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soffocante, quasi claustrofobico
di misspiggy89
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lunedì 13 aprile 2009
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La sensazione che si ha guardando "Gomorra" di Matteo Garrone è di una discesa agli inferi, non lenta e graduale ma immediata, infatti già nelle prime scene scorre il sangue. Ci si immerge in un mondo in cui potere e denaro sono gli unici valori da seguire, un mondo in cui l'aspirazione più grande di un ragazzino non è diventare un calciatore ma entrare nel Sistema. I protagonisti delle 5 storie che scorrono davanti ai nostri occhi sono soltanto le pedine di un gioco molto più grande di loro e che è destinato inevitabilmente a schiacciarli. Soltanto Roberto , alla fine del film, sceglie di tirarsene fuori prima che sia troppo tardi , prima di venire risucchiato completamente da questo vortice e oltrepassare il punto di non ritorno. E'lui l'unico, timido barlume di speranza che ci viene concesso; ma quando scorrono i titoli di coda ci si rende conto che il suo gesto coraggioso non basta a scrollarci di dosso quel senso di soffocamento e di oppressione che ci perseguita, sapendo che la mano invisibile della camorra controlla in un modo o nell'altro tutto ciò su cui posiamo gli occhi.
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valvestino
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sabato 11 luglio 2009
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un film notevole, atto d'accusa contro la camorra.
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Guardando questo film di Garrone, tratto da un libro di Saviano, ci si ricorda addirittura del DECAMERON pasoliniano, anche li' con didascalie in lingua italiana per superare le difficolta' dello schietto dia- letto napoletano. GOMORRA e' girato seguendo un registro linguistico brutale, fenomenologi-co, come i quadri barocchi che si trovano nel- le chiese della citta'. Ma il risultato e' memorabile: le uccisioni e la corruzione trasudano da ogni sequenza, pervenendo ad un sofferto atto d'accusa. Nella sequenza finale i due giovani "scugnizzi" vengono uccisi e sepolti sotto la sabbia, la camorra esige il silenzio e l'occultamento dei corpi. Carismatico T. Servillo nel ruolo di un capoclan.
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Guardando questo film di Garrone, tratto da un libro di Saviano, ci si ricorda addirittura del DECAMERON pasoliniano, anche li' con didascalie in lingua italiana per superare le difficolta' dello schietto dia- letto napoletano. GOMORRA e' girato seguendo un registro linguistico brutale, fenomenologi-co, come i quadri barocchi che si trovano nel- le chiese della citta'. Ma il risultato e' memorabile: le uccisioni e la corruzione trasudano da ogni sequenza, pervenendo ad un sofferto atto d'accusa. Nella sequenza finale i due giovani "scugnizzi" vengono uccisi e sepolti sotto la sabbia, la camorra esige il silenzio e l'occultamento dei corpi. Carismatico T. Servillo nel ruolo di un capoclan.
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