre, interpretata dalla Pandolfi (troppa fiction fa male!!), il padrigno, un mite Sergio Rubini e il fratello di Luciana, epillettico un pò intontito dai farmaci e dalla sua passione per i cosmonauti sovietici.
Luciana è una vera donna comunista, ci crede, è militante, e cerca di farsi strada nella piccola sezione di quartiere.Ma è pure un'adolescente che vive le prime attrazioni sessuali con troppa rabbia, e come accade nei film di Moccia, s'innamora del più fico della sezione, l'unico che le dà l'apparenza(?) di trattarla alla pari. Amore non ricambiato, visto che il giovane dirigente della F.G.C.I preferisce a lei l'amica. E' cosi Luciana presa dalla rabbia abbandona tutti e tutto, i rapporti con il partito quelli con il fratello,facendosi terra bruciata intorno.
Intanto io ormai mi sono fatto convinto di essere caduto del trappola del trailer ben confezionato e aspetto ancora la partenza...insomma mi sono sentito come la cagnoletta Laica ma il mio viaggio non è stato intorno al globo terrestre ma quello sull sedile della mia poltrona.
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[+] decisamente acerbo.
(di radio rebelde)
[ - ] decisamente acerbo.
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