L'ospite inatteso |
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Un film di Tom McCarthy.
Con Richard Jenkins, Haaz Sleiman, Danai Jekesai Gurira, Hiam Abbass, Marian Seldes.
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Titolo originale The Visitor.
Commedia,
Ratings: Kids+13,
durata 104 min.
- USA 2007.
uscita venerdì 5 dicembre 2008.
MYMONETRO
L'ospite inatteso ![]() ![]() ![]() ![]() ![]() |
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Un inatteso bel film
di Luigi ChiericoFeedback: 36976 | altri commenti e recensioni di Luigi Chierico |
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mercoledì 14 maggio 2014 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Ecco un tanto atteso buon regista,ottimo sceneggiatore carico di umanità e semplicità:Thomas McCarthy.Se ne sentiva il bisogno da parte di chi guardando indietro vede il cinema americano,per citarne almeno uno:Elia Kazan senza tralasciare tantissimi altri,tutti improvvisamente venuti a mancare.I loro film non muoiono mai e così L’ospite inatteso rimarrà sempre attuale e vero. Ho visto finalmente una storia toccante quanto reale, narrata in un ambiente che ci mostra un America che non sembra l’America dai lussuosi e grandi appartamenti,dalle ville immerse in magnifici giardini,dove il verde dei prati e le grandi strade servono ad illudere lo spettatore:qui è tutto così bello e perfetto. No c’è un’ America più vera,della vita comune,di un’abitazione modesta di un professore universitario,non di un modesto impiegato o di un emerito sconosciuto,c’è il rigore inflessibile del rispetto delle leggi soprattutto nei confronti di chi,da immigrato,non ha tutte le carte in regola,una vera persecuzione che stupisce anche l’americano benpensante. Vi sono le strade ed i colori che ricordano i sobborghi dei nostri paesi,da quelli francesi a quelli italiani e spagnoli. Un mondo vero,reale fatto di uomini normali che vivono la quotidianità in armonia con se stessi. Ed è in questa atmosfera che raccogliamo con stupore la generosità del professor Walter Vale(Richard Jenkins)nell’ospitare una coppia di sconosciuti:Tarek Khalil e la sua compagna Zainab.La sua non è generosità ma umanità,quella che sta venendo a mancare all’intera Umanità,sono le braccia aperte all’uomo straniero,a chi ha bisogno d’amore e di comprensione più ancora che di aiuto. Il protagonista è il primo ad avere bisogno d’affetto e d’amicizia,vive isolato dentro,fuori dal mondo,nessuno lo chiamo,non si incontra con nessuno,disdegna il suo lavoro che non lo appaga,come a tantissimi! L’incontro inatteso con la coppia è motivo di prendere consapevolezza che siamo tutti uguali a dispetto di chi ci vede sempre diversi,che il rispetto del prossimo conduce all’amicizia e poi all’affetto.Tarek e Zainab in una specie di globalizzazione ricevono ed offrono dando a Walter un diverso senso della vita,ci si può stare a pranzo e fare colazione insieme,si può imparare a suonare il djembe,tamburo battuto con le mani,ed andare a far musica di percussione tra la gente di colore,ed infine trovare rifugio alla solitudine che crea freddo e silenzio.La solitudine che si incontra anche quando si è tra la folla,in un mondo diverso che ti ignora,tra gente che non parla la tua lingua,quella del cuore perché è quella la lingua universale.Walter resterà vicino al suo ospite inatteso ma non più ignoto,ne conoscerà la madre Mouna Khalil(Hiam Abbass),condividerà anche con lei il suo modesto appartamento ma soprattutto il suo dolore,la sua tristezza ed il suo pianto.In un momento sublime le loro braccia e le loro mani si intrecceranno quasi a legarsi,è solo un messaggio: procediamo a mani unite, in armonia,aiutiamoci l’un l’altro,non facciamoci del male.L’ America è come la Siria”dirà in senso negativo Muana perché la società fatta di leggi e di politica è fredda, distaccata, spesso disumana ed è per questo che Terek si chiederà perché ce l’hanno tanto con lui che non ha fatto niente; ”Non ho forse anche io il diritto di vivere la mia vita e suonare il djembe?”. Ottima prestazione di Richard Jenkins,taciturno ma espressivo,quel che conta è quel che si fa e non quel che si dice. chigi.chibar22@libero.it
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