The Sentinel

Il protagonista è nei guai la colpa è tutta delle donne

Ci vuole faccia tosta a definirla "sicurezza". Non solo un veterano degli addetti alla protezione del Presidente americano, Pete Garrison, ha una relazione con la First Lady; nei "servizi" c'è anche un agente traditore che, d'accordo con orfani del KGB, vuole la pelle dell'uomo più potente dei mondo. Fortuna che, sbandata per la signora a parte, Pete è un affidabile angelo custode (ha salvato lui Reagan): così affronta da solo la cospirazione. Il tipo di thriller politico che, qualche anno fa, sarebbe toccato a Clint Eastwood interpretare. Oggi che il genere langue — e Clint ha altro da fare—l'onere tocca a Douglas, affiancato da una new entry di popolarità televisiva: Eva Longoria, la meno disperata delle "Desperate Housewives". Actioner sprovvisto della minima sorpresa, il film si forza di imprimere energia cinetica a situazioni di routine moltiplicando il numero delle cineprese e suddividendo lo schermo in più inquadrature. Però una cosa originale, in fondo, c'è. L'intreccio è costruito intorno al presupposto che il protagonista finisca sempre nei pasticci a causa delle donne. Non soltanto ama la Presidentessa, infatti (con infedeltà alla Casa Bianca da far impallidire lo studio ovale di Clinton); ma Kiefer Sutherland ce l'ha a morte con lui perché lo sospetta di avergli sedotto la moglie. Tra tante complicazioni, Douglas ricorre al meglio del proprio repertorio: stringere la mascella. Metafora di un thriller vecchia-maniera che nasce già logorato dalla concorrenza del piccolo schermo.
Da La Repubblica, 30 giugno 2006


di Roberto Nepoti, 30 giugno 2006