Io non sono cingalese... io no, ma mio figlio si.
Chi conosce la società cingalese si ritrova pienamente nel film.
Tenero e divertente, sullo stile de "i soliti ignoti", anche qui si ride insieme a un gruppo di poveri disgraziati che venderebbero l'anima pur di uscire dalla miseria.
Questo film ha il pregio di sottolineare tante piccole cose che all'occhio di un italiano passano inosservate, e che invece sono tipiche dello sri lanka.:
La superstizione (in SL il nome di un neonato si sceglie su suggerimento dell'astrologo), l'amicizia simbiotica degli uomini (quasi tutti i matrimoni sono combinati e per gli uomini è normale passare la notte a bere e cantare con gli amici), la necessità fisica di emigrare...
Quello che più mi ha irritato in questa recensione è quest'inciso "– tutti uomini relegati ai margini della società – ".
Questo denota che lei ha, si visto il film, ma che dello Sri Lanka non sa nulla.
In questo splendido, poverissimo, paese la situazione descritta nel film è la regola.
Lo stipendio di un direttore di banca è di 150 euro (non la butto lì, è lo stipendio di mia cognata).
Il lavoro è una specie di utopia e comunque anche stipendi "alti" non permettono di mantenere una famiglia.
Un uomo cingalese, che non riesce ad emigrare, ogni mattina si alza col pensiero fisso di riuscire a mettere insieme un piatto di riso per la famiglia.
Mi sono state raccontate certe storie agghiaccianti che mi hanno sconvolta. E quello che mi ha più sconvolto è stata la naturalezza con cui venivano descritte... Non erano eccezzioni ma norma!
Le uniche famiglie con condizioni di vita accettabili, vivono di rimesse di un familiare emigrato o degli investimenti derivati dai risparmi che un emigrato tornato a casa ha fatto.
Un'automobile costa 15 o 20.000 euro e una casa 5 o 10.000 (a seconda degli optional).
Come si può comprare tutto questo con stipendi mensili medi di 100 euro?
L'intero paese basa la sua economia sulle rimesse degli emigranti.
Le baraccopoli di Colombo... Colombo è una città-baraccopoli in cui solo alcuni quartieri possono vantare palazzi in stile europeo.
In cui poi vivono i pochissimi ricchi di etnia cingalese e gli europei che sono in Sri Lanka per lavoro.
Questo film andrebbe fatto vedere nelle scuole.
Bisognerebbe spiegare a tutti gli italiani (anche a quelli che credono di essere di sinistra) che se un uomo o una donna decide di venire in Europa e vivere come uno schiavo, stipato in tuguri umidi e puzzolenti insieme ad altri 10 o 20 disperati, magari anche da clandestino, non lo fa per divertimento ma perché almeno qui mangia tutti i giorni!
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