giancarlo
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martedì 17 marzo 2009
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grandezza delle persone del sud italia per osare.
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Il film mi e piacuto in generale mi fa pensare molto, mi fa capirte il passato duro senza dignita, il rispetto del valore del pane, e anche di chi lo da, ma dimentichiamo che prima era realmente vero questo atteggiamento dalla parte dei ricchi, ma non solo i ricchi un po tutti erano cosi tirati avvidi e cattivi, solo la povera gente doveva combattere per guadagnare il suo pane, qanta gente e morta nelle aziende, qanta gente e morta sui pôsti di lavoro senza assistanza medica senza assicurazzione, e senza contratto di lavoro in buona regola, penso che la gente che trova questo film senza interesse e che non à capito niente che non à sofferto delle fame che non a mai subito dei danni fisici e morali come in quei tempi, ora e troppo facile dire che era il passato,io posso solo assicurarvi che era veramente piou duro e piu difficile di come le persone possono immaginare.
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Il film mi e piacuto in generale mi fa pensare molto, mi fa capirte il passato duro senza dignita, il rispetto del valore del pane, e anche di chi lo da, ma dimentichiamo che prima era realmente vero questo atteggiamento dalla parte dei ricchi, ma non solo i ricchi un po tutti erano cosi tirati avvidi e cattivi, solo la povera gente doveva combattere per guadagnare il suo pane, qanta gente e morta nelle aziende, qanta gente e morta sui pôsti di lavoro senza assistanza medica senza assicurazzione, e senza contratto di lavoro in buona regola, penso che la gente che trova questo film senza interesse e che non à capito niente che non à sofferto delle fame che non a mai subito dei danni fisici e morali come in quei tempi, ora e troppo facile dire che era il passato,io posso solo assicurarvi che era veramente piou duro e piu difficile di come le persone possono immaginare.
Questo Film fa riflettere fa pensare a un passato difficile, e grazie à certe persone che anno avuto il coraggio oggi siamo diversi abbimo piu valori morali etcc... non o abbastanza posto per spiegare cosa e come era il passato ma mi à dato molta soddisfazzione in questii Film che osano dire piu o meno la verita ?????
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pierl
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lunedì 16 marzo 2009
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favino, un grande di vittorio
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Dopo lo straordinario Bartali tv, Favino si conferma uno straordinario interprete. La sua capacità mimetica, la sua abilità nel gestire le cadenze regionali più diverse, la sua originalità nell'adeguare al personaggio il suo stile di recitazione lo qualificano come l'erede naturale di Gianmaria Volontè.
Ottima per capacità di sintesi la fiction: il buon casting, il flash-back gestito con leggerezza, il privilegio per l'azione , il risvolto psicologico lasciato agli sguardi piuttosto che a imbarazzanti dialoghi ( come troppo spesso si vede), le sempre ingombranti storie d'amore ridotte all'essenziale.
Peccato per alcune scelte (forse obbligate) nel mutare alcuni nomi e alcune situazioni. Il gerarca fascista Caradonna, anche lui di Cerignola, vero persecutore di Di Vittorio nonchè artefice dell'assedio alla Camera del Lavoro di Bari, diventa ad esempio un ipotetico barone Rubino.
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Dopo lo straordinario Bartali tv, Favino si conferma uno straordinario interprete. La sua capacità mimetica, la sua abilità nel gestire le cadenze regionali più diverse, la sua originalità nell'adeguare al personaggio il suo stile di recitazione lo qualificano come l'erede naturale di Gianmaria Volontè.
Ottima per capacità di sintesi la fiction: il buon casting, il flash-back gestito con leggerezza, il privilegio per l'azione , il risvolto psicologico lasciato agli sguardi piuttosto che a imbarazzanti dialoghi ( come troppo spesso si vede), le sempre ingombranti storie d'amore ridotte all'essenziale.
Peccato per alcune scelte (forse obbligate) nel mutare alcuni nomi e alcune situazioni. Il gerarca fascista Caradonna, anche lui di Cerignola, vero persecutore di Di Vittorio nonchè artefice dell'assedio alla Camera del Lavoro di Bari, diventa ad esempio un ipotetico barone Rubino. Non se ne capisce la ragione, visto che comunque si tratta di fatti storici certi e riportati su migliaia di testi.
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dax
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lunedì 16 marzo 2009
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grande pierfrancesco, grande fiction.
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Finalmente!!!!!!
Il panorama interpretativo abbastanza imbarazzante degli attori italiani è salvato in zona Cesarini da questo attore, grande, convincente, a tratti commovente.
Devo anche dire che tutto il cast ha lavorato bene. Si è impegnato alla grande e non ha dato la solita impressione di "forzare" l'interpretazione.
Un particolare che mi è piaciuto di piu è stato il bacio sotto il carro. I sorrisi dei due sembrano usciti da una papera tanto erano naturali (sapete quando due si mettono a ridere durante le riprese?) e quindi un bel 10 con lode perchè credo che in realtà non stessero solo recitando freddamente... erano li, con la testa erano i personaggi.
Bravi bravi bravi!!!!
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nondisolatv
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martedì 17 marzo 2009
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non seguo assiduamente ma.....
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non seguo assiduamente le fiction televisive perchè guardo davvero molto poco la tv ma talvolta mi capita ed, in questa particolare occasione, sono contenta di averlo fatto. ben fatta, con una efficace e solida linea narrativa, coinvolgente ed emozionante, che lascia con il desiderio di vedere altra televisione, se così fatta. non sono sufficientemente ferrata in materia storica e pertanto non so quante e quali divagazioni siano eventualmente state fatte rispetto alla realtà precisa dei fatti ma dal mio punto di vista non sarebbe comunque importante. Senza nulla togliere al resto dell'apprezzabilissimo cast, desidero tuttavia lasciare il mio commento principalmente in merito all'interpretazione di Favino: straordinaria.
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non seguo assiduamente le fiction televisive perchè guardo davvero molto poco la tv ma talvolta mi capita ed, in questa particolare occasione, sono contenta di averlo fatto. ben fatta, con una efficace e solida linea narrativa, coinvolgente ed emozionante, che lascia con il desiderio di vedere altra televisione, se così fatta. non sono sufficientemente ferrata in materia storica e pertanto non so quante e quali divagazioni siano eventualmente state fatte rispetto alla realtà precisa dei fatti ma dal mio punto di vista non sarebbe comunque importante. Senza nulla togliere al resto dell'apprezzabilissimo cast, desidero tuttavia lasciare il mio commento principalmente in merito all'interpretazione di Favino: straordinaria. Un Favino mastodontico a mio avviso, che rimane negli occhi e nel cuore non solo per l'immagine del personaggio che restituisce ma per la squisita e perfetta recitazione che non travalica mai la verità che esprime: una inequivocabile passione, un evidente impegno, un devoto rispetto ed un grande talento per il mestiere di attore e che lo conferma come uno dei più bravi attori italiani in assoluto. Il nostro italianissimo Sean Penn? Continuerò a seguirlo, in tv ed al cinema.
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furo
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mercoledì 18 marzo 2009
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grande storia ma film decisamente deludente
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Non commento la vicenda umana e storica del protagonista del film, che peraltro stimo e rappresenta perfettamente il mio modo di vedere le cose...
..ma la fiction risulta decisamente poco curata: comparse che ridono durante il funerale del bambino, che quardano verso la telecamera, ecc
Molti fatti storici non vengono nemmeno accennati o vengono cambiati: Adesione di Di Vittorio al sindacalismo rivoluzionario dell' Unione Sindacale Italiana, agli arditi del popolo, nonchè il fatto che nel conflitto 1915-18 Di Vittorio fu interventista e non fu semplicemente mandato al fronte.
Dal punto di vista della sceneggiatura vi sono spesso dei salti temporali fatti un pò a casaccio e senza riferimenti luogo-periodo.
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Non commento la vicenda umana e storica del protagonista del film, che peraltro stimo e rappresenta perfettamente il mio modo di vedere le cose...
..ma la fiction risulta decisamente poco curata: comparse che ridono durante il funerale del bambino, che quardano verso la telecamera, ecc
Molti fatti storici non vengono nemmeno accennati o vengono cambiati: Adesione di Di Vittorio al sindacalismo rivoluzionario dell' Unione Sindacale Italiana, agli arditi del popolo, nonchè il fatto che nel conflitto 1915-18 Di Vittorio fu interventista e non fu semplicemente mandato al fronte.
Dal punto di vista della sceneggiatura vi sono spesso dei salti temporali fatti un pò a casaccio e senza riferimenti luogo-periodo.
Un'ultimo appunto lo faccio sul trucco: ok che non siamo a Holliwood ma è possibile che Di Vittorio invecchi improvvisamente a 18 anni per rimanere sempre uguale... tanto come la madre
Con il figlio alla fine sembrano quasi coetanei.
Per concludere, non credo che basti un grande personaggio per fare un buon film, credo anzi che si stata una occasione sprecata, perchè, con una storia così, si poteva veramente fare una grande fiction...
Un bravo solamente a Favino, che da buon attore quale è, riesce comunque a risollevare un pò di interesse
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nanobrontolo
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sabato 2 maggio 2020
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davvero ben fatto
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Il film, per come è stato realizzato e per come è così ben recitato, offre davvero uno spaccato della miseria e delle difficoltà alle quali sono andate in contro le generazioni precedenti alla nostra che a suon di lotte e sacrifici ci hanno consentito di raggiungere il livello di benessere attuale. Altresì fa ben comprendere perchè in alcune zone di Italia al giorno d'oggi persiste una condizione di sofferenza, frutto probabilmente del mancato affrancamento dalla metalità lationdista del passato. Sen'altro da vedere. Favino è sicuramente tra i migliori attori contemporanei.
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pietroancona@tin.it
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lunedì 16 marzo 2009
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grandezza dei braccianti meridionali
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Mi è molto piaciuto il film, trasmesso da TV ieri sera nella sua prima parte, su Giuseppe Di Vittorio, un pezzo della storia d'Italia affrontato da un punto di vista quasi del tutto scomparso della "cultura" nella quale siamo immersi nel regime postdemocratico del Governo che va avanti a decreti e del Parlamento che non conta più niente e che è stato mutilato della sua ala sinistra dalla complicità dei due maggiori partiti italiani. Il punto di vista che attraversa tutto il film è quello della conquista spesso cruenta dei diritti. Ambrogio, bambino addetto ad allontanare i corvi dai campi, che muore di avere chiesto qualche goccia di olio in più nel pezzetto di pane che costituisce tutto il suo salario, i braccianti che vengono uccisi dall'esercito che li scaccia dalle terre del barone, Peppino di Vittorio che espone le richieste dei lavoratori, richieste minime ma importante per l'affermazione dei diritti ma che tuttavia vengono
contrastate con brutalità dal barone ma che è costretto da accettarle soltanto quando lo sciopero generale rischia di mandare in malora l'annata agraria.
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Mi è molto piaciuto il film, trasmesso da TV ieri sera nella sua prima parte, su Giuseppe Di Vittorio, un pezzo della storia d'Italia affrontato da un punto di vista quasi del tutto scomparso della "cultura" nella quale siamo immersi nel regime postdemocratico del Governo che va avanti a decreti e del Parlamento che non conta più niente e che è stato mutilato della sua ala sinistra dalla complicità dei due maggiori partiti italiani. Il punto di vista che attraversa tutto il film è quello della conquista spesso cruenta dei diritti. Ambrogio, bambino addetto ad allontanare i corvi dai campi, che muore di avere chiesto qualche goccia di olio in più nel pezzetto di pane che costituisce tutto il suo salario, i braccianti che vengono uccisi dall'esercito che li scaccia dalle terre del barone, Peppino di Vittorio che espone le richieste dei lavoratori, richieste minime ma importante per l'affermazione dei diritti ma che tuttavia vengono
contrastate con brutalità dal barone ma che è costretto da accettarle soltanto quando lo sciopero generale rischia di mandare in malora l'annata agraria. Il film spiega il meccanismo di un potere repressivo basato sulla violenza della proprietà, della Chiesa, dello Stato e poi delle bande fascista, un potere che tiene sottomessi e tratta come schiavi i lavoratori agricoli che poi sono quasi tutta la popolazione civile dei grossi comuni del Mezzogiorno d'Italia. La morte del padre di Di Vittorio provocata da un cavallo imbizzarrito viene risarcita alla vedova con tre sacchi di fave alle quali la baronessa (bontà sua) ne aggiunge altri tre e con l'assunzione di Giuseppe che ad otto anni viene avviato al lavoro di cacciacorvi. Assieme a tanti altri bambini doveva allontanare gli uccelli dai campi di grano,controllato da due violenti massari del barone. Il film spiega la prima guerra mondiale come massacro dei lavoratori programmato dai governi e dalle classi dominanti che cominciano ad organizzarsi ed ad avanzare le loro rivendicazioni. Nelle trincee della guerra più atroce della storia vengono avviati a morte certa quando addirittura non vengono fucilati dagli ufficiali che li tallonano e non
mostrano alcuna pietà nelle decimazioni decise con inaudita crudeltà.Un popolo di soldati nelle mani di sadici ufficiali di uno Stato Maggiore dell'Esercito la cui storia criminale si diparte dall'indomani dell'unificazione con gli eccidi di Govoni,Morra ed altri.La nascita del fascismo nel Sud come nel Nord d'Italia viene affrontata dal film con piglio forte e privo di ambiguità: i fascisti intervengono nella lotta sociale dei reduci che vogliono la terra promessa
dal governo per uccidere i dirigenti della rivoluzione contadina e distruggere le loro strutture organizzative. Episodio poco noto della storia d'Italia l'assedio fascista a fucilate della Camera del Lavoro di Bari difesa dai lavoratori e dalle loro famiglie, assedio che durò parecchi mesi e che non ebbe successo. Soltanto l'intervento dell'esercito, dopo alcuni mesi di lotta, ebbe ragione della Camera del Lavoro che venne distrutta.Di Vittorio, arrestato, viene eletto deputato nonostante la pesante intimidazione fascista che a Cerignola spara ed uccide otto persone per impedire il voto popolare. Stasera vedremo la seconda parte di questa emozionante rievocazione della storia d'Italia che racconta di una voglia di civiltà e di dignità soffocata nel sangue dal fascismo. La figura di Di Vittorio che anticipa con la sua lotta la modernità dei diritti c
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mario spencer
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martedì 17 marzo 2009
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un'altra vergogna rai e non solo
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Brutto film. Siamo nel 2009 non negli anni '50 - paragonare il protagonista a Volonte e' annunciare che non c'e' niente di nuovo, che chi scrive, dirige, produce la fiction non ha nessun legame con il mondo di oggi. E si vede dalla lentezza e dalla pedanteria della sceneggiatura da libro Cuore (ma lo avete visto il maestro?). - Ora un film, anche se tratta un argomento storico, riflette il mondo attuale che lo produce. Per questo i film nel mercato internazionale si identificano con la data e il Paese di produzione. Vogliamo un Di Vittorio del 2008! Non una parodia della Freccia Nera (magari!). Ho come l'impressione che questi creativi Rai riescono a fare da settantenni il film che sognavano da ventenni.
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Brutto film. Siamo nel 2009 non negli anni '50 - paragonare il protagonista a Volonte e' annunciare che non c'e' niente di nuovo, che chi scrive, dirige, produce la fiction non ha nessun legame con il mondo di oggi. E si vede dalla lentezza e dalla pedanteria della sceneggiatura da libro Cuore (ma lo avete visto il maestro?). - Ora un film, anche se tratta un argomento storico, riflette il mondo attuale che lo produce. Per questo i film nel mercato internazionale si identificano con la data e il Paese di produzione. Vogliamo un Di Vittorio del 2008! Non una parodia della Freccia Nera (magari!). Ho come l'impressione che questi creativi Rai riescono a fare da settantenni il film che sognavano da ventenni. E ora finalmente possono farlo! LOL.
Favino non accettare le sceneggiature brutte. Sei la parodia di te stesso. Ti auguro di meglio. Tu il nuovo Volonte'? Sarebbe come se uno dicesse che Sean Penn e' il nuovo Peter O'Toole. No. Sean Penn va avanti e al cinema emoziona perche' racconta storie non memorie.
Milk, USA 2008 con Sean Penn (48)
Pane e Liberta', Italia 1952, con Pier Francesco Favino (-16), etc etc...
Abbracci ai connazionali, sta per iniziare LOST.
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(di fairy)
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nondisolatv
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martedì 17 marzo 2009
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non seguo assiduamente ma.....
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non seguo assiduamente le fiction televisive perchè guardo davvero molto poco la tv ma talvolta mi capita ed, in questa particolare occasione, sono contenta di averlo fatto. ben fatta, con una efficace e solida linea narrativa, coinvolgente ed emozionante, che lascia con il desiderio di vedere altra televisione, se così realizzata. non sono sufficientemente ferrata in materia storica e pertanto non so quante e quali divagazioni siano eventualmente state fatte rispetto alla realtà precisa dei fatti ma dal mio punto di vista non sarebbe comunque importante. Senza nulla togliere al resto dell'apprezzabilissimo cast, desidero tuttavia lasciare il mio commento principalmente in merito all'interpretazione di Favino: straordinaria.
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non seguo assiduamente le fiction televisive perchè guardo davvero molto poco la tv ma talvolta mi capita ed, in questa particolare occasione, sono contenta di averlo fatto. ben fatta, con una efficace e solida linea narrativa, coinvolgente ed emozionante, che lascia con il desiderio di vedere altra televisione, se così realizzata. non sono sufficientemente ferrata in materia storica e pertanto non so quante e quali divagazioni siano eventualmente state fatte rispetto alla realtà precisa dei fatti ma dal mio punto di vista non sarebbe comunque importante. Senza nulla togliere al resto dell'apprezzabilissimo cast, desidero tuttavia lasciare il mio commento principalmente in merito all'interpretazione di Favino: straordinaria. Un Favino mastodontico a mio avviso, che rimane negli occhi e nel cuore non solo per l'immagine del personaggio che restituisce ma per la squisita e perfetta recitazione che non travalica mai la verità che esprime: una inequivocabile passione, un evidente impegno, un devoto rispetto ed un grande talento per il mestiere di attore e che lo conferma come uno dei più bravi attori italiani in assoluto. Il nostro italianissimo Sean Penn? Continuerò a seguirlo, in tv ed al cinema.
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