Giuliana Gamba, ex assistente di Joe D'Amato e regista di hard movies è stata la prima regista italiana di soft-core, prima di dedicarsi al cinema documentario anche per la RAI, lavoro che al contrario del precedente sarà molto apprezzato. Parzialmente ispirato al delitto Casati (un omicidio-suicidio dalle complesse dinamiche psicosessuologiche ed edipiche che sconvolse l'ambiente della antica nobiltà romana nel 1970), il film, primo lungometraggio dell'autrice, avrebbe voluto essere una risposta al femminile alle tante pellicole erotiche caratterizzate da uno sguardo maschilista e dalla donna-oggetto. Ma l'unica cosa (e non è poco) memorabile è la stupenda Florence Guerin, provocante come in pochi altri film, rimasta nel ricordo adolescenziale di molti per l'eccitante quanto naturale erotismo, un corpo che smuove e uno sguardo angelico che aumenta il turbamento. La francesina come sempre si mostra nuda con generosità, e il film asseconda in tutte le maniere il voyeurismo dello spettatore valorizzando con gusto e intelligenza tutto l'erotismo di lei, attrice non soltanto straordinariamente bella e sensuale, nuda o vestita che sia (guardare come rifulge coll'abito nero nella hall dell'albergo), ma anche in possesso di doti drammatiche che non sono state mai pienamente valorizzate. La Gamba è più brava come regista che come sceneggiatrice, ma il film si fa seguire ed è fra l'altro servito da un'ottima musica.
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