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Avrei voluto assegnare 2 stelle e mezzo a questo film ma ciò non è possibile (non lo trovo nè appena corretto nè più che discreto).
Frotte di adolescenti si buttano sotto il treno, nel vuoto, l'importante è farsi fuori e possibilmente in modo truculento, questo il senso del gioco. La polizia indaga ma è lenta nel comprendere la portata del fenomeno. Tutta una serie di passaggi basata su criptiche telefonate con voci di bambini, fantomatici internet-investigatori-dipendenti, girl band che trasmettono messaggi in codice, campionari di brandelli di pelle umana cuciti a mo' di pellicola convergeranno (o no?) verso una pseudo origine del male (che in realtà ha radici molto più profonde).
Tutto questo per dire probabilmente che cosa? Che la famiglia si sgretola sotto il peso dell'incomunicabilità e che ormai è rassegnata a non tentare più di costruire un ponte sul baratro tra generazioni (ammesso che abbia tentato). Insomma i giovani sono da una parte, nel loro effimero regno elettronico fatto di miti negativi (piuttosto che non averne...) e i genitori dall'altra guardano attoniti e con profonde fratture socio-emozionali insinuatesi anche fra loro.
Il film nel suo susseguirsi di eventi risulta abbastanza bilanciato. I riferimenti per dire ciò che mi è parso che il regista volesse dire sono un po' ingenui e palesemente simbolici (nel senso che il simbolismo non si lascia cogliere aprendo scenari fatti di letture multilivello ma talvolta appare già precotto e masticato, proprio come la società di cui ci parla Sono Sion...)
Tanto sangue, tanta puzza (suggerita dai conati di vomito di uno degli ispettori). Un film che indugia molto sul versante "torcibudella" e suggerisce messaggi importanti ma lo fa in un modo che mi è apparso un po' stereotipato.
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