L'ultimo re di Scozia |
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Un film di Kevin Macdonald.
Con Forest Whitaker, James McAvoy, Kerry Washington, Simon McBurney, Gillian Anderson
Titolo originale The Last King of Scotland.
Drammatico,
durata 121 min.
- Gran Bretagna 2006.
- 20th Century Fox Italia
uscita venerdì 16 febbraio 2007.
MYMONETRO
L'ultimo re di Scozia
valutazione media:
3,07
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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quando il potere fa pauradi EmanueleFeedback: 0 |
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venerdì 9 marzo 2007 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
I simboli del potere di un uomo e della miseria di un popolo si scontrano sin dal principio: il giovane dottore scozzese Nicholas Garrigan (James McAvoy) infatti, in Uganda come volontario, si trova a prestare soccorso al neo leader del Paese, Amin, che ha distrutto la sua Maserati sbattendo contro una mucca. Prima di diventare Presidente dell’Uganda, Idi Amin Dada fu implicato nel contrabbando di oro e avorio. Dopo aver appreso che il Primo Ministro Obote, suo complice, stava pianificando il suo arresto, Amin organizzò un colpo di stato e prese il potere il 25 gennaio del 1971. La sua condotta, improntata alla violenza e alla persecuzione di molti gruppi etnici, si stima che abbia causato circa 300.000 vittime, e dimostra come il regime di Amin sia storicamente uno dei più sanguinosi conosciuti in Africa. Più discreta e tollerante della verità storica, la pellicola mescola abilmente fatti reali e intreccio: la follia di Amin, i tumulti del popolo ugandese, i rapimenti dei collaboratori del Presidente e il dirottamento del volo Air France 139 nel giugno 1976, forniscono un equilibrato supporto al duplice viaggio che compiono i protagonisti. Uno esterno, affascinante, in mezzo al potere, ai piaceri e alla ricchezza, in cui immoralità e falsa ingenuità non hanno confine; l’altro interno, alla scoperta della vita, durante il quale gli occhi di Nicholas si aprono lentamente alla coscienza e il ragazzo si rende conto di essere testimone e complice di eventi sempre più inquietanti, dettati dalla mente degenerata di Amin. Dal film emergono, con una lieve difficoltà, la corruttibile impotenza della gioventù, guidata dall’ambizione e spinta da un immaturo quanto sincero desiderio di fare qualcosa per gli altri, e la folle prepotenza di un uomo, avido e instabile, desideroso e capace di ottenere e mantenere il potere attraverso la menzogna e la minaccia. Fortunatamente ci viene insegnato che una folle crudeltà, paradossale e negativa espressione delle responsabilità che un grande potere implica, può smettere di mietere vittime inermi e innocenti e può portare nella coscienza collettiva un nuovo equilibrio capace di restituire diritti e dignità al potere, sconfiggendo la paura e la violenza e rendendolo sinonimo di giustizia. Infine, una menzione sicuramente meritata va a Forest Whitaker, che interpreta Idi Amin Dada: vincitore di Golden Globe e Oscar, tratteggia un personaggio dalle due anime, una sensibile e una perversa, che sorprende e affascina.
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