andrea giostra
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domenica 14 ottobre 2012
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potere e follia.
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Il terribile e straordinario fascino del potere e della follia. Perché anche la follia, da sempre nella storia dell’uomo, ha avuto il suo irresistibile e potente fascino. Pochi film hanno saputo rappresentare in modo così straordinario il potere e la follia insieme. Il potere assoluto e incontrastato che porta l’uomo alla follia, e il germe della follia che prende paranoicamente e prepotentemente il sopravvento sulla ragione e sul senso della realtà che inevitabilmente appaiono sempre più distorti fino a trasformarsi in allucinazioni persecutorie e minacciose. Una follia che viene magistralmente rappresentata con una sorprendente ed efficace scissione di personalità della quale una parte predica la giustizia per il suo popolo e l’altra parte, senza esitazione alcuna, si prodiga quotidianamente per sterminare senza appello e brutalmente tutti coloro che accennano timidi e innocui dissensi allo spietato dittatore Forest Whitaker.
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Il terribile e straordinario fascino del potere e della follia. Perché anche la follia, da sempre nella storia dell’uomo, ha avuto il suo irresistibile e potente fascino. Pochi film hanno saputo rappresentare in modo così straordinario il potere e la follia insieme. Il potere assoluto e incontrastato che porta l’uomo alla follia, e il germe della follia che prende paranoicamente e prepotentemente il sopravvento sulla ragione e sul senso della realtà che inevitabilmente appaiono sempre più distorti fino a trasformarsi in allucinazioni persecutorie e minacciose. Una follia che viene magistralmente rappresentata con una sorprendente ed efficace scissione di personalità della quale una parte predica la giustizia per il suo popolo e l’altra parte, senza esitazione alcuna, si prodiga quotidianamente per sterminare senza appello e brutalmente tutti coloro che accennano timidi e innocui dissensi allo spietato dittatore Forest Whitaker.
A questo primo straordinario elemento, Kevin Macdonald associa l’ambiziosa avventura umanitaria e il sogno occidentale salvifico e riparatore dell’arretratezza e dei gravi problemi sanitari e sociali delle “selvagge” popolazioni africane. Ambizione e narcisismo umanitario che portano il bravissimo co-protagonista, James McAvoy, a trasformarsi in un giovane medico improvvisamente cieco alla realtà vera che sotto i suoi occhi devasta ed opprime brutalmente il popolo ugandese sotto i cinici e disumani sistemi di sottomissione e di controllo messi quotidianamente in atto da un superlativo Whitaker per mantenere il suo incontrastato e assoluto potere.
Il film rappresenta la terribile realtà dell’Uganda degli anni settanta, quando nel 1971 prese il potere Al Haidji Dottor Idi Amin, che si “distinse” per aver compiuto lo sterminio settario più violento del ventesimo secolo, uccidendo, secondo i dati stimati da Amnesty International, più di 500.000 ugandesi di gruppi etnici diversi.
Il film è anche, a mio avviso, una metafora straordinariamente attuale, che troverebbe oggi, nel nostro paese, l’Italia, un significato forte e vivido dove le vittime non muoiono fisicamente, ma vengono debilitate e mortificate nei loro diritti costituzionalmente sanciti, da insensibili e arroganti potenti, incontrastati nei loro misfatti che quotidianamente vengono scoperchiati da una parte consistente di autorità giudiziaria fedele alla costituzione e allo stato.
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ronks
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mercoledì 21 febbraio 2007
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una storia molte vite
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UN NEOLAUREATO IN MEDICINA DECIDE DI SFUGGIRE DALL'OPPRESSIONE PATERNA PER ANDARE IN CERCA DI VITA, DI ESPERIENZA, E IL "DITO" LO PORTA IN UGANDA... PRONTO A DARE SE STESSO IN OGNI CIRCOSTANZA CHE INCONTRA (professionale/affettiva), IL DESTINO LO PORTA AD INCONTRARE Idi Amin, NUOVO SIGNORE DELLA GUERRA E DEL PAESE, UN PERSONAGGIO AFFASCINANTE E CARISMATICO CHE LO CONVINCE AD ENTRARE NEL SUO STAFF, FINO AD ARRIVARE A RICOPRIRE IL RUOLO DI CONSIGLIERE PERSONALE... DIETRO UN INIZIALE APPARENTE SERENITA', LE VICISSITUDINI DA MEDICO, CONSIGLIERE E UOMO, LO PORTANO A SVELARE LA VERA NATURA FOLLE E DITTATORIALE DI Amin, SCOPRENDO LE STRAGI E I DELITTI EFFETTUATI NEL NOME DEL PURO POTERE, DA QUI LA DECISIONE DI FUGGIRE.
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UN NEOLAUREATO IN MEDICINA DECIDE DI SFUGGIRE DALL'OPPRESSIONE PATERNA PER ANDARE IN CERCA DI VITA, DI ESPERIENZA, E IL "DITO" LO PORTA IN UGANDA... PRONTO A DARE SE STESSO IN OGNI CIRCOSTANZA CHE INCONTRA (professionale/affettiva), IL DESTINO LO PORTA AD INCONTRARE Idi Amin, NUOVO SIGNORE DELLA GUERRA E DEL PAESE, UN PERSONAGGIO AFFASCINANTE E CARISMATICO CHE LO CONVINCE AD ENTRARE NEL SUO STAFF, FINO AD ARRIVARE A RICOPRIRE IL RUOLO DI CONSIGLIERE PERSONALE... DIETRO UN INIZIALE APPARENTE SERENITA', LE VICISSITUDINI DA MEDICO, CONSIGLIERE E UOMO, LO PORTANO A SVELARE LA VERA NATURA FOLLE E DITTATORIALE DI Amin, SCOPRENDO LE STRAGI E I DELITTI EFFETTUATI NEL NOME DEL PURO POTERE, DA QUI LA DECISIONE DI FUGGIRE... IL REGISTA NON SI RISPARMIA, RIUSCENDO A COMUNICARE L'ESISTEZIALITA' DEI VARI ACCADIMENTI ATTRAVERSO PARALLELISMI CON LA NATURA, L'ALTERNANZA E GLI INTRECCI DEGLI ASPETTI PERSONALI, E NON, DRAMMATICI CON QUELLI PIU' DISTESI, TUTTO IN MODO PARTICOLAREGGIATO, SENZA LASCIARE NULLA AL CASO... FILM DI FORTE IMPATTO!
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marco
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martedì 27 febbraio 2007
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il fascino di un dittatore
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Lontano dall’essere un film di denuncia sociale L’ultimo re di Scozia è prevalentemente il racconto della fascinazione del giovane dottore scozzese Nicholas Garrigan nei confronti del dittatore ugandese Idi Amin, sintomatica dell’attrattiva che un mondo sconosciuto come l’Africa può avere nei confronti di un punto di vista occidentale, soprattutto nel caso in cui ne viene presentato il volto più seducente. Un volto effimero e che nasconde nefandezze e orrori di ogni tipo. Ma queste ultime restano in secondo piano, quasi da complemento a quello che il punto nodale del film: il confronto-scontro tra Nicholas-Amin che parte come pura e semplice curiosità, si sviluppa in attrazione prima e in rapporto simil-familiare poi, fino a sfociare nel disprezzo e nell’odio quando il dittatore ugandese mosterà la sua vera faccia, come Nicholas avrà modo di sperimentare direttamente sulla sua pelle.
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Lontano dall’essere un film di denuncia sociale L’ultimo re di Scozia è prevalentemente il racconto della fascinazione del giovane dottore scozzese Nicholas Garrigan nei confronti del dittatore ugandese Idi Amin, sintomatica dell’attrattiva che un mondo sconosciuto come l’Africa può avere nei confronti di un punto di vista occidentale, soprattutto nel caso in cui ne viene presentato il volto più seducente. Un volto effimero e che nasconde nefandezze e orrori di ogni tipo. Ma queste ultime restano in secondo piano, quasi da complemento a quello che il punto nodale del film: il confronto-scontro tra Nicholas-Amin che parte come pura e semplice curiosità, si sviluppa in attrazione prima e in rapporto simil-familiare poi, fino a sfociare nel disprezzo e nell’odio quando il dittatore ugandese mosterà la sua vera faccia, come Nicholas avrà modo di sperimentare direttamente sulla sua pelle. Ricostruzione storico sociale funzionale, ma mai particolarmente approfondita; uno sguardo visivo sull’Africa che ha il merito di non cadere quasi mai nello stereotipato e nel cartolinesco (dall’altra parte il regista viene dal mondo del documentario), ma anche una sceneggiatura un po’ ripetitiva e superficiale in alcuni punti e diventa una vera e propria spy-story nella seconda parte, prima di raggiungere un finale fin troppo romanzato. Withaker è grandioso (anche se non fa gridare al miracolo) e pure restando in scena relativamente poco, riesce a trasmettere l’imponenza e il carisma del suo personaggio non solo nelle scene madri, ma anche nelle piccole gestualità e negli sguardi.
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emanuele
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venerdì 9 marzo 2007
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quando il potere fa paura
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I simboli del potere di un uomo e della miseria di un popolo si scontrano sin dal principio: il giovane dottore scozzese Nicholas Garrigan (James McAvoy) infatti, in Uganda come volontario, si trova a prestare soccorso al neo leader del Paese, Amin, che ha distrutto la sua Maserati sbattendo contro una mucca.
Prima di diventare Presidente dell’Uganda, Idi Amin Dada fu implicato nel contrabbando di oro e avorio. Dopo aver appreso che il Primo Ministro Obote, suo complice, stava pianificando il suo arresto, Amin organizzò un colpo di stato e prese il potere il 25 gennaio del 1971.
La sua condotta, improntata alla violenza e alla persecuzione di molti gruppi etnici, si stima che abbia causato circa 300.
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I simboli del potere di un uomo e della miseria di un popolo si scontrano sin dal principio: il giovane dottore scozzese Nicholas Garrigan (James McAvoy) infatti, in Uganda come volontario, si trova a prestare soccorso al neo leader del Paese, Amin, che ha distrutto la sua Maserati sbattendo contro una mucca.
Prima di diventare Presidente dell’Uganda, Idi Amin Dada fu implicato nel contrabbando di oro e avorio. Dopo aver appreso che il Primo Ministro Obote, suo complice, stava pianificando il suo arresto, Amin organizzò un colpo di stato e prese il potere il 25 gennaio del 1971.
La sua condotta, improntata alla violenza e alla persecuzione di molti gruppi etnici, si stima che abbia causato circa 300.000 vittime, e dimostra come il regime di Amin sia storicamente uno dei più sanguinosi conosciuti in Africa.
Più discreta e tollerante della verità storica, la pellicola mescola abilmente fatti reali e intreccio: la follia di Amin, i tumulti del popolo ugandese, i rapimenti dei collaboratori del Presidente e il dirottamento del volo Air France 139 nel giugno 1976, forniscono un equilibrato supporto al duplice viaggio che compiono i protagonisti.
Uno esterno, affascinante, in mezzo al potere, ai piaceri e alla ricchezza, in cui immoralità e falsa ingenuità non hanno confine; l’altro interno, alla scoperta della vita, durante il quale gli occhi di Nicholas si aprono lentamente alla coscienza e il ragazzo si rende conto di essere testimone e complice di eventi sempre più inquietanti, dettati dalla mente degenerata di Amin.
Dal film emergono, con una lieve difficoltà, la corruttibile impotenza della gioventù, guidata dall’ambizione e spinta da un immaturo quanto sincero desiderio di fare qualcosa per gli altri, e la folle prepotenza di un uomo, avido e instabile, desideroso e capace di ottenere e mantenere il potere attraverso la menzogna e la minaccia.
Fortunatamente ci viene insegnato che una folle crudeltà, paradossale e negativa espressione delle responsabilità che un grande potere implica, può smettere di mietere vittime inermi e innocenti e può portare nella coscienza collettiva un nuovo equilibrio capace di restituire diritti e dignità al potere, sconfiggendo la paura e la violenza e rendendolo sinonimo di giustizia.
Infine, una menzione sicuramente meritata va a Forest Whitaker, che interpreta Idi Amin Dada: vincitore di Golden Globe e Oscar, tratteggia un personaggio dalle due anime, una sensibile e una perversa, che sorprende e affascina.
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filippo catani
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venerdì 2 settembre 2011
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follia al potere
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Un giovane medico neolaureato scozzese decide di esercitare il prorpio mestiere presso una missione in Uganda per stare lontano dal padre. Siamo nel 1970 quando in Uganda si fa strada il generale Amin che promette di governare il paese per favorire il popolo. Lo scozzese diventerà suo medico personale e assisterà da vicino al delirio di un uomo che in nove anni di dittatura uccise circa 300.000 persone.
Il film è decisamente ben fatto e molto evocativo. Soprattutto ci mostra grazie alla bravura di Whitaker il fascino che ogni dittatore ai suoi esordi eserciti sulla folla. E come tutti i dittatori al loro avvento vi sono grandi promesse: più ospedali, più scuole, più case.
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Un giovane medico neolaureato scozzese decide di esercitare il prorpio mestiere presso una missione in Uganda per stare lontano dal padre. Siamo nel 1970 quando in Uganda si fa strada il generale Amin che promette di governare il paese per favorire il popolo. Lo scozzese diventerà suo medico personale e assisterà da vicino al delirio di un uomo che in nove anni di dittatura uccise circa 300.000 persone.
Il film è decisamente ben fatto e molto evocativo. Soprattutto ci mostra grazie alla bravura di Whitaker il fascino che ogni dittatore ai suoi esordi eserciti sulla folla. E come tutti i dittatori al loro avvento vi sono grandi promesse: più ospedali, più scuole, più case. Purtroppo, come la storia tristemente insegna, non appena insediati al potere questi uomini non fanno altro che rubare dalle casse dello stato e uccidere. Purtroppo spesso tutto ciò, almeno inizialmente, avviene con la connivenza più o meno nascosta dei poteri forti e in questo caso degli inglesi. Ecco allora che uno sprovveduto giovane scozzese non può che subire il fascino del dittatore per essere poi lui stesso stritolato dalla terribile macchina della paura di tradimenti o congiure. Whitaker giustamente insignito con il premio Oscar.
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shiningeyes
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venerdì 22 febbraio 2013
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violenza e tensione
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Tratto dal romanzo di Giles Foden, "L'ultimo re di Scozia" racconta la feroce dittatura di Idi Amin Dada in Uganda, sotto gli occhi del giovane medico scozzese Garrigan (personaggio immaginario). Il giovane volontario parte in Uganda con intenzioni umanitarie e per fare esperienza, ma ben presto, trovandosi casualmente nelle grazie del dittatore, si troverà a fare i conti con un interminabile escalation di violenza perpetrata dal folle statista.
La regia di Kenny Mcdonald è efficace e ben mirata nel far vedere le porcherie e le violazioni dei diritti umani di un dittatore eccentrico quanto mai folle; interpretato da un ottimo Forest Whitaker che strappò la vittoria a Di Caprio negli Oscar 2007, il cui secondo anche aveva girato un film su vicende di sangue avvenute in Africa ("Blood Diamonds"); e penso che comunque l'Oscar se lo giocavano alla pari entrambi, forse un pochino di più Whitaker, che deve aver compiuto uno studio notevole del personaggio.
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Tratto dal romanzo di Giles Foden, "L'ultimo re di Scozia" racconta la feroce dittatura di Idi Amin Dada in Uganda, sotto gli occhi del giovane medico scozzese Garrigan (personaggio immaginario). Il giovane volontario parte in Uganda con intenzioni umanitarie e per fare esperienza, ma ben presto, trovandosi casualmente nelle grazie del dittatore, si troverà a fare i conti con un interminabile escalation di violenza perpetrata dal folle statista.
La regia di Kenny Mcdonald è efficace e ben mirata nel far vedere le porcherie e le violazioni dei diritti umani di un dittatore eccentrico quanto mai folle; interpretato da un ottimo Forest Whitaker che strappò la vittoria a Di Caprio negli Oscar 2007, il cui secondo anche aveva girato un film su vicende di sangue avvenute in Africa ("Blood Diamonds"); e penso che comunque l'Oscar se lo giocavano alla pari entrambi, forse un pochino di più Whitaker, che deve aver compiuto uno studio notevole del personaggio. Mi spiace per il piccolo errore di regia nel voler dare più spazio del previsto a James McAvoy nella parte del medico, il quale non impressiona particolarmente nella pellicola. Comunque, il valore del film di per sé, sta nelle fitte trame che si succedono, nella quali in certi momenti ci sono scene da cuore in gola come negli scatti di violenza di Amin Dada.
Segnalo anche una fotografia niente male, basata molto sui giochi espressivi dei protagonisti e sui fatti sanguinosi messi in mostra dalla telecamera. Il montaggio anche è interessante, costruito in modo dinamico e palpitante, che seleziona bene le poche scene (buonissime) d'azione.
Film inglese a basso costo (6 milioni) che coglie nel pieno quando si tratta di illustrare storie di veridicità con estrema cura, seppur, in questo caso, abbastanza romanzate - anche se i fatti del dittatore sono reali-. Meritevole di visione.
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furettorosso
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venerdì 23 marzo 2007
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una sceneggiatura poco curata !!!
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L'ultimo Re di Scozia!!!
un film che sicuramente sottolinea un evento storico poco conosciuto, ma come tanti altri, della storia africana.
un film che dà grande spazio alla grandezza di Forest Whitaker, personaggio curato nei dettagli e gestito bene dagli autori nelle contraddizioni che caratterizzavano il dittatore Idi Amin.
Ma... "di se e di ma" se ne possono trovare tanti in questa prima lunga opera di Kevin Macdonald:
innanzitutto trovo che la questione sociale e politica sia stata affrontata con troppa superficialità e poco si percepisce nel film degli intrigi internazionali, della posizione dell'occidente all'inizio della dittatura e del ruolo di questa nel colpo di stato.
Alcune frasi della sceneggiatura addiritura sembrano mostrare le case farmaceutiche come una salvezza per il popolo africano, mentre oramai si conoscono bene le tragiche conseguenze delle politiche portate avanti dalle imprese farmaceutiche.
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L'ultimo Re di Scozia!!!
un film che sicuramente sottolinea un evento storico poco conosciuto, ma come tanti altri, della storia africana.
un film che dà grande spazio alla grandezza di Forest Whitaker, personaggio curato nei dettagli e gestito bene dagli autori nelle contraddizioni che caratterizzavano il dittatore Idi Amin.
Ma... "di se e di ma" se ne possono trovare tanti in questa prima lunga opera di Kevin Macdonald:
innanzitutto trovo che la questione sociale e politica sia stata affrontata con troppa superficialità e poco si percepisce nel film degli intrigi internazionali, della posizione dell'occidente all'inizio della dittatura e del ruolo di questa nel colpo di stato.
Alcune frasi della sceneggiatura addiritura sembrano mostrare le case farmaceutiche come una salvezza per il popolo africano, mentre oramai si conoscono bene le tragiche conseguenze delle politiche portate avanti dalle imprese farmaceutiche.
Inoltre solo un piccolo accenno al ruolo dell'Inghilterra nel colpo di Stato di Amin, mentre risalta in modo particolare l'opinione della stampa inglese e americana contro la dittatura africana (forse scandalizzata, solo dopo, gli stretti rapporti del dittatore con l'Urss e l'Olp).
Insomma c'era da sottolineare maggiormente il fatto che all'occidente un colpo di stato di UN certo tipo piace e conviene, quando non tutela più i suoi interessi diviene Dittatura!!!
Un film troppo hollywoodiano, nella struttura della storia e nelle vicende raccontate, poca africa e molto buonismo occidentale !!!
Da un documentarista, un film così non ce lo si aspetta di certo...
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