zio bobo
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mercoledì 15 aprile 2009
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una buona idea sviluppata male ...
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Sono rimasto proofondamente deluso da questo film.
L'idea di base - una storia d'amore che si sviluppa nel mondo dell'arte con la rivalità tra l'artista e il critico d'arte - poteva essere sviluppata in modo interessante.
Al contrario i dialoghi rasentano spesso situazioni tragicomiche con personaggi - soprattutto quello di Scamarcio - che
... cambia personalità ogni dieci minuti.
Alcuni momenti sono assolutamente non credibili come lo stesso finale dove il commissario sembra all'improvviso capire tutto senza alcun motivo plausibile, come se il film lo avesse visto anche lui.
Gli attori - salvo forse l'attore/regista Rubini - recitano im modo patetico, certo non aiutati dai dialoghi loro imposti.
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Sono rimasto proofondamente deluso da questo film.
L'idea di base - una storia d'amore che si sviluppa nel mondo dell'arte con la rivalità tra l'artista e il critico d'arte - poteva essere sviluppata in modo interessante.
Al contrario i dialoghi rasentano spesso situazioni tragicomiche con personaggi - soprattutto quello di Scamarcio - che
... cambia personalità ogni dieci minuti.
Alcuni momenti sono assolutamente non credibili come lo stesso finale dove il commissario sembra all'improvviso capire tutto senza alcun motivo plausibile, come se il film lo avesse visto anche lui.
Gli attori - salvo forse l'attore/regista Rubini - recitano im modo patetico, certo non aiutati dai dialoghi loro imposti.
Mi è parso di capire che il film abbia ricevuto contributi dallo Stato!
Ma è questo il modo di aiutare il nostro cinema?
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nello
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venerdì 28 marzo 2008
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davvero scadente
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Film tra i peggiori che il cinema italiano abbia partorito. Francamente da Rubini ci si aspettava qualcosa di diverso. Se la trama poteva avere qualcosa di interessante, la banalità e la superficialità con la quale viene trattata è davvero imbarazzante. Già dall'inizio, quando Scamarcio e la puccini si incontrano, si respira aria fritta, appesantita da un dialogo che rasenta il ridicolo, con lui che dopo tre secondi si innamora di lei e lei che rimane conturbata dal fascino di lui. Dopo tre minuti già parlano di avere un bambino. L'unico spunto veramente superlativo si ha quando a tavola l'assistente di Scamarcio viene provocato, e provoca il critico, impersonato da Rubini. Questo dialogo mette in evidenza lo sprezzante senso di superiorità proprio di molti critici contemporanei, i quali dovrebbero degnarsi di riflettere con più incisività su questo aspetto.
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Film tra i peggiori che il cinema italiano abbia partorito. Francamente da Rubini ci si aspettava qualcosa di diverso. Se la trama poteva avere qualcosa di interessante, la banalità e la superficialità con la quale viene trattata è davvero imbarazzante. Già dall'inizio, quando Scamarcio e la puccini si incontrano, si respira aria fritta, appesantita da un dialogo che rasenta il ridicolo, con lui che dopo tre secondi si innamora di lei e lei che rimane conturbata dal fascino di lui. Dopo tre minuti già parlano di avere un bambino. L'unico spunto veramente superlativo si ha quando a tavola l'assistente di Scamarcio viene provocato, e provoca il critico, impersonato da Rubini. Questo dialogo mette in evidenza lo sprezzante senso di superiorità proprio di molti critici contemporanei, i quali dovrebbero degnarsi di riflettere con più incisività su questo aspetto. Messa da parte questa felice intuizione, il film non offre più alcuno alcunchè di ammirabile. La trama scivola via in tutta la sua tremenda prevedibilità e gli attori rivelano (o, meglio, confermano) la loro mancanza di talento.
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letizia
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mercoledì 21 maggio 2008
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l'arte non può risiedere nel lusso.
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L'arte è andata nascondendosi dietro il bel modo di parlare,le belle serate, i buoni bicchieri di vino..L'artista è stato travolto dall'ondata di potere, successo e gloria terrena che strugge l'uomo, sin da sempre.Ma l'artista non è persona qualunque,altrimenti si sarebbe chiamato imprenditore,commerciante,impiegato. L'artista non deve perdere la propria umiltà, il proprio sentimento per l'essere umano in tutte le sue forme: non deve perdere il senso del suo ruolo salvifico all' interno della società che sin da sempre è corrotta.Se anche l'artista diviene corrotto che rimane? Tanti signori e signore imbellettate che sorridono e ridono con gusto.E di cosa ridono?Forse dell'ignoranza della povera gente, di quella signora che con il rossetto rosso, imbellettata in modo quasi vergognoso, va a fare la spesa.
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L'arte è andata nascondendosi dietro il bel modo di parlare,le belle serate, i buoni bicchieri di vino..L'artista è stato travolto dall'ondata di potere, successo e gloria terrena che strugge l'uomo, sin da sempre.Ma l'artista non è persona qualunque,altrimenti si sarebbe chiamato imprenditore,commerciante,impiegato. L'artista non deve perdere la propria umiltà, il proprio sentimento per l'essere umano in tutte le sue forme: non deve perdere il senso del suo ruolo salvifico all' interno della società che sin da sempre è corrotta.Se anche l'artista diviene corrotto che rimane? Tanti signori e signore imbellettate che sorridono e ridono con gusto.E di cosa ridono?Forse dell'ignoranza della povera gente, di quella signora che con il rossetto rosso, imbellettata in modo quasi vergognoso, va a fare la spesa.Ebbene non è questa l'arte degli artisti.
Nel film si legge questo senso critico nei confronti dell'artista dei nostri tempi.Tante serate mondane, belle case, bei eventi, ma poi per strada, tra gli ubriachi e i drogati, Adrian, L'Artista, incontra un suo vecchio amico, con il quale aveva condiviso parte della sua vita, sia quella "normale" che quella artistica, e senza alcun senso di stupore nel vederlo ridotto in quelle condizioni se ne và da quel luogo cosi malfamato, spregievole e senza poesia.Lo stesso amico che,durante un pranzo assieme al magnifico critico d'arte Lulli, aveva ripudiato in nome della sua prima mostra d'arte. Chissà se il vero artista incompreso non era proprio lui, lo sbandato, quello che si era rifiutato di vendere l'anima al diavolo?
Che rimane della vita se anche coloro che dicono no dicono si, e coloro che ce la fanno finiscono per strada, con un cane come unico amico? Rimane il kit di sopravvivenza,p provvisto di pistola.
Ecco con queste tre scene il regista ha voluto dare una propria opinione a questo favoloso mondo di arte contemporanea. Ma c'è comunque uno spiraglio di salvezza. Alla fine Adrian arriverà a conoscere il marciume che si nasconde eche con spietato silenzio sovrasta questo tipo di ambienti.Per lui comunque sarà tropppo tardi, ma non per Goria, che spettatrice come noi, ha potuto comprendere tutto ciò.
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(di anonimo620363)
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dylan
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venerdì 2 gennaio 2009
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colpo d’occhio: il cinema italiano colpisce ancora
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Adrian Scala (Riccardo Scamarcio) è un giovane artista di successo che viene notato da Gloria (Vittoria Puccini), la giovane studiosa d’arte ed amante del famoso critico Pietro Lulli (Sergio Rubini). Tra i due giovani nasce subito una travolgente storia d’amore e Lulli è costretto a farsi da parte. Ma il ruolo del critico è quello di giudicare, d’innalzare l’artista e la sua opera, oppure di distruggerla. Pietro diventa un Mefistofele pronto a completare l’idillio di Adrian e Gloria con successo e fama, ma che nel contempo toglie loro fiducia e rispetto reciproci, insinuando il sospetto e facendo cadere i due ragazzi in uno stato di surreale follia. Micidiale.
Il film si basa su un principio aristotelico: l’opera d’arte è vera e finta nello stesso tempo perché il suo significato va oltre ciò che l’artista si è prefisso creandola e viene snaturato dalla figura del critico, che deve renderla appetibile per il pubblico.
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Adrian Scala (Riccardo Scamarcio) è un giovane artista di successo che viene notato da Gloria (Vittoria Puccini), la giovane studiosa d’arte ed amante del famoso critico Pietro Lulli (Sergio Rubini). Tra i due giovani nasce subito una travolgente storia d’amore e Lulli è costretto a farsi da parte. Ma il ruolo del critico è quello di giudicare, d’innalzare l’artista e la sua opera, oppure di distruggerla. Pietro diventa un Mefistofele pronto a completare l’idillio di Adrian e Gloria con successo e fama, ma che nel contempo toglie loro fiducia e rispetto reciproci, insinuando il sospetto e facendo cadere i due ragazzi in uno stato di surreale follia. Micidiale.
Il film si basa su un principio aristotelico: l’opera d’arte è vera e finta nello stesso tempo perché il suo significato va oltre ciò che l’artista si è prefisso creandola e viene snaturato dalla figura del critico, che deve renderla appetibile per il pubblico. Rubini gioca su questo rapporto per non cadere nel banale, semplicistico e strausato conflitto tra bene e male, dando un sapore nuovo a questo thriller.
Il personaggio di Pietro Lulli è veramente interessante da molti punti di vista: anzitutto è significativo questo suo ruolo da burattinaio meschino, che compie il bene degli altri protagonisti, ma che li porta all’autodistruzione. In secondo luogo si nota come egli si ritenga talmente superiore da voler piegare il Fato, decidendo sempre e con maniacale precisione luoghi e condizioni dei vari avvenimenti (in questo tratto tra Rubini/Lulli non c’è differenza).
Finalmente una novità per Scamarcio: la parte di Adrian gli calza a pennello! Ironia a parte, il protagonista non viene ridotto ad icona dal giovane attore pugliese, ma riempito di veridicità attraverso una mimica facciale alquanto elaborata e molto ben studiata.
Per quanto riguarda Gloria si può dire che è un tipo di personaggio che Vittoria Puccini conosce bene: la giovane donna apparentemente fragile che al momento giusto riesce a tirar fuori forza e coerenza.
L’elemento che più colpisce per qualità è la fotografia di Vladan Radovic che riesce a concretizzare i vari sentimenti con una tecnica brillante ed originale: le inquadrature sono veloci, è netto il contrasto luce/ombra e per tutta la pellicola permane una luminosità accecante che, a parer mio, porta ironicamente il messaggio del detto non è tutto oro quel che luccica ed accentua l’irrealtà della storia.
La regia di Rubini ci regala una storia sempre sorprendente e, nonostante lo scarso successo al botteghino durante l’uscita nei cinema, consiglio Colpo d’occhio a tutti gli amanti del cinema italiano.
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rescart
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martedì 13 luglio 2010
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soft skills
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Così si chiama in gergo quell’insieme di capacità che non si trasmettono né all’università né in qualunque altro luogo ove prevalga l’aspetto tecnico, come nel laboratorio in riva al mare dove l’amico tossico di Scala realizza il modellino che poi farà raggiungere a quest’ultimo il tanto agognato, seppur effimero, successo. Dell’assenza di queste capacità, più umane che tecniche, si lamentano spesso i datori di lavoro a proposito dei giovani neolaureati e il mondo dell’arte non fa eccezione. Per quanto gli artisti siano persone creative, estroverse e fantasiose, sempre di persone si tratta; le gallerie d’arte non sono altro che il loro luogo di lavoro ed il critico d’arte, il professor Lulli qui impersonato da Sergio Rubini, il loro datore di lavoro che ha fatto (a differenza dei giovani che sponsorizza) delle soft skills la sua ragione d’essere.
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Così si chiama in gergo quell’insieme di capacità che non si trasmettono né all’università né in qualunque altro luogo ove prevalga l’aspetto tecnico, come nel laboratorio in riva al mare dove l’amico tossico di Scala realizza il modellino che poi farà raggiungere a quest’ultimo il tanto agognato, seppur effimero, successo. Dell’assenza di queste capacità, più umane che tecniche, si lamentano spesso i datori di lavoro a proposito dei giovani neolaureati e il mondo dell’arte non fa eccezione. Per quanto gli artisti siano persone creative, estroverse e fantasiose, sempre di persone si tratta; le gallerie d’arte non sono altro che il loro luogo di lavoro ed il critico d’arte, il professor Lulli qui impersonato da Sergio Rubini, il loro datore di lavoro che ha fatto (a differenza dei giovani che sponsorizza) delle soft skills la sua ragione d’essere. Da una parte l’assenza totale di soft skills, dall’altro la loro presenza totale. Il bianco e il nero. Su questa contrapposizione si regge tutto il film oltre che sulle parole di Menandro: possesso inalienabile è l’educazione dei mortali; quell’educazione che il padre di Gloria aveva affidato a colui che inizialmente aveva travisato questo ruolo innamorandosi della ragazza. E sarà proprio nel tentativo fallito di riconquistarne l’amore che Lulli darà ad essa la lezione più inalienabile e al suo ex quella più mortale. In un crescendo di eventi apparentemente casuali Lulli, con il suo fedele scudiero, è il cavaliere senza macchia che interviene per salvare la sua amata in pericolo di vita. Dove girano troppi soldi per Sergio Rubini si aggira solo il fantasma Michelangelo o di Caravaggio perché il talento non si misura con il denaro ma con il temperamento dell’artista che non accetta consigli da nessuno se non dalla sua musa. Una musa che non ha bisogno di essere rivestita, neanche nelle sue parti più intime, per quanto scolastica possa apparire questa rappresentazione agli occhi di un Lulli che da vecchio marpione quale era sapeva che il vero nome della musa di Scala era Gloria.
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jos d
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domenica 21 marzo 2010
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thriller psicologico dalle atmosfere surreali
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Dopo essere stata per circa dieci anni -cioè da quando era appena una ragazzetta- amante dell'illustre critico d'arte Pietro Lulli (Sergio Rubini), suo precettore, la bella Gloria (Vittoria Puccini) decide di scappare con un artista emergente suo coetaneo di nome Adrian Scala (Riccardo Scamarcio). Trascorso qualche tempo, Gloria rincontra per caso Lulli ma questi, anzichè mostrarsi risentito come ci si poteva aspettare, si comporta in maniera molto affettuosa, dimostrando peraltro grande interesse per le capacità artistiche del giovane Adrian, tanto da prenderlo sotto la sua ala, facendogli così guadagnare le prime pagine delle riviste specializzate. Gloria però guarda con sospetto a questa situazione e ciò porterà presto alle prime incomprensioni fra lei ed Adrian.
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Dopo essere stata per circa dieci anni -cioè da quando era appena una ragazzetta- amante dell'illustre critico d'arte Pietro Lulli (Sergio Rubini), suo precettore, la bella Gloria (Vittoria Puccini) decide di scappare con un artista emergente suo coetaneo di nome Adrian Scala (Riccardo Scamarcio). Trascorso qualche tempo, Gloria rincontra per caso Lulli ma questi, anzichè mostrarsi risentito come ci si poteva aspettare, si comporta in maniera molto affettuosa, dimostrando peraltro grande interesse per le capacità artistiche del giovane Adrian, tanto da prenderlo sotto la sua ala, facendogli così guadagnare le prime pagine delle riviste specializzate. Gloria però guarda con sospetto a questa situazione e ciò porterà presto alle prime incomprensioni fra lei ed Adrian...Thriller psicologico caratterizzato da atmosfere quasi surreali -cui contribuiscono significativamente le misiche di Pino Donaggio- e da una sceneggiatura molto elaborata con un finale aasolutamente amaro e beffardo. Decisamente coinvolgente per lo stile particolare utilizzato dal regista, nonchè per l'interesse suscitato dal disegno psicologico dei personaggi, questo film ad un primo impatto può risultare anche geniale, ma ad un riesame -fermo restando tutti gli altri meriti- non regge la prova della plausibilità: nessuno sprovvisto di sfera di cristallo avrebbe potuto infatti prevedere così alla perfezione tutto l'evolversi degli eventi.
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mehrchad
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giovedì 10 ottobre 2013
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la figura dell'antimentore
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Più che un gioco di finzioni tra la figura del critico d'arte capace di elevare un artista ed i compromessi a cui vanno incontro gli artisti nel moderno mercato dell'arte il film è incentrato su un altro tema quello dell'incontro tra un ANTIMENTORE e COLUI che per una particolare ragione diventerà IL BERSAGLIO . Ciò non ci viene rivelato subito , viene accennato a mano a mano fino a svelarsi chiaramente verso la fine del film : è la storia di una vendetta di un critico famoso e potente che fin dall'inizio da uomo intelligente ed astuto si rende conto che la sua musa/amante le verrà soffiata da un giovane e bell'artista che lui disprezza e considera senza arte ne parte ed attua una sottile e molto crudele vendetta fingendosi appunto un mentore !
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injestick
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lunedì 27 aprile 2009
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tra arte e passione
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Quando il pubblico si incanta difronte alle bellezze create da un artista, i suoi figli, la loro unica ragione di vita... ecco, questo è il momento di pensare a questo film.
un film che prende l'attenzione grazie alla passione di Adrian, interpretato da un Riccardo Scamarcio sensazionale, forse per il suo dono di saper fare l'attore o forse per la sua bellezza statuaria.
la passione e l'amore usati per questa specie di quadro vivente sono assaporabili dal primo istante, dai primi passi degli attori, dalle prime sculture di Adrian.
c'è ovviamente un retrogusto amarognolo, che solo poche persone possono notare... dopo l'amore c'è l'odio, l'invidia, la superiorità di ogni critico d'arte che si rispetti.
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Quando il pubblico si incanta difronte alle bellezze create da un artista, i suoi figli, la loro unica ragione di vita... ecco, questo è il momento di pensare a questo film.
un film che prende l'attenzione grazie alla passione di Adrian, interpretato da un Riccardo Scamarcio sensazionale, forse per il suo dono di saper fare l'attore o forse per la sua bellezza statuaria.
la passione e l'amore usati per questa specie di quadro vivente sono assaporabili dal primo istante, dai primi passi degli attori, dalle prime sculture di Adrian.
c'è ovviamente un retrogusto amarognolo, che solo poche persone possono notare... dopo l'amore c'è l'odio, l'invidia, la superiorità di ogni critico d'arte che si rispetti.
ovviamente è un bel film e il titolo è davvero azzeccato perchè istiga a cedere alla tentazione dell'amore per l'arte!
e come non compredere il significato affino ai magnifici occhi di Riccardo e Vittoria??
comunque film molto elaborato e lungo quanto basta!!
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marilena e.....
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sabato 21 giugno 2008
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la vendetta non paga, neanche se fatta ad arte.
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Noir molto coinvolgente. Lento volutamente all'inizio, per dare tensione e ne dà, nella seconda parte. Rubini
bravo e malefico, i ragazzi come li chiama lui hanno fa-
to senza cambiare una virgola, quello che lui voleva.
Vittoria interpreta la sua difficile parte esprimendo
tutto l'amore deluso e intuendo la tragicità conseguen-
te da certe azioni. Brava bella e sensuale, se non aves-
se quel fisico adolescenziale non si esporrebbe. A Sca-
marcio è toccata una parte ambigua e forse poteva darsi
meglio. Comunque bel giallo che rivedremo in Dwd.
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