gianni lucini
|
mercoledì 14 settembre 2011
|
l'intellettuale non serve alla rivoluzione
|
|
|
|
In Faccia a faccia, affrontando il tema dei cambiamenti umani di fronte ad avvenimenti eccezionali, Sollima fa capire che l’intellettuale, un po’ troppo abituato a essere freddo e razionale, finisce per diventare portatore di una potenziale carica negativa mentre l’incolto ma intelligente fuorilegge, nella stessa situazione, finisce per farsi alfiere di valori positivi e meno teorici. In più c’è la questione del potere. Gli intellettuali possono essere corrotti dall’idea del potere e soprattutto dalla violenza come dominazione assoluta. Nel film la corruzione e il fascino che la violenza esercita su Brad Fletcher sono progressivi e sottolineati da dialoghi sempre più incalzanti.
[+]
In Faccia a faccia, affrontando il tema dei cambiamenti umani di fronte ad avvenimenti eccezionali, Sollima fa capire che l’intellettuale, un po’ troppo abituato a essere freddo e razionale, finisce per diventare portatore di una potenziale carica negativa mentre l’incolto ma intelligente fuorilegge, nella stessa situazione, finisce per farsi alfiere di valori positivi e meno teorici. In più c’è la questione del potere. Gli intellettuali possono essere corrotti dall’idea del potere e soprattutto dalla violenza come dominazione assoluta. Nel film la corruzione e il fascino che la violenza esercita su Brad Fletcher sono progressivi e sottolineati da dialoghi sempre più incalzanti. Quando impugna per la prima volta una pistola dice: «Certo che stringendola si ha come un'assurda sensazione di potenza con questo modo così naturale di aderire alla mano...». La strada è aperta. Dopo aver ucciso il primo uomo perde i freni inibitori, la violenza diventa uno strumento per aumentare e mantenere il suo potere personale mentre la sua cultura è complice nel fornirgli giustificazioni sempre più sofisticate. Quando alla fine Sollima affida al fuorilegge il compito di rimettere in ordine le cose, i codici tradizionali del western all’italiana sono completamente ribaltati. L’antieroe solitario che sfida il mondo per denaro, interesse, vendetta o anche solo per il gusto non esiste più. Qui tutti sono eroi, tutti antieroi e tutti odiosi assassini, dipende dal tempo, delle condizioni e dalle pulsioni nascoste.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a gianni lucini »
[ - ] lascia un commento a gianni lucini »
|
|
d'accordo? |
|
gianni lucini
|
mercoledì 14 settembre 2011
|
l’inversione dei ruoli è totale
|
|
|
|
Gioca a mescolare ancora le carte Sergio Sollima nel suo secondo western dopo il successo de La resa dei conti arrivato per la prima volta nelle sale il 23 novembre 1967. Nel primo sceglieva di raccontare la storia di una caccia all’uomo cercando di dare voce alle ragioni della preda e facendo pian piano capire al cacciatore e anche al pubblico che non sempre le persone sono quello che appaiono a prima vista. Questa volta va ancora più in là. In Faccia a faccia niente e nessuno resta quello che era all’inizio a partire dai personaggi principali. Il pacifico professore Brad Fletcher si tramuta in un folle e delirante assassino assetato di potere, mentre il pericoloso bandito Solomon Bennet, detto Beauregard, man mano che la storia si dipana è sempre più nauseato dalla violenza fine a se stessa e arriva addirittura a salvare la vita a Charlie Siringo, l’uomo dell’Agenzia Pinkerton incaricato di catturarlo.
[+]
Gioca a mescolare ancora le carte Sergio Sollima nel suo secondo western dopo il successo de La resa dei conti arrivato per la prima volta nelle sale il 23 novembre 1967. Nel primo sceglieva di raccontare la storia di una caccia all’uomo cercando di dare voce alle ragioni della preda e facendo pian piano capire al cacciatore e anche al pubblico che non sempre le persone sono quello che appaiono a prima vista. Questa volta va ancora più in là. In Faccia a faccia niente e nessuno resta quello che era all’inizio a partire dai personaggi principali. Il pacifico professore Brad Fletcher si tramuta in un folle e delirante assassino assetato di potere, mentre il pericoloso bandito Solomon Bennet, detto Beauregard, man mano che la storia si dipana è sempre più nauseato dalla violenza fine a se stessa e arriva addirittura a salvare la vita a Charlie Siringo, l’uomo dell’Agenzia Pinkerton incaricato di catturarlo. Anche quest’ultimo, disponibile a qualunque efferatezza pur di raggiungere il suo scopo, finisce per opporsi all’inutile uccisione dei fuorilegge sopravvissuti alla distruzione del covo delle “Pietre di fuoco”. Infine anche il più volte evocato Zachary Shot, l’uomo del “Branco selvaggio” di cui si parla fin dall’inizio del film per liberare il quale i compagni sono disposti a dare la vita, nell’ultimo quarto d’ora della pellicola si fa corrompere e guida il gruppo di mercenari inviati a massacrare proprio i suoi compagni,
[-]
|
|
[+] lascia un commento a gianni lucini »
[ - ] lascia un commento a gianni lucini »
|
|
d'accordo? |
|
|