emi77
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venerdì 29 dicembre 2023
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orribile
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Ho appena finito di leggere la versione integrale dell'autobiografia di Giacomo Casanova (3000 pagine) e devo dire che non sarei riuscito a fare un film peggiore di questo di Fellini neanche se mi ci fossi messo di impegno. Il film stravolge completamente il personaggio, lo ripensa completamente plasmandolo a immagine e somiglianza di Fellini. Peccato che il risultato sia penoso, grigio, piatto, mentre l'originale è vivido e brillante. Nel libro c'è tutto il '700, ci sono i poveri, i ricchi, i re e i servi, la monarchia e la rivoluzione francese, c'è il Papa, c'è Roma, Napoli, Parigi, Venezia, la Spagna, la Russia. C'è la giovinezza e la vecchiaia, la disperazione e la pura felicità.
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Ho appena finito di leggere la versione integrale dell'autobiografia di Giacomo Casanova (3000 pagine) e devo dire che non sarei riuscito a fare un film peggiore di questo di Fellini neanche se mi ci fossi messo di impegno. Il film stravolge completamente il personaggio, lo ripensa completamente plasmandolo a immagine e somiglianza di Fellini. Peccato che il risultato sia penoso, grigio, piatto, mentre l'originale è vivido e brillante. Nel libro c'è tutto il '700, ci sono i poveri, i ricchi, i re e i servi, la monarchia e la rivoluzione francese, c'è il Papa, c'è Roma, Napoli, Parigi, Venezia, la Spagna, la Russia. C'è la giovinezza e la vecchiaia, la disperazione e la pura felicità. Casanova è un uomo moderno che ragiona come noi ma che ha avuto il caso di nascere nel '700... Non a caso vive una vita completamente fuori dal comune, e finisce due volte in prigione! Casanova è un wannabe che cerca per tutta la vita di fare il nobile, il ricco, lo scrittore di successo alla Voltaire, ma non riesce in niente e muore di frustrazione. L'unica cosa che gli risce bene è raccontare sé stesso e la sua vita, trasformandosi nel personaggio di sé stesso, Lasciate stare Fellini e leggete il libro!
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opidum
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martedì 21 gennaio 2020
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ogni testa è una sentenza
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sono decisamente convinto che moltissima gente certi film ( 2001 odissea nello spazio e blade runner per citarne 2 ma ce ne sono tanti altri ) non li abbiano mai visti veramente e li citino per darsi un contegno.
io di fellini ho visto La strada da ragazzino ( mi era piaciuto ) e ieri questo film.
che dire orrendo veramnete orrendo . mal fatto mal girato nosioso : poi appunto mia moglie ( lo abbiamo visto a letto su rai movie ) mi dice che non capisco che è un bel film che le atmosfere sono pasoliniane( mai viosto un film di pasolini)
vabbè io ve lo sconsiglio poi magari a voi piace.
belli ii vestiti
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antonio tramontano
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sabato 31 gennaio 2015
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vizi e virtù di giacomo casanova secondo fellini
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Traendo liberamente spunto dalle memorie di Giacomo Casanova, Fellini ci offre la sua versione di questo eccentrico personaggio. La sessualità e la passione per le donne vengono rappresentate in modo giocoso ma, allo stesso tempo, grottesco. Dietro il suo libertinaggio si nasconde un’incapacità di accettare la vita con i suoi limiti, le sue convenzioni, le responsabilità che comporta e non manca nel personaggio un senso di insicurezza ed una ricerca d’affetto tipica di altre “creature” felliniane. Splendida la rappresentazione del 700 pre-illuminista che fa da cornice alla decadenza della nobiltà, ottimo l’approfondimento di quasi tutti i personaggi secondari che ne mette in luce i vizi ed i contrasti generando nello spettatore anche un senso di compassione, sentimento che si proverà per lo stesso protagonista, quando ormai invecchiato non potrà che sognare di danzare a Venezia con il suo ideale di donna, una bellissima e perfetta bambola senz’anima.
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Traendo liberamente spunto dalle memorie di Giacomo Casanova, Fellini ci offre la sua versione di questo eccentrico personaggio. La sessualità e la passione per le donne vengono rappresentate in modo giocoso ma, allo stesso tempo, grottesco. Dietro il suo libertinaggio si nasconde un’incapacità di accettare la vita con i suoi limiti, le sue convenzioni, le responsabilità che comporta e non manca nel personaggio un senso di insicurezza ed una ricerca d’affetto tipica di altre “creature” felliniane. Splendida la rappresentazione del 700 pre-illuminista che fa da cornice alla decadenza della nobiltà, ottimo l’approfondimento di quasi tutti i personaggi secondari che ne mette in luce i vizi ed i contrasti generando nello spettatore anche un senso di compassione, sentimento che si proverà per lo stesso protagonista, quando ormai invecchiato non potrà che sognare di danzare a Venezia con il suo ideale di donna, una bellissima e perfetta bambola senz’anima. Capolavoro girato interamente nello straordinario laboratorio di Cinecittà, oscar per i costumi, divise e divide ancora la critica.
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jacopo b98
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venerdì 8 agosto 2014
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il grande capolavoro di fellini
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Le avventure del seduttore Giacomo Casanova (Sutherland): dopo la fuga dai Piombi di Venezia, le sue avventure francesi presso la Marchesa Durfè (Browne), che non gli fanno tuttavia dimenticare il più grande amore della sua vita di due anni prima, presso Parma, finito dopo appena una notte d’amore con la bella Henriette (Aumont). Dopo Parigi va a Londra, dove incontra una affascinante gigantessa (Allen, una delle donne più alte dell’epoca), dopodiché finisce a Dresda, in Svizzera e infine in Boemia dove, vecchio e ormai dimenticato, incontrerà la donna perfetta: una bambola meccanica (Lojodice), con la quale sognerà di ritornare nell’amata Venezia, per danzare con essa sul Canal Grande ghiacciato.
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Le avventure del seduttore Giacomo Casanova (Sutherland): dopo la fuga dai Piombi di Venezia, le sue avventure francesi presso la Marchesa Durfè (Browne), che non gli fanno tuttavia dimenticare il più grande amore della sua vita di due anni prima, presso Parma, finito dopo appena una notte d’amore con la bella Henriette (Aumont). Dopo Parigi va a Londra, dove incontra una affascinante gigantessa (Allen, una delle donne più alte dell’epoca), dopodiché finisce a Dresda, in Svizzera e infine in Boemia dove, vecchio e ormai dimenticato, incontrerà la donna perfetta: una bambola meccanica (Lojodice), con la quale sognerà di ritornare nell’amata Venezia, per danzare con essa sul Canal Grande ghiacciato. Tratto da l’Histoire de ma vie, libro di memorie dello stesso Casanova, sceneggiato dal regista con Bernardino Zapponi, è insieme a 8½ e La dolce vita il più grande film di Fellini in assoluto. La storia di Casanova, raccontata in modo visionario da Fellini, diventa un viaggio in un mostruoso universo femminile (donne gobbe, gigantesche, urlanti, spaventose, deformi…), ma soprattutto in un secolo, il ‘700, che ha perso ogni innocenza e moralità. E il lavoro scenografico è il più grandioso della carriera del regista: il secolo dei lumi ricostruito in studio a Cinecittà è uno dei più grandi esempi di film in costume della storia. Il lavoro su scenografie e costumi (premiati con l’Oscar) lascia perciò a bocca aperta, all’interno di un film che è un capolavoro in tutti i sensi. È il Fellini più visionario di sempre, eppure il più regolare nella tecnica narrativa (ci sono sì flashback, ma lo spettatore non fa alcuna fatica a comprendere ciò che è presente e ciò che è passato), il più classico nella regia, il più internazionale di sempre. Insomma un capolavoro tragico, talvolta divertente, abbagliante per l’occhio, e soprattutto tremendamente commovente (la scena finale in cui Casanova riesce finalmente, in sogno, a tornare a Venezia portandosi dietro la bambola meccanica è uno dei picchi più alti del cinema felliniano, oltre ad essere commovente fino alle lacrime). E fra l’altro, pur essendo un film lungo, non annoia mai per la sua estrema varietà e per il notevole livello di coinvolgimento a cui è in grado di portare lo spettatore. Molte le scene memorabili: il Carnevale di Venezia a inizio film, le scene d’amore con la suora (Clementi) a inizio film, ma anche le grandi scene musicali che paiono quasi delle buffe operette musicali. E se Fellini raggiunge le sue vette più alte non si può non parlare a questo punto del grande Donald Sutherland (doppiato splendidamente da Gigi Proietti), che qui ci lascia non solo la sua più grande interpretazione, ma anche una performance monumentale, che sorprende ad ogni scena. Grandi la fotografia di Giuseppe Rotunno e le musiche di Nino Rota, commoventi e divertenti al tempo stesso. Il montaggio è di Ruggero Mastroianni, fratello del Marcello nazionale.
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onufrio
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mercoledì 30 luglio 2014
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casanova by fellini
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Liberamente ispirato dalle memorie di Giacomo Casanova, il maestro Fellini ne trae una "biografia sessuale" del più grande amatore di tutti i tempi descrivendone per l'appunto le vicende d'amore del veneziano, costretto poi a fuggire dalla sua amata terra girovagando fra le corti della belle gente d'Europa impollinando amore a destra e a manca senza mai stabilire un legame solido e duraturo con nessuna di essa, sfiorando più volte la morte anche per mano sua, e finendo la propria vita come semplice bibliotecaio ormai vecchio e senza più fascino, un ritratto triste di un Casanova riassunto a macchina del sesso, uomo quanto sanguigno sotto le lenzuola tanto sterile nella vita comune.
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Liberamente ispirato dalle memorie di Giacomo Casanova, il maestro Fellini ne trae una "biografia sessuale" del più grande amatore di tutti i tempi descrivendone per l'appunto le vicende d'amore del veneziano, costretto poi a fuggire dalla sua amata terra girovagando fra le corti della belle gente d'Europa impollinando amore a destra e a manca senza mai stabilire un legame solido e duraturo con nessuna di essa, sfiorando più volte la morte anche per mano sua, e finendo la propria vita come semplice bibliotecaio ormai vecchio e senza più fascino, un ritratto triste di un Casanova riassunto a macchina del sesso, uomo quanto sanguigno sotto le lenzuola tanto sterile nella vita comune.
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paolo 67
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lunedì 7 novembre 2011
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il nomade, il bidonista, il vitellone, il regista
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"Casanova è la vita! E' la forza, il coraggio, la fiducia! E' la gioia di vivere. Feffy, perchè ne hai fatto uno zombie?" diceva a Fellini il produttore americano della Universal. Casanova una marionetta funebre, solo Fellini poteva osare tanto. Il grande seduttore in chiave psicoanalitica è la geniale intuizione di Fellini per continuare in maniera decisiva il discorso iniziato con "La dolce vita" puntando la macchina da presa sul pescione mostruoso e scendendo nel ventre, nel sacco amniotico della civiltà mediterranea. A quel mostro nel quale Marcello vedeva la propria anima fa riferimento il testone di cartapesta (che oggi campeggia all'entrata di Cinecittà) di Casanova.
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"Casanova è la vita! E' la forza, il coraggio, la fiducia! E' la gioia di vivere. Feffy, perchè ne hai fatto uno zombie?" diceva a Fellini il produttore americano della Universal. Casanova una marionetta funebre, solo Fellini poteva osare tanto. Il grande seduttore in chiave psicoanalitica è la geniale intuizione di Fellini per continuare in maniera decisiva il discorso iniziato con "La dolce vita" puntando la macchina da presa sul pescione mostruoso e scendendo nel ventre, nel sacco amniotico della civiltà mediterranea. A quel mostro nel quale Marcello vedeva la propria anima fa riferimento il testone di cartapesta (che oggi campeggia all'entrata di Cinecittà) di Casanova. Nato da una firma messa a cuor leggero sulla proposta di un produttore, girato con un'antipatia verso il personaggio che a conti fatti si rivelerà un inconscio amore e ammirazione ("Un tipo di italiano che c'è da augurarsi rinasca continuamente, ne avessimo così in politica, cinici in maniera poetica" confidava a Goffredo Fofi Fellini in una delle sue ultime interviste radiofoniche) ma che intanto definì un campo di battaglia teatro il povero Sutherland, continuamente frustrato sulle sue aspettative ma fermo nella professionalità e nell'amore per Fellini, sottoposto ogni giorno a ore di trucco che crearono un tipo diafano, inafferrabile, spettrale, perfettamente rappresentativo di quella vita fantasticata, disemozionata, smemorata in una specie di acquario, "un balletto meccanico, frenetico e senza scopo, da museo delle cere elettrizzato" (Fellini) che voleva rappresentare l'autore. Un individuo non cresciuto, sepolto per sempre nel ventre della madre. Come in "Amarcord" il genio di Fellini sintetizzava la piattezza dell'Italia fascista nell'evidenza della ricostruzione, ad un certo punto quasi esibita, qui arriva, in uno dei culmini di tutta la sua carriera, a identificare lo sguardo del libertino settecentesco col gelo dell'ultima sequenza, quello dello sguardo di Casanova moralista (e di Fellini) che si posa su tutto un secolo, colla morte dietro la facciata lussuosa e gaudente, in una visione allarmante e profetica, da simbolismo junghiano, che conclude il discorso iniziato col "Toby Dammit" e proseguito nel "Satyricon", "Roma" e "Amarcord" sulla decadenza della civiltà e l'apocalisse del destino umano. Perfetto Sutherland, il cui sguardo vagamente femmineo, timoroso, stupito, la sua neghittosità e pigrizia, il suo lasciarsi assorbire dalla dolce vita settecentesca hanno più di un punto in comune col Marcello del film del 1960. Nel panorama femminile, scelto in tutta la gamma dal deforme al bello ma con qualcosa di luttuoso (sottolineato dagli amplessi su letti lignei che hanno l'aspetto di una bara), spiccano una imponente Olimpia Carlisi nei panni dell'entomologa, Margareth Clementi interprete di un personaggio con lo stesso nome de "La dolce vita" e l'ambigua Tina Aumont. Paragonato da George Simenon all'opera di Goya, e prediletto dallo stesso autore, "Casanova" è uno di quei film destinati a crescere nel tempo. Cinema che dimostra le potenzialità dell'arte onirica, completamente risolta nella perfezione formale di in una serie di quadri (parzialmente ispirati a Pietro Longhi, pittore dell'effimero della Venezia in declino della fine del XVIII° secolo), è anche una possibile variante sul tema dei fili invisibili che controllano l'illusione di dirigere la (propria) vita, che ha avuto altri esempi nella Storia, altrettanto famosi ma non necessariamente fortunati.
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joker 91
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sabato 9 luglio 2011
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un mito al servizio di fellini
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un film fantastico nei costumi,nelle ambientazioni ricreate tutte nella cinecittà del nostro bel paese,Suntherland è magnetico anche se ben truccato e portato quasi ad un livello irriconoscibile per somigiare quasi alla perfezione al mito di casanova.
Un viaggio insolito nei meandri della mente di un uomo ossessionato dal sesso e dalla donna,fellini regala un film maestoso che sarebbe stato un capolavoro se avesse visto una durata inferiore e qualche dialogo in meno,in molte scene si avverte uno sprazio di noia. Fellini regala comunque un prodotto degno da ricordare,vincitore di un oscar e un suntherland che mai più sarà cosi bravo
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kronos
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mercoledì 3 marzo 2010
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il fellini più visionario
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E' interessante confrontare la resistibile ascesa del Casanova felliniano con quella di un altro avventuriero settecentesco del cinema: il Barry Lyndon di Kubrick.
Quanto Kubrick è preoccupato di ricreare fedelmente lo "spirito" del settecento, tanto Fellini programmaticamente lo trasfigura in chiave gotica, fantasy, allegorica, immaginifica.
Due capolavori cinematografici vicini anagraficamente (entrambi del 1975), lontanissimi nello stile.
Fellini ha creato col Casanova il suo kolossal più visionario, surreale, allegorico e sopra le righe, con una potenza e capacità evocativa degne di Goya.
In ogni 'siparietto' lo spettatore viene trascinato in un miscuglio di stati d'animo che oscillano tra ilarità, sconcerto, meraviglia.
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E' interessante confrontare la resistibile ascesa del Casanova felliniano con quella di un altro avventuriero settecentesco del cinema: il Barry Lyndon di Kubrick.
Quanto Kubrick è preoccupato di ricreare fedelmente lo "spirito" del settecento, tanto Fellini programmaticamente lo trasfigura in chiave gotica, fantasy, allegorica, immaginifica.
Due capolavori cinematografici vicini anagraficamente (entrambi del 1975), lontanissimi nello stile.
Fellini ha creato col Casanova il suo kolossal più visionario, surreale, allegorico e sopra le righe, con una potenza e capacità evocativa degne di Goya.
In ogni 'siparietto' lo spettatore viene trascinato in un miscuglio di stati d'animo che oscillano tra ilarità, sconcerto, meraviglia. E il sorriso lascia presto spazio alla mestizia.
Mai come in quest'opera eros e thanatos sono mischiati con implacabile e feroce lucidità, ma senza didascalismo. Un capolavoro che non tutti riconoscono: poveri loro.
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anonimo
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domenica 25 gennaio 2009
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dai "quaderni piacentini", 1977
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"Il Settecento di Fellini è tutto d'invenzione, ciò che, in teoria, dovrebbe favorire l'estensione della metafora ai problemi del nostro tempo; in pratica, Fellini non ci dice nulla di interessante nè sul 1700 e Casanova nè su di noi. Le ragioni di un risultato così fallimentare sono molte e diverse, ma non sottovaluteremmo la superficialità culturale con cui Fellini affronta le memorie dell'avventuriero. Non gli rimproveriamo tanto l'infedeltà, ancora meno l'antipatia verso il personaggio. E va da sè che un certo grado di forzatura attualizzante è inevitabile per qualunque opera che si ispiri a testi più o meno remoti. Inevitabile e inopportuna. Ma ci sono dei limiti, e comunque le forzature interpretative devono essere consapevoli e giustificate da uno scopo e da un risultato.
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"Il Settecento di Fellini è tutto d'invenzione, ciò che, in teoria, dovrebbe favorire l'estensione della metafora ai problemi del nostro tempo; in pratica, Fellini non ci dice nulla di interessante nè sul 1700 e Casanova nè su di noi. Le ragioni di un risultato così fallimentare sono molte e diverse, ma non sottovaluteremmo la superficialità culturale con cui Fellini affronta le memorie dell'avventuriero. Non gli rimproveriamo tanto l'infedeltà, ancora meno l'antipatia verso il personaggio. E va da sè che un certo grado di forzatura attualizzante è inevitabile per qualunque opera che si ispiri a testi più o meno remoti. Inevitabile e inopportuna. Ma ci sono dei limiti, e comunque le forzature interpretative devono essere consapevoli e giustificate da uno scopo e da un risultato. La responsabilità e l'impegno che si richiedono all'interprete-rielaboratore sono direttamente proporzionali all'importanza dell'oggetto dell'operazione".
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[+] la solita minestra marxista
(di giorgio)
[ - ] la solita minestra marxista
[+] non l''avrei saputo dire meglio
(di emi77)
[ - ] non l''avrei saputo dire meglio
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paride86
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lunedì 6 ottobre 2008
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barocco
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Racconto della vita e delle peripezie di Giacomo Casanova.
Fellini riesce a dare al personaggio la giusta accezione decadente mediante scenografie posticce e bidimensionali e andando in fondo alla sua psicologia, fatta di solo es (erotismo): non a caso il culmine del ridicolo si raggiunge quando Casanova fa sesso con la bambola.
Nonostante sia molto prolisso rimane un film da antologia. Memorabili i costumi e le ricostruzioni delle varie corti; ironica ed efficace l'interpretazione di Sutherland.
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