elgatoloco
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lunedì 28 giugno 2021
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no more as by truffaut, i presume
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"Original Sin"(Michael Cristofer, anche autore della sceneggiatura, da"Waltz into Darkness"di Cornell Woolrich, 2001)racconta di un proprietario di una ditta che"fabbrica"il caffè, a fine 1800, a Cuba che, avendo conosciuto per corrispondenza una donna che si rivela diversa dalla fotografia inviatagli, se ne innamolra perdutaemnte, ma, scoprendo varie cose riguardo alla sua vita e alla sua reale personalità e arrività, avrà alcune soprese molto amare... Decisamente il finale sarò tragicvo, dove le continue sparizioni ed"estorsioni"da parte della donna lo conducono quasi alla follia, ma non solo, in quanto c0è anche un"terzo incomodo": L'amour fou, l'amour à la mort, tutto il repertiorio romantico virato in dark, opera di Woolrich, scrittore a suo modo geniale, maudit certamente(anche per la sua tendenza etilica, certo), ma trasposto da Cristofer in opera filmica, dopo una prima realizzazione, opera di François Truffaut, "La Sirène du Missisipi"(1969), film che non sono mai riuscito a vedere, nonostante un'iontepretazione discontinua da parte di Angelina Jolie e di quella in qualche modo notevole, ma anch'essa non sempre del tutto conivncente, di Antonio Banderas, questo remake risulta efficace, anche se alcune sequenze(quella del Carnevale cubano e qualche altra)risultano francaemtne pletoriche.
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"Original Sin"(Michael Cristofer, anche autore della sceneggiatura, da"Waltz into Darkness"di Cornell Woolrich, 2001)racconta di un proprietario di una ditta che"fabbrica"il caffè, a fine 1800, a Cuba che, avendo conosciuto per corrispondenza una donna che si rivela diversa dalla fotografia inviatagli, se ne innamolra perdutaemnte, ma, scoprendo varie cose riguardo alla sua vita e alla sua reale personalità e arrività, avrà alcune soprese molto amare... Decisamente il finale sarò tragicvo, dove le continue sparizioni ed"estorsioni"da parte della donna lo conducono quasi alla follia, ma non solo, in quanto c0è anche un"terzo incomodo": L'amour fou, l'amour à la mort, tutto il repertiorio romantico virato in dark, opera di Woolrich, scrittore a suo modo geniale, maudit certamente(anche per la sua tendenza etilica, certo), ma trasposto da Cristofer in opera filmica, dopo una prima realizzazione, opera di François Truffaut, "La Sirène du Missisipi"(1969), film che non sono mai riuscito a vedere, nonostante un'iontepretazione discontinua da parte di Angelina Jolie e di quella in qualche modo notevole, ma anch'essa non sempre del tutto conivncente, di Antonio Banderas, questo remake risulta efficace, anche se alcune sequenze(quella del Carnevale cubano e qualche altra)risultano francaemtne pletoriche. Continuando a preferire la scrittura, per i margini lasciati all'immaginazione, alla trasposizione "non codificata"dell0opera letteraria, sempre che il regista non sia sir Alfred Hitchock o anche Luis Bunuel, ritengo che comunque questa trasposizione risulti efficace in senso relativo, adatta a veicoalre un'opera letteraria che ha in sé potenzialità notevolissime, spesso inespresse o meglio espresse, per così dire, "en souplesse". Thomas Jane, che interpreta vari ruoli, ma che è soprattutto il"terzo incomodo", mostra come si possa esprimersi a un livello notevole, qnche quando i ruoli principali sono affidati a due stars. Mancadomi il terminus comparationis con il film truffautaiano sono costretto a fermarmi qui El Gato
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fabal
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sabato 17 settembre 2016
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all'amore forse era meglio voltar le spalle...
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Cuba. Un ricco magnate di caffè, Luis Vargas, sposa una donna che si presenta come Julia e per la quale perde letteralmente la testa. Ma la donna, dopo aver avuto accesso al conto in banca del marito, se la svigna col malloppo. E non solo: la sua identità viene smentita dalla sorella della vera Julia, misteriosamente scomparsa e sulle cui tracce c'è anche un investigatore privato. Vargas, ossessionato, si mette alla ricerca della donna.
Impegnato ad accentuare la femme fatale di turno, Original Sin perde troppo presto la capacità di suscitare aspettativa. La puzza di bruciato sull'identità della donna è palese fin dalle prime scene, dove l'espressività barocca della Jolie è sì efficace, ma per nulla discreta.
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Cuba. Un ricco magnate di caffè, Luis Vargas, sposa una donna che si presenta come Julia e per la quale perde letteralmente la testa. Ma la donna, dopo aver avuto accesso al conto in banca del marito, se la svigna col malloppo. E non solo: la sua identità viene smentita dalla sorella della vera Julia, misteriosamente scomparsa e sulle cui tracce c'è anche un investigatore privato. Vargas, ossessionato, si mette alla ricerca della donna.
Impegnato ad accentuare la femme fatale di turno, Original Sin perde troppo presto la capacità di suscitare aspettativa. La puzza di bruciato sull'identità della donna è palese fin dalle prime scene, dove l'espressività barocca della Jolie è sì efficace, ma per nulla discreta. Anche la sceneggiatura non fa nulla per nasconderci che il povero Banderas stia per finire nel sacco, ma è altrettanto pacchiana nello sviluppare le sue azioni di rappresaglia. I suoi sguardi da bello e tenebroso reggono davvero pochi attimi, per poi finire in una sorta di bipolarismo psichico senza logica, in cui passa dal voler uccidere la donna a farle gli occhioni da cerbiatto nel giro di alcuni secondi.
Anche la Jolie, che nel finale sembra volersi redimere dal suo animo manipolatore, ondeggia continuamente tra bene e male versando lacrime di coccodrillo e poi tornando al sorrisetto contratto da strega sexy. Ne risulta un tira e molla estenuante e ripetitivo, che diventa semplicemente scontato col passare dei minuti. Il finale di certo non basta a perdonare lo svolgimento.
Rimane la bellezza della Jolie, esaltata da alcune scene piccanti e da uno dei pochi lampi di genio della regia di Cristofer: una bella sequenza in cui Banderas parla ma la telecamera indugia per oltre un minuto sul volto della donna, che via via si incupisce, si sfalda per via del pianto, fino ad ottenere un effetto in cui le rughe si acuiscono e la nostra bella eroina sembra invecchiare di colpo.
A parte questo il film è godibile e niente più, e nemmeno occorre aspettarsi che il grado di erotismo sia così ispirato da tenere in piedi la baracca. Anche se perentoriamente Banderas dice che Non si voltano le spalle all'amore, possiamo tranquillamente ribattere che, se il suo personaggio avesse cambiato aria, avrebbe certamente fatto una miglior figura.
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luigi chierico
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venerdì 16 settembre 2016
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lasciamo perdere
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Un polpettone con due belle polpette, si salvano alcune buone riprese e il dialogo, il resto è sangue e lussuria,all'Amore non si girano le spalle, ma a quesro spettacolo lo si fa volentieri.
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elgatoloco
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venerdì 18 settembre 2015
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effica trasposizione filmica di woolrich
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Cornell Woolrich, come altri scrittori, non è sempre stato fortunatissimo, per le trasposizioni filmiche realizzate a partire da suoi romanzi e/o racconti, cosa che peraltro vale per tanti altri(salvo Hitchock e Bunuel pochi registi hanno migliorato o comunque sono rimasti all'altezza delle creazioni letterarie da cui traggono spunto). Qui, invece, va bene, in complesso, perché Cristofer ha fatto uso intelligentemente di dissolvenze e cambi d'inquadratura, perché rimane(merito, certo, anche degli interpreti, Banderas e Jolie in primis ma non da soli)quel margine d'ambiguità(vero, falso, ancora vero, forse falso, per tradurre la cosa in formula, ma è formula molto approssimativa), di"sfumatura"che caratterizza la storia e non solo, ossia il suo svolgimento, ma anche le"ali"che lo contornano.
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Cornell Woolrich, come altri scrittori, non è sempre stato fortunatissimo, per le trasposizioni filmiche realizzate a partire da suoi romanzi e/o racconti, cosa che peraltro vale per tanti altri(salvo Hitchock e Bunuel pochi registi hanno migliorato o comunque sono rimasti all'altezza delle creazioni letterarie da cui traggono spunto). Qui, invece, va bene, in complesso, perché Cristofer ha fatto uso intelligentemente di dissolvenze e cambi d'inquadratura, perché rimane(merito, certo, anche degli interpreti, Banderas e Jolie in primis ma non da soli)quel margine d'ambiguità(vero, falso, ancora vero, forse falso, per tradurre la cosa in formula, ma è formula molto approssimativa), di"sfumatura"che caratterizza la storia e non solo, ossia il suo svolgimento, ma anche le"ali"che lo contornano. Non tanto "pirandelliano"o"kafkiano"(Woolrich avrà letto Kafka, forse non Pirandello, né importa moltissimo saperlo)ma attento alla "cosa", al cuore della questione, il film è comunque un inno all'"amour fou"surrealista(Breton ma anche Aragon, insomma), dove, però, appunto, il dubbio rimane, non certo sull'amore folle, appunto, ma sulle modalità con e nelle quali esso si esplica. Jolie ha forse il ruolo trainante, ma lo sorreggono benissimo Banderas e Thomas Jane, Jack Thompson etc. Il"colore cubano", invero necessario, non disturba, anche per sottolineare, comunque, la distanza tra due culture, più marcata a fine 1800 che oggi... El Gato
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marcodiclemente
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giovedì 17 settembre 2015
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ossessione
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Jolie e Banderas forniscono interpretazioni convincenti in questo thriller che offre un paio di ore di valido intrattenimento, Anche se la sceneggiatura in diverse occasioni fa acqua e, in altre, il film ha (come gia detto in altri commenti presenti nel forum) il sapore della plastica questo lungometraggio ha comunque una sua valenza che risiede nel raccontare un storia d'amore che diventa ossessione. Questo ne determina alcune ambientazioni ed accadimenti torbidi che avviluppano lo spettatore in un alone di grande interesse nei confronti dell'evolversi della storia. Il film non è un capolavoro ma fa degnamente la sua parte Voto 7
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toty bottalla
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venerdì 27 febbraio 2015
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il male affascinante...come sempre!
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Racconto estenuante che parte sonnacchioso e melenso fino a quando il male nel volto della jolie non si manifesta e allora tutto sembra diventare interessante tuttavia, le buone premesse di quest'ultima fase vengono deluse da una storia affidata all'amore un pò stupido e poco convincente di luis che un banderas sotto tono non riesce ad inquadrare del tutto, il finale sa di "plastica" buono per chiudere la storia dei protagonisti con lieto fine! Saluti.
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paulnacci
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giovedì 16 gennaio 2014
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lasciar perdere è meglio
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Rifacimento mal riuscito di uno dei film più belli di truffaut "La mia droga si chiama Julie" , con scene di sesso non necessarie senza pathos nemmemo i protagonisti Banderas e la Jolie riescono a reggere il confronto con Belmondo e la Deneuve (Bellisssima) .....
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paride86
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domenica 7 febbraio 2010
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fintissimo
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"Original Sin" vorrebbe essere una parafrasi del messaggio della genesi, ovvero un racconto sulla donna che riesce a corrompere un uomo onesto grazie all'amore e alla seduzione, e invece risulta finto come uno spot pubblicitario. Probabilmente studiato a tavolino, il film mischia ambientazioni tropicali, dialoghi banali e melensi, finta passione e molta carne dei due protagonisti.
Il risultato finale è posticcio dall'inizio alla fine, nonostante il trio Banderas-Jolie-Jane sia ben assortito.
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paride86
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domenica 7 febbraio 2010
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fintissimo
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"Original Sin" vorrebbe essere una parafrasi del messaggio della genesi, ovvero un racconto sulla donna che riesce a corrompere un uomo onesto grazie all'amore e alla seduzione, e invece risulta finto come uno spot pubblicitario. Probabilmente studiato a tavolino, il film mischia ambientazioni tropicali, dialoghi banali e melensi, finta passione e molta carne dei due protagonisti.
Il risultato finale è posticcio dall'inizio alla fine, nonostante il trio Banderas-Jolie-Jane sia ben assortito.
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irene simonetti
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lunedì 11 gennaio 2010
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non si voltano le spalle all'amore
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"Non si voltano le spalle all'amore"... Così esordisce Bonnie/Julia nel raccontare le vicende di questa torbida avventura. Considerato dalla critica americana un pessimo film, troppo scabroso forse, è a mio avviso un cult. Non può non coinvolgere la forza del sentimento amoroso ed ossessivo che pervade ogni singola cena. Non si può non rimanere avviluppati dalla travolgente passione dei due protagonisti. Non si può, soprattutto, non rendersi conto della semplice verità dei contenuti: l'amore diventa ossessione, c'è chi en ha paura e fugge... Chi invece lo affronta, lo vive e ne paga le conseguenze. Tutto ha un prezzo però! Ed entrambi gli amanti non esitano a pagarlo pur di vivere intensamente i brividi della passione.
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