otrofilm
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mercoledì 22 agosto 2007
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angosciante... ma anche un po demenziale...
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Assolutamente imparagonabile al molto più suggestivo e realistico predecessore "Open Water", questo Adrift alterna momenti di vera angoscia per lo spettatore con delle scene quasi demenziali vista la stupidità e grottesca incapacità dei sei protagonisti intenti a risalire su una barca in mezzo al mare dopo aver dimenticato la scaletta per la risalita...
costruiscono una corda con i costumi e ci fanno aggrappare il più grosso e pesante del gruppo anzichè una donna, riescono a tirare giù un cellulare e litigando lo annacquano, esplorando il sotto della barca si fratturano la testa sbattendo contro l'elica, alla fine si accoltellano tra di loro invece di usare il coltello come scaletta...
E dopo tutto questo arriva il finale nel quale non si capisce chi sopravvive.
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Assolutamente imparagonabile al molto più suggestivo e realistico predecessore "Open Water", questo Adrift alterna momenti di vera angoscia per lo spettatore con delle scene quasi demenziali vista la stupidità e grottesca incapacità dei sei protagonisti intenti a risalire su una barca in mezzo al mare dopo aver dimenticato la scaletta per la risalita...
costruiscono una corda con i costumi e ci fanno aggrappare il più grosso e pesante del gruppo anzichè una donna, riescono a tirare giù un cellulare e litigando lo annacquano, esplorando il sotto della barca si fratturano la testa sbattendo contro l'elica, alla fine si accoltellano tra di loro invece di usare il coltello come scaletta...
E dopo tutto questo arriva il finale nel quale non si capisce chi sopravvive.
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francesco manca
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martedì 21 agosto 2007
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"alla deriva...del ridicolo"
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Qual'era l'intento di questa pellicola? Ovviamente, quello di cercare di eguagliare l'inaspettato successo del sorprendente "Open water", un piccolo film indipendente girato con la macchina digitale, che raccontava la storia di due sub che durante un'escursione in barca, venivano dimenticati nel bel mezzo dell'Oceano Pacifico delle Bahamas in balia degli squali, della fame e della disperazione. Cosa hanno pensato i produttori? "Mah, riportiamo sullo schermo la stessa storia di "Open Water", magari senza squali, senza meduse velenose, senza pesci... Ah! però anzi che due, stavolta, ce ne mettiamo addirittura sei di idioti sperduti in mezzo al mare; diamogli pure una barca, tanto si dimenticheranno di buttare giù la scaletta.
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Qual'era l'intento di questa pellicola? Ovviamente, quello di cercare di eguagliare l'inaspettato successo del sorprendente "Open water", un piccolo film indipendente girato con la macchina digitale, che raccontava la storia di due sub che durante un'escursione in barca, venivano dimenticati nel bel mezzo dell'Oceano Pacifico delle Bahamas in balia degli squali, della fame e della disperazione. Cosa hanno pensato i produttori? "Mah, riportiamo sullo schermo la stessa storia di "Open Water", magari senza squali, senza meduse velenose, senza pesci... Ah! però anzi che due, stavolta, ce ne mettiamo addirittura sei di idioti sperduti in mezzo al mare; diamogli pure una barca, tanto si dimenticheranno di buttare giù la scaletta..."
E così è stato. E volete sapere cosa ne è venuto fuori? Una vera schifezza! Un film privo di alcun senso logico, privo di sceneggiatura, privo di regia, anche privo di titolo (come si fa ad avere il fegato per chiamare un simile scempio "Open water 2"?).
Come tanti altri illusi che hanno avuto modo di vedere il film, anch'io mi aspettavo che da quelle misteriose acque del Mediterraneo occidentale spuntasse fuori almeno uno squaletto, un barracuda, una medusa, un pesce rosso... ma neanche quello! Un mare senza pesci, un film senza dignità.
I protagonisti finiscono per ammazzarsi a vicenda, e se non è con un coltello, può essere tentando di cercare la riva (che tra l'altro è a migliaia di chilometri...); uno dei protagonisti, addirittura, muore a causa di un trauma cranico, provocatogli da una brutta botta in testa (dove ha sbattuto ve lo lascio immaginare...).
Tutto finisce quando la mattina seguente, Capitan Findus col suo peschereccio scassato rinviene la barca dei sei ragazzi tra cui c'è anche una superstite (guarda caso, è la madre con la bambina).
Inutile nascondere che non posso fare a meno di rimpiangere il "prequel"...
Assolutamente sconsigliato!
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mauro
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venerdì 31 agosto 2007
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asensato
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Dialoghi spesso pacchiani e che scadono nel ridicolo...la qualità del filmato sale dopo circa 2/5 del film, raggiungendo picchi molto belli.Il tallone d'achille sta nei dialoghi e negli atteggiamenti/approci alle situzioni(sin dall'inizio del film) che se fossero stati diversi sarebbe stato un ottimo lavoro, peccato.
Film da 6= , in qualche pezzo faceva ridere da quanto era assurdo : spoiler - qualche esempio :
1) quando la mamma attraversa la passerella con la bimba in braccio
2) tentare di fermare l'amico che con il coltello cercava di aprire la fessura
3) il tizio che cercava il coltello quando era affondato in alto mare
ecc...
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imasfreeasmyhair
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martedì 2 agosto 2011
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un film tutto fumo e niente arrosto
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La storia è debole, l'intraprendenza dei protagonisti quasi inesistente.
Sei ragazzi vanno in gita nell'oceano a bordo di un piccolo yacht oceanico (quindi dai bordi alti) e si tuffano tutti senza aver calato la scaletta.
Inspiegabile come, sebbene non abbiano calato nessun'ancora galleggiante (alla quale avrebbero potuto aggrapparsi per risalire) la barca rimanga immobile anche con la tempesta.
I sei hanno a disposizione ogni mezzo possibile per risalire: sono tutti magri e prestanti, leggeri, hanno due maschere, un coltello, un delfino gonfiabile, una corda fatta di costumi, e un CELLULARE, e riescono a perdere tutto: una maschera viene lasciata andare assieme alla corda di costumi dopo UN solo tentativo andato male, il coltello anzichè venir usato come puntello per salire viene abbandonato alle acque, il delfino gonfiabile viene bucato dopo pochi minuti, il cellulare viene buttato a mare solo perché sembrava non funzionare (quando in realtà sarebbe bastato aspettare che si asciugasse un po').
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La storia è debole, l'intraprendenza dei protagonisti quasi inesistente.
Sei ragazzi vanno in gita nell'oceano a bordo di un piccolo yacht oceanico (quindi dai bordi alti) e si tuffano tutti senza aver calato la scaletta.
Inspiegabile come, sebbene non abbiano calato nessun'ancora galleggiante (alla quale avrebbero potuto aggrapparsi per risalire) la barca rimanga immobile anche con la tempesta.
I sei hanno a disposizione ogni mezzo possibile per risalire: sono tutti magri e prestanti, leggeri, hanno due maschere, un coltello, un delfino gonfiabile, una corda fatta di costumi, e un CELLULARE, e riescono a perdere tutto: una maschera viene lasciata andare assieme alla corda di costumi dopo UN solo tentativo andato male, il coltello anzichè venir usato come puntello per salire viene abbandonato alle acque, il delfino gonfiabile viene bucato dopo pochi minuti, il cellulare viene buttato a mare solo perché sembrava non funzionare (quando in realtà sarebbe bastato aspettare che si asciugasse un po').
I protagonisti si rivelano sciocchi e sprovveduti, le situazioni paradossali, insomma è una sorta di grossa utopia i quali punti forti sono solo la colonna sonora e il finale aperto, molto affascinante.
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xxx
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sabato 25 agosto 2007
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film tutto blu
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Un gruppo di sei amici si ritrovano per il compleanno di uno di questi, decidendo di fare un viaggio in mare aperto. A causa del caldo insopportabile, decidono di tuffarsi a mare per farsi una nuotata. Ma, ahimé, faranno un errore fatale... Sequel del fortunato "Open Water", "Alla deriva" riesce a tenere abbastanza alto il ritmo della tensione per tutto il film. Le musiche, ma soprattutto le inquadrature, non facili da fare in mare, sono sicuramente state il punto forte, così come la trama, che perde però nelle interpretazioni di attori quasi principianti e molto banali. Film abbastanza interessante, ma un po' carente nella sceneggiatura: sempre prevedibile e elementare. Voto finale, 2.
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simone magli
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lunedì 16 marzo 2015
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un po' di pecche ma sottovalutato
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Togliendo i soliti dialoghi americani, che si sa, sono sempre pessimi, questo film qualche spunto buono ce l'ha. Tiene bene la suspanse, il crescendo del dramma che anche lo spettatore si trova a vivere è straziante. I personaggi peccano di molte ingenuità, ma ci può stare; sono caratterizzati da silenzi carichi di rabbia, sensi di colpa, paure del passato che si ripresentano, solitudini ecc. Questi silenzi rafforzano il film. Il finale non è scontato, secondo me è anzi abbastanza valido. Trovo infine efficace la finta trappola tesa allo spettatore riguardo il solito squalo, che in questo film non viene "usato", a differenza di tante altre pellicole del solito genere.
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Togliendo i soliti dialoghi americani, che si sa, sono sempre pessimi, questo film qualche spunto buono ce l'ha. Tiene bene la suspanse, il crescendo del dramma che anche lo spettatore si trova a vivere è straziante. I personaggi peccano di molte ingenuità, ma ci può stare; sono caratterizzati da silenzi carichi di rabbia, sensi di colpa, paure del passato che si ripresentano, solitudini ecc. Questi silenzi rafforzano il film. Il finale non è scontato, secondo me è anzi abbastanza valido. Trovo infine efficace la finta trappola tesa allo spettatore riguardo il solito squalo, che in questo film non viene "usato", a differenza di tante altre pellicole del solito genere.
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carloalberto
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lunedì 23 agosto 2021
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angoscia ottenuta a basso costo di produzione
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Al di là delle incongruenze logiche del plot, della superficialità dei dialoghi, giustificata, in parte, dal profilo psicologico dei personaggi, ragazzotti americani di estrazione piccolo borghese senza pretese intellettuali, il film di questo giovane, all’epoca, regista tedesco, Hans Horn, funziona perfettamente, generando nello spettatore quello stesso senso di angoscia che si immagina potrebbe cogliere chi si trovasse nella stessa situazione dei protagonisti. Il cast nella media, per non dire mediocre, fatta eccezione forse per la protagonista femminile, interpretata da Susan Pratt, un attrice soprattutto televisiva, ed il finale alla Hitchcock, fuori luogo per un prodotto commerciale di questo tipo, guastano ma non rovinano completamente la godibilità di un film di puro intrattenimento che con pochi soldi riesce laddove altri falliscono con enormi costi di produzione.
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Al di là delle incongruenze logiche del plot, della superficialità dei dialoghi, giustificata, in parte, dal profilo psicologico dei personaggi, ragazzotti americani di estrazione piccolo borghese senza pretese intellettuali, il film di questo giovane, all’epoca, regista tedesco, Hans Horn, funziona perfettamente, generando nello spettatore quello stesso senso di angoscia che si immagina potrebbe cogliere chi si trovasse nella stessa situazione dei protagonisti. Il cast nella media, per non dire mediocre, fatta eccezione forse per la protagonista femminile, interpretata da Susan Pratt, un attrice soprattutto televisiva, ed il finale alla Hitchcock, fuori luogo per un prodotto commerciale di questo tipo, guastano ma non rovinano completamente la godibilità di un film di puro intrattenimento che con pochi soldi riesce laddove altri falliscono con enormi costi di produzione.
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alessandra
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giovedì 16 agosto 2018
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secondo me il pianto della bambina svela il finale
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Dovrò riguardare la scena finale del pianto della bambina. Se è lontano come il rumore del peschereccio significa che sono tutti morti e che la scaletta dello yacht è stata messa giù bene dal pescatore mentre scendeva x portare in salvo la bambina. Quindi bisogna concentrarsi solo su questo.... se invece il pianto è sullo yacht anche dopo il passaggio del pescatore significa che sono vivi.
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dany
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giovedì 23 agosto 2007
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oceano di ansie
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un thriller da ansia,ansia pura.tema:il mare.mare misterioso,mare traditore,mare assassino!questi ragazzi che si ritrovano per una bella giornata che invece si trasforma in un susseguirsi di paure.prevale molto anche il lato emotivo,riguardante la bimba(paura di lasciarla sola), morte di zach(conseguente disperazione della fidanzata),amy(strazio per il suo trauma infantile,per la figlia e per il marito)e via dicendo...e la morale:l'amicizia!questa ragazza che,nonostante il suo passato e nonostante ci fosse sua figlia che ormai poteva godere solo della sua presenza,munitasi di forza e coraggio,affronta da sola il suo nemico(mare)pur di salvare il suo "amico".e se fosse annegata pure lei?la bimba che fine faceva?non so,ma forse ho cambiato un po' idea sulle uscite in barca!!!!!
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