Cube - Il cubo
5 persone si incontrano all'interno di una stanza cubica, con 6 portelloni, uno su ogni lato, che danno su altre stanze cubiche, del tutto identiche alla prima.
Nessuno conosce direttamente nessuno degli altri 4.
Nessuno ha idea di come sia finito lì e di dove sia e, cosa più importante, di come se ne possa uscire.
Scopriranno ben presto di essere in un labirinto, pieno di trappole mortali, ed ogni nuova stanza in cui entrano potrebbe rivelarsi fatale. Inoltre, senza cibo e acqua, iniziano a deperire, fisicamente e psicologicamente, il gruppo si sfalda e si creano rivalità pericolose. Intanto una dei 5, studentessa di matematica, inizia a capire il funzionamento di quello che scoprono essere un enorme cubo, contenente un'infinità di stanze cubiche che si muovone le une rispetto alle altre. Ma nemmeno la studentessa di matematica riuscirebbe, senza l'aiuto di un ritardato che incontrano nel labirinto, ad effettuare i calcoli necessari per trovare l'uscita. Visto così, a caldo, è un buon horror, crea suspence, l'atmosfera è claustrofobica al massimo e la tensione è tanta, ma il concetto nascosto dietro la metafora del cubo è molto più elaborato, e la tensione e la paura diventano dunque solo dei mezzi per tenere lo spettatore attaccato allo schermo e a non fargli perdere nemmeno un particolare, per arrivare così a svelargli ciò che è veramente il cubo, ossia la metafora della nostra vita, dove ogni stanza, che stanno a rappresentare le nostre scelte consapevoli, le nostre azioni, può essere un passo in più verso il traguardo o una trappola fatale, e per quanto uno si applichi di calcolare, di studiarne il funzionamento, i calcoli sono talmente grossi da risultare impossibili, come la stessa matematica afferma riferendosi ai numeri delle stanze. Allo stesso modo è significativa la domanda 'chi ha costruito il Cubo?', posta direttamente da uno dei personaggi e alla quale le risposte sono molteplici, ognuno ha la sua opinione, e per quanto si confrontino nessuno è disposto a cambiarla. Con questo pretesto vengono presentate le varie teorie del complotto, degli alieni, di un Dio e della assenza di qualsiasi intelligenza superiore, che riportano a concetti filosofici molto più alti di quanto possa sembrare ad una prima visione. Il simbolismo continua e ogni cosa dentro il cubo rappresenta una parte concreta della nostra esistenza, e il tutto viene concluso da un finale che lascia l'amaro in bocca, ma risulta forse il più giusto. Film dunque dalla sceneggiatura praticamente perfetta, senza buchi e forzature evidenti (giusto una nel finale, ma serviva per chiudere il film senza scene banali), il tutto reso ancora più incredibile da un ottima interpretazione di tutti gli attori e dall'idea che tutto sia stato girato in una sola stanza, riproposta all'infinito con luci e colori diversi. L'unica pecca rimane solo la non immediatezza del film, un prezzo che era però probabilmente impossibile non pagare per costruire una metafora così completa e perfetta come risulta invece alla fine il cubo.
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