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"Sihngle, White, Female"(1992, di Barbet Schroeder, dove è da sottolineare l'efficacia del titolo"gringo"rispetto alla banalità di quello italiano)è un thriller decisamente psicologico, in quanto cerca di sondare la psiche di una giovane donna che la psichiatria defnisce"schizofrenica": a prescindere dall'eziologia(motivi familiari qui non ben esplicati né acclarati, la morte della gemella, di cui, da incolpevole, si sente responsabile-il fatto era avvenuto quando entrambe avevano sette anni d'età), quasi tutto è affidato alla bravura delle due interpreti, che rappresentano i due"sistemi"confliggenti, dove Bridget Fonda è la"sana", Jennifer Jason Leigh la"folle", mentre le presenza maschili sono sostanzialmente secondarie, "accidentali"potremmo dire... Complessivamente, a parte il buon ritmo della regia di Schroeder e la tenuta complressiva della sceneggiatura, è sosanzzialmente la Jason Leigh a "trainare"il film, risparmiando eccessi plateali, dove momenti di"calma"e rtrosia-timidezza estrema sono alternati efficacemente alle"sparate", con accessi di rabbia e di disperazione. Parlare di quella che comunemente chiamiamo"Malattia mentrale"non è semplice , in particolare non lo è al cinema, dove la forza dell'immagine-parola("Sonimage", diceva in modo pittoresco Godard, tra l'altro svizzero-francese come Schroeder, stando la distanza abissale tra i due cineasti)risalta, ma spesso rischcia di banalizzare la problematica in oggetto, dando troppo forza o invece togliendola a quanto si vuole esprimere. Un film che, lungi dall'essere una colonna portante del cinema dei"Novanta", ne esprime però vari aspetti. El Gato
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