Non sempre lineare, a sprazzi poco convincente e con qualche forzatura, è tra i meno riusciti tra i film di Ken Loach. Pur restando interessante, intenso e dal consueto messaggio sociale che ha sempre accompagnato il suo cinema. Il finale estremamente drammatico lo riscatta, come il tentativo apprezzabile di raccontare un'ennesima storia sui diseredati scozzesi. L'interpretazione di Peter Mullan nei panni di Joe resta comunque l'aspetto più interessante.
Il film narra infatti le vicende di Joe, 37enne ex alcolizzato che cerca di superare il suo vizio vivendo tra lavoretti salturati, sussidio e impegno sociale. Allenando e accompagnando alle partite una squadra di ragazzi diseredati, tra i quali c'è Liam, ex tossicodipendente che con vive con una ragazza che invece lo è ancora, con la quale ha pure un bambino.
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Non sempre lineare, a sprazzi poco convincente e con qualche forzatura, è tra i meno riusciti tra i film di Ken Loach. Pur restando interessante, intenso e dal consueto messaggio sociale che ha sempre accompagnato il suo cinema. Il finale estremamente drammatico lo riscatta, come il tentativo apprezzabile di raccontare un'ennesima storia sui diseredati scozzesi. L'interpretazione di Peter Mullan nei panni di Joe resta comunque l'aspetto più interessante.
Il film narra infatti le vicende di Joe, 37enne ex alcolizzato che cerca di superare il suo vizio vivendo tra lavoretti salturati, sussidio e impegno sociale. Allenando e accompagnando alle partite una squadra di ragazzi diseredati, tra i quali c'è Liam, ex tossicodipendente che con vive con una ragazza che invece lo è ancora, con la quale ha pure un bambino. Il tentativo di salvarlo da un grosso guai, complicherà il tentativo di redenzione di Joe, disperatamente ricercato essendosi innamorato di un'assistente sociale: Sarah. La quale però non sembra convinto dello starci insieme.
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