imagine86
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domenica 4 marzo 2007
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bellissimo
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è FANTASTICO COME UN FILM POSSA REGALARE FORTI EMOZIONI..SPUNTI DI RIFLESSIONI IMPORTANTI E POSSA AIUTARTI A RISPOLVERARE SOTTO UNA DIVERSA PROSPETTIVA UN INFANZIA CHE VIVE SOLO NELLA MEMORIA DI OGNUNO DI NOI...IL TEMPO TRASCORRE INESORABILE E ANCHE LE PERSONE NELLA NOSTRA VITA...GLI AMICI COME FATTORINI D ALBERGO..VANNO E VENGONO...VOLTI FRA I TANTI VOLTI...CHI ERAVAMO???CHI SIAMO ADESSO????COSA SAREMO???...STAND BY ME LASCIA ALLO SPETTATORE UN RETROGUSTO AMARO....è LO SPECCHIO DI CIò CHE SIAMO STATI E DI CIò CHE MAI PIù SAREMO...CASTLE ROCK COME NAPOLI...ROMA....CHRIS CHAMBERS COME FRANCESCO O ROSARIO...STORIE DI CINEMA..STORIE DI VITA VISSUTA..QUANDO ORMAI GRANDI CI RITUFFIAMO IN UN PASSATO CHE CI MANCA PERCHè IL PRESENTE CI SFUGGE E IL FUTURO è UN INCOGNITA INQUIETANTE.
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è FANTASTICO COME UN FILM POSSA REGALARE FORTI EMOZIONI..SPUNTI DI RIFLESSIONI IMPORTANTI E POSSA AIUTARTI A RISPOLVERARE SOTTO UNA DIVERSA PROSPETTIVA UN INFANZIA CHE VIVE SOLO NELLA MEMORIA DI OGNUNO DI NOI...IL TEMPO TRASCORRE INESORABILE E ANCHE LE PERSONE NELLA NOSTRA VITA...GLI AMICI COME FATTORINI D ALBERGO..VANNO E VENGONO...VOLTI FRA I TANTI VOLTI...CHI ERAVAMO???CHI SIAMO ADESSO????COSA SAREMO???...STAND BY ME LASCIA ALLO SPETTATORE UN RETROGUSTO AMARO....è LO SPECCHIO DI CIò CHE SIAMO STATI E DI CIò CHE MAI PIù SAREMO...CASTLE ROCK COME NAPOLI...ROMA....CHRIS CHAMBERS COME FRANCESCO O ROSARIO...STORIE DI CINEMA..STORIE DI VITA VISSUTA..QUANDO ORMAI GRANDI CI RITUFFIAMO IN UN PASSATO CHE CI MANCA PERCHè IL PRESENTE CI SFUGGE E IL FUTURO è UN INCOGNITA INQUIETANTE.......STAND BY ME RIESCE AD EMOZIONARMI...OGNI VOLTA LA STESSA IDENTICA SENSAZIONE..OGNI VOLTA LA STESSA IDENTICA EMOZIONE...POI LUI..RIVER JUDE PHOENIX...ATTORE ECCELLENTE MORTO A 23 ANNI X OVERDOSE..QUANTI COME RIVER???QUANTI ANCORA..??...RIVER NN è SOLO STAND BY ME MA ANCHE "VIVERE IN FUGA" E "BELLI E DANNATI"...UN GRANDE TALENTO...GRANDI INTERPRETAZIONI...STAND BY ME è IN OGNUNO DI NOI E RIVIVE GRAZIE AL LAVORO DI PERSONE CHE FANNO DEL CINEMA LO SPECCHIO IN CUI SI RIFLETTE LA MOLTITUDINE...A PRESTO
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ila
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sabato 2 aprile 2005
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stand by me- un film da amare
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Il film più bello che abbia mai visto. Il viaggio dei protagonisti è il viaggio che ognuno di noi dovrebbe compiere. Ricco di vita e di bellezza questo film dalla prima volta che l'ho visto è stato la mia strada da seguire. Ogni volta che lo guardo piango perchè non ho mai visto niente di più bello, e di significativo. Chiunque ha bisigno di qualche consiglio di qualche meta da raggiungere guardi questo film e le risposte a tutte le sue domande gli verranno date.
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berlinguerforever
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venerdì 9 settembre 2011
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da non dimenticare!!!
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Un vero capolavoro sull'età delle insicurezze e dei cambiamenti come ce ne sono pochi, un film che fa riflettere su come i momenti più belli della vita siano quelli trascorsi con gli amici d'infanzia, in questo caso 4 ragazzini di estrazione e carattere differenti ma che si aiutano l'un l'altro per cercare il cadavere e nelle disavventure contro la banda di Asso (ah, Kiefer! che mito per i "cattivi" del cinema), e non l'escalation sociale o il raggiungimento di una solida posizione all'interno dell'ambito lavorativo o della società. Il film, che fu uno dei più grandi successi di critica e di pubblico, è passato alla storia (oltre che per la bellissima canzone dallo stesso titolo) per il tragico destino degli attori, tanto che fu coniata l'espressione "la maledizione di Stand by me", in particolare per quelli che sembravano gli interpreti più promettenti di Hollywood, ovvero River Phoenix(il piccolo e maturo leader Chris Chambers) e Corey Feldman (l'occhialuto e matto Teddy Duchamp).
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Un vero capolavoro sull'età delle insicurezze e dei cambiamenti come ce ne sono pochi, un film che fa riflettere su come i momenti più belli della vita siano quelli trascorsi con gli amici d'infanzia, in questo caso 4 ragazzini di estrazione e carattere differenti ma che si aiutano l'un l'altro per cercare il cadavere e nelle disavventure contro la banda di Asso (ah, Kiefer! che mito per i "cattivi" del cinema), e non l'escalation sociale o il raggiungimento di una solida posizione all'interno dell'ambito lavorativo o della società. Il film, che fu uno dei più grandi successi di critica e di pubblico, è passato alla storia (oltre che per la bellissima canzone dallo stesso titolo) per il tragico destino degli attori, tanto che fu coniata l'espressione "la maledizione di Stand by me", in particolare per quelli che sembravano gli interpreti più promettenti di Hollywood, ovvero River Phoenix(il piccolo e maturo leader Chris Chambers) e Corey Feldman (l'occhialuto e matto Teddy Duchamp). Tutti pensavano che sarebbero diventati delle leggende al pari di Al Pacino e Robert deNiro, in realtà sono diventati anche più di una leggenda, ma non in quel senso e per ben altri motivi. Sul set di Stand by me sperimentarono le prime droghe insieme al grande (in tutti i sensi) Kiefer, che all'epoca, a Hollywood, veniva considerato il peggiore soggetto in circolazione del Nordamerica e che invece diventò il loro migliore amico. Da precisare che sia Corey Feldman che River Phoenix non avevano situazioni familiari rosee, anzi, come disse Feldman, "per i miei genitori ero una macchina per fare soldi", tuttavia il compiantissimo River amava lo stesso molto i suoi familiari. Il suo tragico destino, immortalato in numerose canzoni, purtroppo, è ben noto. Infatti, dopo ottime prove, tra cui (la più famosa) quella del prostituto gay e narcolettico protagonista di "Belli e dannati", che gli valse la Coppa Volpi a Venezia, nomination all'Oscar, più non so quanti premi, morì tragicamente di overdose la notte di Halloween del '93, dopo aver vinto anche tanti premi umanitari. La sua fidanzata non si riprese più dalla morte, che fu uno shock per la società del tempo (l'allora presidente Bill Clinton tenne un lungo discorso in suo onore), in quanto River era un ragazzo estremamente riservato, che non parlava mai di sè, pertanto non si sapeva assolutamente nulla del suo uso di droghe. Al contrario, uno che parlava sempre, pure a sproposito, era Feldman, all'epoca famoso per la sua ribellione verso i genitori, l'industria dello spettacolo (con tanto di canzoni-insulto verso lo sfruttamento dei bambini attori) e la situazione politica del tempo, guadagnandosi l'appellativo di "figlio degenere di Steven Spielberg". Ma tutto questo a uno come Feldman non bastava, ci doveva aggiungere anche una lunga e tormentata relazione con un attore comunista che portava lo stesso nome e che all'epoca era uno dei più bei ragazzi al mondo (fa ancora tenerezza pensare che era convinto di essere amato per le sue idee, i suoi film ecc , quando invece, a mio parere, era amato soprattutto perchè bello e simpatico). Cmq i due erano talmente inseparabili da guadagnarsi l'appellativo dei "2corey"; condivisero la fama a fine anni '80, fama che scomparve quando persero l'innocenza(ovvero dopo quel film dove rubavano l'auto di famiglia e combinavano una serie di guai guidando senza patente); a mettersi nei guai con loro fu pure Kiefer Sutherland, ma a salvarlo ci pensò papà Donald. In effetti questo è ancora niente per Feldman, il tutto fu infatti condito da uso e abuso di droga, alcool, un ambiguo rapporto con Michael Jackson, arresti e problemi con la giustizia. Insomma, peggio di così Feldman non poteva fare, in compenso però è passato a suo modo alla storia insieme al compagno come icona anti-reaganiana più famosa d'America. A pensarci, i protagonisti del film assomigliano moltissimo a loro, oltretutto alla fine del film ci viene detto cosa succederà ai personaggi: Chris diventerà avvocato ma verrà ucciso durante una rissa, mentre tenta di mettere pace (River phoenix era un hippie pacifista, attore famoso e pure morì, anche se di overdose, ma + o - siamo lì), Teddy Duchamp non avrebbe avuto mai una chance nella vita e sarebbe stato arrestato un paio di volte (Feldman non è che abbia avuto una vita al massimo, dato il rapporto con haim autodistruttivo e a base di droghe, e pure lui è stato arrestato più di una volta); il protagonista, il sensibile e fragile Gordie alla fine del film pare parecchio depresso e fa lo scrittore (anche l'attore che lo interpretava è diventato scrittore ed è caduto nell'anonimato più totale) infine il grassottello Verne si sarebbe sposato e avuto dei figli e in effetti l'unico che invece si è salvato dalla cosiddetta "maledizione di Stand by me" è proprio l'attore che lo interpretava, su cui all'epoca nessuno puntava, ovvero Jerry O' Connell (dire che è dimagrito è dir poco), che è diventato un uomo aitante e prestante, ha sposato una bellissima attrice (ma aveva già avuto relazioni con belle donne dello spettacolo, tra cui Geri Halliwell), hanno due gemelle e la sua carriera si sta riprendendo alla grande! Auguriamogli buona fortuna e speriamo che almeno a lui le cose vadano meglio!
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dado1987
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mercoledì 19 gennaio 2011
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attento alle... palle!
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Quattro ragazzini, di un paesino americano, dove di solito non succede nulla, decidono di intraprendere un viaggio per andare a cercare il corpo di una persona scomparsa. Nella pellicola si affrontano diversi temi, come l'amicizia fino alla fine dei componenti del gruppo, e anche alla crescita, dovuta ad un evento shockante, il tutto ambientato alla fine degli anni '50.
FIlm con una trama di formazione, con episodi divertenti e con un ritmo incalzante, molto ben fatto e tratto da una storia di King.
Voto : 8
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francesco manca
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mercoledì 8 agosto 2007
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"stand by me: un film che non si dimentica"
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Delicato, struggente, trasgressivo, passionale... "Stand by me" è uno di quei film che difficilmente si dimenticano.
Tutto quanto ha inizio in una piccola cittadina dell'Oregon, in cui si contano solamente 1800 abitanti, ma come chiaramente asserisce il protagonista, per lui quel paesino rappresentava tutto il mondo; egli, insieme ai suoi inseparabili amici, parte per un'escursione di oltre 50 km per andare alla ricerca del cadavere di Ray, un ragazzo scomparso quattro giorni prima.
In mezzo a milioni di rischi, insidie, piccole e grandi sfide, paure e difficoltà d'ogni genere, i quattro intrepidi giovincelli riusciranno a portare a termine il loro impegno, rafforzando il proprio morale e il proprio carattere in modo da affrontare la vita nel migliore dei modi.
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Delicato, struggente, trasgressivo, passionale... "Stand by me" è uno di quei film che difficilmente si dimenticano.
Tutto quanto ha inizio in una piccola cittadina dell'Oregon, in cui si contano solamente 1800 abitanti, ma come chiaramente asserisce il protagonista, per lui quel paesino rappresentava tutto il mondo; egli, insieme ai suoi inseparabili amici, parte per un'escursione di oltre 50 km per andare alla ricerca del cadavere di Ray, un ragazzo scomparso quattro giorni prima.
In mezzo a milioni di rischi, insidie, piccole e grandi sfide, paure e difficoltà d'ogni genere, i quattro intrepidi giovincelli riusciranno a portare a termine il loro impegno, rafforzando il proprio morale e il proprio carattere in modo da affrontare la vita nel migliore dei modi.
Cosa ci insegna questo "Stand by me" ?
Innazitutto ci insegna a convivere con altre persone e a prendersi cura e rispettarsi l'uno con l'altro, ci insegna cosa significa la parola "amicizia", che spesso si butta via in inutili chiacchiere, ci insegna ad andare avanti e non abbattersi anche quando si hanno centinaia di ostacoli da superare; i quattro straordinari interpreti (Will Wheaton, River Phoenix, Corey Feldman e Jerry O'Connell) riescono a farci comprendere il significato di cosa voglia dire stare in un gruppo, formare una squadra, anche senza l'appoggio di una solida famiglia su cui si possa contare; loro non hanno avuto paura di fronteggiare dei teppisti prepotenti (tra cui il bravissimo Kiefer Sutherland) che li hanno minacciati e picchiati.
Tutto ciò è naturalmente consolidato da un'ottima mano ferma sulla macchina da presa di Rob Rainer, che sa esattamente come dirigere gli attori e come organizzare ogni minima sequenza; anche la sceneggiatura rappresenta un buon punto saldo della pellicola, che praticamente mai cade in ripetizione e in noia, e tiene lo spettatore costantemente sul filo del rasoio; buonissime anche la fotografia e la scenografia, e dan tralasciare un superlativo montaggio che rende ancor più scorrevole la vicenda narrata.
Assolutamente straordinaria la colonna sonora, ricca di pezzi degli anni '50 (epoca di ambientazione del film), ove possiamo udire sullo scorrere dei titoli di coda la meravigliosa "Stand by me".
In definitiva, lo considero senza dubbio uno dei migliori prodotti sfornati negli anni '80, e anche uno dei più apprezzabili adattamenti dei vari capolavori di Stephen King.
Non lasciatevelo sfuggire !
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[+] delicato e struggente...proprio cosi
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laurence316
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martedì 26 settembre 2017
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indimenticabile, tra i migliori film sull'infanzia
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Tratto dal racconto "Il corpo" di Stephen King (che ha dimostrato una volta in più la sua abilità di scrittore anche al di fuori del suo genere mastro) contenuto nella celebre antologia Stagioni diverse (che ha originato anche altri adattamenti cinematografici: Le ali della libertà e L'allievo), scritto da Gideon e Evans, Stand by Me è, senza tanti altri giri di parole, uno dei migliori e meno stucchevoli film sull'infanzia.
Il regista Reiner e i sceneggiatori riescono abilmente ad evitare inutili melensaggini, creano un film compatto e dal ritmo perfetto e conciso, anche grazie alla breve durata che concentra in un'ora e venti il racconto di poco più di 100 pagine.
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Tratto dal racconto "Il corpo" di Stephen King (che ha dimostrato una volta in più la sua abilità di scrittore anche al di fuori del suo genere mastro) contenuto nella celebre antologia Stagioni diverse (che ha originato anche altri adattamenti cinematografici: Le ali della libertà e L'allievo), scritto da Gideon e Evans, Stand by Me è, senza tanti altri giri di parole, uno dei migliori e meno stucchevoli film sull'infanzia.
Il regista Reiner e i sceneggiatori riescono abilmente ad evitare inutili melensaggini, creano un film compatto e dal ritmo perfetto e conciso, anche grazie alla breve durata che concentra in un'ora e venti il racconto di poco più di 100 pagine.
Gli attori bambini sono tutti efficaci, così come anche i comprimari adulti, fra cui spicca Kiefer Sutherland, figlio di Donald.
Stand by Me è un racconto di formazione, che riesce a descrivere con indubbia efficacia una età di mezzo difficile e piena di insicurezze e paure.
Il punto di vista è ovviamente quello dei 4 ragazzini, tutti perfetti per la parte, e il film si concede anche a pause ironiche (l'esilarante racconto della gara di mangiatori di torte: La vendetta di Culo di Lardo Hogan).
Complessivamente è un film che trasmette forti emozioni senza mai scadere, al contrario di altri esempi dello stesso genere, negli stereotipi e nel sentimentalismo. Un film avvincenre e tremendamente appassionante, adatto ai ragazzi di tutte le epoche e di tutte le latitudini.
Il titolo (decisamente più efficace di quello del racconto) deriva dall'omonima, bellissima canzone di Ben E. King, che si sente sui titoli di coda (nel caso ci fosse qualcuno che non lo sapesse).
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sirgient
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martedì 30 giugno 2015
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stagioni diverse e ..vite diverse...
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Ritrovarsi alla mia età e ripensare guardando questo "ormai datato" film, a quella che è stata la mia infanzia, la mia giovinezza, non la gioventù, ma la vera essenza della giovinezza, quando ogni pensiero era libero da costrizioni, quando ogni attimo era libero da ogni coercizione, quando la libertà di far volare la fantasia non era legata a nessuna legge fisica.
Rivedendo e rivivendo la storia di un'estate semplice unica come ogni estate ma allo stesso tempo uguale ad ogni altra estate, aleggia nel più piccolo angolo recondido del mio stanco cervello, la voglia e il desiderio irrefrenabile di rivivere e rivivere quelle sensazioni, quegli istanti, quelle estati così calde, così lunghe, così amorevolmente uguali una all'altra.
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Ritrovarsi alla mia età e ripensare guardando questo "ormai datato" film, a quella che è stata la mia infanzia, la mia giovinezza, non la gioventù, ma la vera essenza della giovinezza, quando ogni pensiero era libero da costrizioni, quando ogni attimo era libero da ogni coercizione, quando la libertà di far volare la fantasia non era legata a nessuna legge fisica.
Rivedendo e rivivendo la storia di un'estate semplice unica come ogni estate ma allo stesso tempo uguale ad ogni altra estate, aleggia nel più piccolo angolo recondido del mio stanco cervello, la voglia e il desiderio irrefrenabile di rivivere e rivivere quelle sensazioni, quegli istanti, quelle estati così calde, così lunghe, così amorevolmente uguali una all'altra.
La sensazione di vivere un'avventura semplicemente andando per il mondo a sole tre miglia da casa, come esploratori di un nuovo mondo, come cercatori di tesori nascosti o sogni naufragati in un isola di irrefrenabile voglia di scoprire.
Questo capita quando in quella stagione che chiamiamo giovinezza la voglia ti prende e con gli amici di allora e probabilmente di sempre, condividi un'esperienza unica che ti terrà uniti a loro come un filo di seta lega le perle di una collana.
Esperienze indissolubili, indistruttibili che ti fanno amare la stagione dell'amicizia e della scoperta, anche quando ti ritrovi in una stagione diversa, in una vita diversa che non volevi e forse nemmeno sognavi.
In questo tempo in questa stagione quando fuori fa freddo e l'estate è alla fine e tu non hai le chiavi per rientrare in casa, resti fuori a bagnarti le ossa e tra una lacrima di gioia e una di tristezza lasci che i pensieri ritornino a quell'estate, quell'unica eterna estate da rivivere per sempre, ancora e ancora e ..ancora.
Dal libro al grande schermo il gioco è fatto, le musiche e le immagini ti rendono partecipe di un ricordo, il loro, il tuo, il nostro, quello che ognuno di noi porta nel cuore nella sua stagione migliore, anche se ora ne siamo così lontani...
Un adorabile capolavoro...da amare.
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dr. schultz
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giovedì 14 marzo 2013
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"io ho portato il pettine"
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“Stand by me” è una pietra miliare della storia del cinema. Rob Reiner riesce a riadattare il racconto di Stephen King “Il corpo” in maniera magistrale. Il film è ambientato nell’esate del 1959 in una cittadina immaginaria “Castel Rock” dell’Oregon.
Quando i quattro giovani protagonisti: Gordie, Chris, Vern e Teddy decidono di partire zaino in spalla per andare a rinvenire il corpo del coetaneo Ray, scomparso di casa qualche giorno prima, non sono consapevoli del fatto che il viaggio che li attenderà, sarà una lunga e dura prova che li aiuterà a crescere.
L’interno viaggio può essere considerato come un’avventura di formazione, esso si rivelerà come una continua prova di maturità per i protagonisti, facendoli affrontare i proprie timori, le paure e le difficoltà della vita.
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“Stand by me” è una pietra miliare della storia del cinema. Rob Reiner riesce a riadattare il racconto di Stephen King “Il corpo” in maniera magistrale. Il film è ambientato nell’esate del 1959 in una cittadina immaginaria “Castel Rock” dell’Oregon.
Quando i quattro giovani protagonisti: Gordie, Chris, Vern e Teddy decidono di partire zaino in spalla per andare a rinvenire il corpo del coetaneo Ray, scomparso di casa qualche giorno prima, non sono consapevoli del fatto che il viaggio che li attenderà, sarà una lunga e dura prova che li aiuterà a crescere.
L’interno viaggio può essere considerato come un’avventura di formazione, esso si rivelerà come una continua prova di maturità per i protagonisti, facendoli affrontare i proprie timori, le paure e le difficoltà della vita. Amabilissima la metafora girata da Rob Reiner sul passaggio dall’adolescenza all’età adulta. Rappresentandola come un ponte sospeso nel nulla, con un treno che ti corre dietro pronto a metterti sotto. Superlativa anche la scena dallo “sfasciacarrozze” dove i protagonisti scoprono la differenza tra realtà e leggenda.
I protagonisti, Vern a parte, hanno situazioni familiari difficili. Sia per Chris, Gordie e Teddy il padre è la figura più “problematica”. Il viaggio li aiuterà a trovare nuove figure su cui ancorarsi, basti vedere come Chris che rimpiazza il padre di Gordie nel spronarlo affinchè non abbandoni il suo sogno di fare lo scrittore.
La maturazione che hanno avuto i ragazzi, la si può evincere nel finale,quando la voce narrante di Gordie racconta che quando ritornarono a Castel Rock alle cinque di una domenica mattina, la città sembrava più piccola. Questo perché hanno perso la visione del mondo di un bambino, che tende ad ingigantire le cose che gli stanno attorno.
Un film assolutamente da non perdere, che insegna tante cose sulla vita e sull’amicizia, scritto e girato in maniera superlativa, dove in appena ottanta minuti si riesce a raccontare tutto quello che c’è da sapere.
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[+] ottimo lavoro!!
(di matteliv)
[ - ] ottimo lavoro!!
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kayako
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venerdì 3 gennaio 2014
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ricordo di un film
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Cinque ragazzi (Gordy, Chris, Verne e Teddy) partono alla ricerca del cadavere di un loro coetaneo scomparso. Il loro viaggio li condurrà a una crescita interiore e a una conoscenza di loro stessi. Questo è un film che ho senza dubbio apprezzato e amato, dato che è ironico e profondo allo stesso tempo. Ci catapulta nella vita di quegli anni in modo autentico e genuino, senza troppi fronzoli. Conosciamo i personaggi per filo e per segno grazie alla voce narrante di Gordy quando è adulto e ci affezioniamo così a loro. Non sembrano neanche attori che recitano, e non lo dico in senso negativo, ma al contrario, penso che sia una delle tante qualità di questo film: sul set i ragazzi sembrano sé stessi, quasi stessimo assistendo a un reality show, con lati divertenti di battute, giochi e risate e un lato di profondità e serietà che ci porta alla riflessione di come, per quanto siano ancora "piccoli", siano maturi e cresciuti in questa esperienza.
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Cinque ragazzi (Gordy, Chris, Verne e Teddy) partono alla ricerca del cadavere di un loro coetaneo scomparso. Il loro viaggio li condurrà a una crescita interiore e a una conoscenza di loro stessi. Questo è un film che ho senza dubbio apprezzato e amato, dato che è ironico e profondo allo stesso tempo. Ci catapulta nella vita di quegli anni in modo autentico e genuino, senza troppi fronzoli. Conosciamo i personaggi per filo e per segno grazie alla voce narrante di Gordy quando è adulto e ci affezioniamo così a loro. Non sembrano neanche attori che recitano, e non lo dico in senso negativo, ma al contrario, penso che sia una delle tante qualità di questo film: sul set i ragazzi sembrano sé stessi, quasi stessimo assistendo a un reality show, con lati divertenti di battute, giochi e risate e un lato di profondità e serietà che ci porta alla riflessione di come, per quanto siano ancora "piccoli", siano maturi e cresciuti in questa esperienza. Senza dubbio, un film che non si scorda.
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(di kayako)
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byrne
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domenica 24 novembre 2013
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nostalgia
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Quattro ragazzini assolutamente puri, seppur folli e scriteriati, sbiadiscono nei sentieri dell'età adulta, perdendosi. Il più brillante dei quattro, ormai adulto e padre di famiglia, legge sui giornali della morte del suo migliore amico, e con la mente si perde nei ricordi ancora vividi della sua bizzarra estate 1959. Acuta e null'affatto innocente odissea silvestre, film di formazione a metà tra inevitabili stilemi da teen movie e brillanti intuizioni nella caratterizzazione dei personaggi. Atmosfere quasi fatate, oniriche. Sembra di leggere un romanzo di avventure, con squarci di folgorante cattiveria (la scena delle torte) e momenti di toccante disperazione e confidenza In breve, un ritratto convincente dell'adolescenza e dell'amicizia con i loro molti lati oscuri.
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Quattro ragazzini assolutamente puri, seppur folli e scriteriati, sbiadiscono nei sentieri dell'età adulta, perdendosi. Il più brillante dei quattro, ormai adulto e padre di famiglia, legge sui giornali della morte del suo migliore amico, e con la mente si perde nei ricordi ancora vividi della sua bizzarra estate 1959. Acuta e null'affatto innocente odissea silvestre, film di formazione a metà tra inevitabili stilemi da teen movie e brillanti intuizioni nella caratterizzazione dei personaggi. Atmosfere quasi fatate, oniriche. Sembra di leggere un romanzo di avventure, con squarci di folgorante cattiveria (la scena delle torte) e momenti di toccante disperazione e confidenza In breve, un ritratto convincente dell'adolescenza e dell'amicizia con i loro molti lati oscuri. Tutti gli attori forniscono ottime prove anche se la parte del leone va al vistoso River Phoenix, segnato, nel film, da un destino dalle beffarde implicazioni profetiche. Davvero una miniera di espressioni, l'amico che ogni ragazzino vorrebbe. Colonna sonora irresistibile, dominata dal tema sommesso della canzone che presta il titolo al film. La frase di chiusura è vera poesia.
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