Balzac e la piccola sarta cinese

Acquista su Ibs.it   Dvd Balzac e la piccola sarta cinese   Blu-Ray Balzac e la piccola sarta cinese  
Un film di Dai Sijie. Con Zhou Xun, Ye Liu, Wang Shuangbao, Cong Zhijun, Wang Hong Wei.
continua»
Titolo originale Balzac et la petite tailleuse chinoise. Drammatico, durata 116 min. - Francia, Cina 2002.
   
   
   

Renata Pisu

La Repubblica

Balzac e la piccola sarta cinese è un “come eravamo” dei maoismo, un film (appena uscito nelle sale italiane) intriso di sarcasmo e nostalgia per il tempo passato, dove l’assurdo della Rivoluzione culturale degli Anni Settanta, si acuisce nella realtà della Cina profonda, la Cina contadina e analfabeta dove il “giovane istruito” di nome Mari esce a intrattenere i villici con una Sonata di Mozart che esegue sul suo violino, sostenendo che il compositore ha scritto il pezzo in onore dei Presidente Mao. Perbacco! Ma che bravo compagno questo Mozart! E dove la lettura di testi proibiti della letteratura decadente dell’Occidente fa capire alla sartina campagnola che “la bellezza in una donna è un tesoro inestimabile”. E così lei, che bella lo è, pianta i suoi due spasimanti che l’hanno introdotta clandestinamente alla letteratura, e se ne va in città.
L’autore di Balzac e la piccola sarta cinese è Dai Sijie che da tempo vive in Francia e che ha adattato e diretto il film tratto dal suo libro omonimo (un bestseller in Francia, oltre 25° mila copie vendute, e anche in Italia, dove è pubblicato da Adeiphi). II film è forse più incline al sentimentalismo di quanto non lo fosse il libro, con un finale diverso in cui si vede l’acqua della grande diga sullo Yangzi sommergere la valle dove, trent’anni prima, si era svolta la vicenda della piccola sarta contadina e dei due ragazzi che erano stati mandati in campagna a “rieducarsi il pensiero”. Destino comune a centinaia di migliaia di altri “giovani istruiti“ costretti dalla Suprema Volontà a abbandonare gli studi e le Città per trapiantarsi nelle campagne, un esperimento fallito ma che ha segnato tante vite e, in Cina, ha ispirato, negli anni Ottanta, quella che è stata definita la “letteratura delle ferite”, resoconti sicuramente veritieri di sofferenze, privazioni, umiliazioni, ma sempre lacrimosi, accorati, vittimistici. Insomma, noiosi.
Mai nessuno, forse soltanto Cheng nella sua Trilogia dei Re, aveva però raccontato quegli anni con ironia, con il distacco che è temporale (Dai Sijie ha scritto il suo libro a metà degli anni Novanta) e fisico perché Dai il suo passato (la storia è in gran parte autobiografica) lo ricorda a Parigi, a botta fredda dunque, e ci ride sopra, cosa che in Cina, ancora oggi, potrebbe apparire sconveniente, per lo meno bizzarra.
Così questo film si potrebbe paragonare al Goodbye Lenin tedesco, dove il figlio tenta di far credere alla mamma, entrata in coma col regime e risvegliatasi dopo il crollo dei muro, che niente è cambiato, situazione assurda dove la comicità che scaturisce dal susseguirsi degli inganni lascia trapelare di tanto in tanto una vena di nostalgia per un modo di vivere al quale la memoria può rendere soltanto omaggio con una grande risata che seppellisce tutto. Ma si può o non si può ridere delle tragedie del passato? Sì, nella misura in cui si dà atto dell’esistenza di un kItsch nostalgico post-comunista che non pretende di affrontare la Storia ma le singole storie delle persone, siano tedeschi, siano cinesi, siano italiani la classe operaia va o non va in paradiso?) Infatti, nel film e nel libro di Dai Sijie le storie sono di persone ma, anche, di personaggi, quelli balzachiani de La Commedia urnana, quelli di Stendhal, Flaubert, Dumas e Kipling i cui romanzi sono custoditi in una vecchia valigia che Ma e Luo, i due protagonisti, hanno sottratto a un compagno e dalla quale attingono via via testi proibiti per godere dell’evasione della lettura e per sedurre, leggendoglieli ad alta voce, la piccola sarta della quale sono entrambi innamorati. CosI il film è anche una sorta di “educazione sentimentale“ che si svolge in un’epoca preaudiovisiva ma dove già aleggia la commistione dei generi, la promessa della multimedialità. Ecco i due ragazzi che prima introducono il «compagno Mozart» alle masse rurali, poi raccontano storie avvincenti ai contadini, storie di personaggi dl romanzi famosi dell’Occidente marcio e borghese che però affascinano l’auditorio al quale Ma e Luo li presentano come “eroici rivoluzionari dediti alla causa del popolo”. Il Conte di Montecristo diventa il fittizio protagonista di un film della Corea del Nord che Ma e Luo hanno ottenuto il permesso di andare a vedere nella cittadina vicina a patto che poi raccontassero la trama al pubblico del villaggio che li ascolta a bocca aperta; in un’altra occasione, eccoli che contrabbandano la Ursule Mirouet di Balzac per l’eroina di un film albanese,tutto si tiene nel brivido sardonico che percorre il libro di Dai Sijie. E nel film? Forse l’inondazione finale che sommerge la terra del passato e della memoria, si rivela un pretesto per una facile nostalgia di un mondo scomparso, un ultimo omaggio al kitsch postcomunista.
Da La Repubblica, 12 luglio 2004


di Renata Pisu, 12 luglio 2004

Sei d'accordo con la recensione di Renata Pisu?

Sì, sono d'accordo No, non sono d'accordo
0%
No
0%
Scrivi la tua recensione
Leggi i commenti del pubblico
Balzac e la piccola sarta cinese | Indice

Recensioni & Opinionisti Premi
Multimedia Shop & Showtime
Golden Globes (1)


Articoli & News
Link esterni
Sito ufficiale
Shop
DVD
Scheda | Cast | News | Poster | Foto | Frasi | Rassegna Stampa | Shop |
prossimamente al cinema Film al cinema Novità in dvd Film in tv
Altri prossimamente » Altri film al cinema » Altri film in dvd » Altri film in tv »
home | cinema | database | film | uscite | dvd | tv | box office | prossimamente | colonne sonore | Accedi | trailer | TROVASTREAMING |
Copyright© 2000 - 2024 MYmovies® // Mo-Net All rights reserved. P.IVA: 05056400483 - Licenza Siae n. 2792/I/2742 - credits | contatti | redazione@mymovies.it
Normativa sulla privacy | Termini e condizioni d'uso
pubblicità