La giustizia privata di un cittadino onesto

Forse sarebbe stato meglio tradurre semplicemente in italiano il più sintetico ed ironico titolo originale, Sunday in the country, invece che inventarsene uno nuovo e didascalico, anche perché meglio avrebbe riassunto il senso paradossale di questa crime story al rovescio in cui la vittima predestinata diventa carnefice ed i predatori si ritrovano presi al laccio dalla loro stessa preda. La pellicola scritta e diretta da John Trent nel ‘74 è un piccolo film con un grande attore, che, per i tempi di recitazione, per lo stile delle riprese e per il taglio delle inquadrature, potrebbe sembrare quasi un prodotto televisivo, un giallo per ragazzi, con coprotagonista una graziosa, per niente arrendevole, adolescente idealista e ribelle, da mandare in onda nella fascia pomeridiana, se non fosse per qualche scena splatter di troppo. E' un film senza pretese che rimane a distanza di mezzo secolo ancora godibile grazie alla magnifica interpretazione di Ernest Borgnine che impersona lo spirito pioneristico della vecchia America puritana, pronta a farsi giustizia da sola, combattiva e guerrafondaia, contestata dalla giovane nipote che rappresenta invece la nuova generazione, figlia della cultura hippy e pacifista nata nel decennio precedente.