johngarfield
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lunedì 17 ottobre 2011
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film emblema
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Film emblema di tutto uno stile, un modo di vedere la realtà quotidiana italiana. La commedia italiana difficilmente è cinema di denuncia: non si mette sotto accusa un sistema, non si analizzano le radici dei problemi, non si va a fondo nella ricerca dei motivi dei vari comportamenti, usando strumenti propri di indagine come la descrizione semi-documentaristica, il rigore filologico e sociologico, la ricerca scientifica. La commedia all’italiana, e quella di Risi in particolare, nei migliori casi, riesce con tratti sapienti e spesso geniali, a fotografare una Nazione, a mostrarne vizi, manie, debolezze con tocchi leggeri usando lo strumento del cinismo, dell’ironia e della comicità.
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Film emblema di tutto uno stile, un modo di vedere la realtà quotidiana italiana. La commedia italiana difficilmente è cinema di denuncia: non si mette sotto accusa un sistema, non si analizzano le radici dei problemi, non si va a fondo nella ricerca dei motivi dei vari comportamenti, usando strumenti propri di indagine come la descrizione semi-documentaristica, il rigore filologico e sociologico, la ricerca scientifica. La commedia all’italiana, e quella di Risi in particolare, nei migliori casi, riesce con tratti sapienti e spesso geniali, a fotografare una Nazione, a mostrarne vizi, manie, debolezze con tocchi leggeri usando lo strumento del cinismo, dell’ironia e della comicità. Nei casi meno riusciti, mancando l’ispirazione, la comicità scade a farsa e a stanca rappresentazione di realtà fittizie infarcita di luoghi comuni e volgarità. Nel film in questione, ci troviamo di fronte a un’opera riuscita in parte, ma interessante per il modo in cui si affrontano i soliti vizi e difetti della società italiana negli anni del “boom” (metà anni ’60). Come scenario, viene scelta una località balneare adriatica d’estate. La spiaggia è un po’ il concentrato o il crogiolo dei vari comportamenti degli italiani in vacanza. Vengono perciò create diverse tipologie che riassumono, grosso modo, l’atteggiamento dell’italiano medio : il buontempone, il play boy, l’intellettuale fasullo, la pettegola insopportabile col marito ormai vittima rassegnata, la moglie che ama essere corteggiata e il marito geloso. Il tutto condito da una miscellanea delle canzonette più in voga in quel periodo. E’ il classico film estivo senza particolari pretese. Il punto è che un film “disimpegnato” di Dino Risi di metà anni ’60 non è un prodotto usa e getta come certi film-panettoni o balneari attuali. C’è una dignità e un rispetto per il mestiere di regista che finiscono per dare spessore artistico anche ai film meno impegnati. Ad esempio, la figura del protagonista, l’ingegner Marletti (interpretato da un buon Enrico Maria Salerno) non è ascrivibile al gusto macchiettistico e superficiale, riservato invece agli altri personaggi. Marletti è un uomo serio, colto ed innamorato della moglie: non possiede insomma le caratteristiche dell’italiano medio bersaglio dei lazzi e delle beffe di tanto cinema italiano. Ama divertirsi ma non mescolarsi né partecipare ai vacui riti balneari, ai pettegolezzi, agli scherzi stupidi. E’ geloso della moglie ma non si comporta in modo ridicolo. Intende verificare la fedeltà della propria moglie, ma lo fa con intelligenza e con tatto. In un microcosmo essenzialmente frivolo come quello della spiaggia affollata adriatica, Marletti è l’eccezione (non fa parte del gruppo, se non episodicamente). Viene quindi da chiedersi la ragione d’esistere nel film di questo personaggio. La ragione sta forse nel richiamo che gli sceneggiatori e il regista fanno alla dignità artistica. La società italiana non è solo spiaggia, ombrelloni, mare, sole, canzonette, piadine e amorazzi svelti quanto sterili. “Vi sto dando un film per farvi divertire-sembra dire Risi- ma l’Italia non è solo questa. Ci sono persone serie che lavorano in modo serio, si sposano, amano i figli e continuano ad amare le mogli”.
L’Italia del “boom” non è solo frutto di una fortunata coincidenza di circostanze favorevoli, ma c’è alla base una società che lavora e sacrifica. Verranno poi gli anni dello “sboom”, delle tangenti, della corruzione, dell’edonismo sfrenato e totalmente disimpegnato, intervallati da quelli di piombo. Tutto materiale adatto per un’efficace satira di costume alla Dino Risi appunto. Ma questa è un’altra storia.
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woody62
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giovedì 26 marzo 2020
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"sapore di mare" venti anni prima
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Uno dei grandi maestri della “commedia all'italiana”, Dino Risi propone un film “balneare” fin dal titolo, molto più intenso e significativo di quel che potrebbe sembrare ad una visione superficiale. Il week end del romano ing. Marletti in visita dalla moglie in vacanza a Riccione (accoppiata riuscita con Enrico Maria Salerno e Sandra Milo perfetti nel ruolo), rivela luci e ombre (più ombre che luci) sul rapporto di coppia, sulle consuetudini formali spesso vuote e superficiali degli incontri estivi, sul mito degli italiani conquistatori di bellezze nordiche.
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Uno dei grandi maestri della “commedia all'italiana”, Dino Risi propone un film “balneare” fin dal titolo, molto più intenso e significativo di quel che potrebbe sembrare ad una visione superficiale. Il week end del romano ing. Marletti in visita dalla moglie in vacanza a Riccione (accoppiata riuscita con Enrico Maria Salerno e Sandra Milo perfetti nel ruolo), rivela luci e ombre (più ombre che luci) sul rapporto di coppia, sulle consuetudini formali spesso vuote e superficiali degli incontri estivi, sul mito degli italiani conquistatori di bellezze nordiche. Sarà così che Enrico (l'attore mantiene il suo nome vero) conoscerà la ricca e variegata fauna di ospiti della riviera romagnola, ove si intrecciano storie, tradimenti, vizi e maldicenze, tipici dell'ozio sotto l'ombrellone. Con la sorpresa che anche il suo matrimonio con la frizzante Giuliana in qualche modo scricchiola, vista l'infatuazione per il conte Bellanca (Lelio Luttazzi).Solo nel finale, grazie anche ad una provvidenziale vincita a poker contro il rivale, Enrico riuscirà a riconquistare Giuliana, prima di ripartire alla volta di Roma per una nuova settimana di lavoro. Il film ci riporta alle cronache delle estati felici del boom economico, con spiagge incredibilmente affollate, accompagnate da una nostalgica colonna sonora con tutti i successi dell'epoca. I fratelli Vanzina, circa 20 anni dopo, non hanno inventato nulla; con “Sapore d mare” hanno solo ringiovanito i protagonisti che ne “L'ombrellone”, sono in prevalenza coppie di mezza età, salvo eccezioni. In talune scene Risi propone reminiscenze felliniane, come la festa sul natante e la successiva attesa dell'alba in spiaggia, tra scherzi, bevute e grigliate di pesce. Nel cast, oltre a Salerno e Milo, ottimi attori come Raffaele Pisu, nel ruolo del bambinone sempre pronto allo scherzo, la bella Daniela Bianchi che due anni prima, nel 1963, era divenuta famosa come Bond girl nel film “Dalla Russia con amore”, Jean Sorel nel ruolo del playboy – doppiato da Renzo Palmer – e l'avvenente Alicia Brandet, bionda americana presente in qualche film si quel periodo, di cui si narra che il regista fosse infatuato. In sintesi un film godibile simbolo di un'epoca che non si può ripensare senza un po' di nostalgia.
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martedì 28 giugno 2016
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il weekend, la frenesia, il rientro a casa...
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Divertente e leggero film di Dino Risi che ci riporta al boom economico degli anni 60 con la conseguente moda di andare tutti in ferie al mare per divertirsi spensierati. La moglie del protagonista è già in effetti al mare, in hotel a Riccione. Insieme a lei amici, conoscenti, donne intriganti e vari playboy al massimo della forma. L'ingegner Marletti approfitta del ponte di Ferragosto e decide di andare a trovare la moglie Giuliana, anche se proprio convinto non è. Comunque, con pipa e cappellino, sale sulla sua Fiat 1500 spider, abbassa il tetto in tela e parte da una città deserta in cui spicca il vigile sulla pedana ad un incrocio, deserto anche quello... Arrivato a Riccione cominciano i guai.
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Divertente e leggero film di Dino Risi che ci riporta al boom economico degli anni 60 con la conseguente moda di andare tutti in ferie al mare per divertirsi spensierati. La moglie del protagonista è già in effetti al mare, in hotel a Riccione. Insieme a lei amici, conoscenti, donne intriganti e vari playboy al massimo della forma. L'ingegner Marletti approfitta del ponte di Ferragosto e decide di andare a trovare la moglie Giuliana, anche se proprio convinto non è. Comunque, con pipa e cappellino, sale sulla sua Fiat 1500 spider, abbassa il tetto in tela e parte da una città deserta in cui spicca il vigile sulla pedana ad un incrocio, deserto anche quello... Arrivato a Riccione cominciano i guai. La coda per arrivare all'hotel, qualche battibecco con altri automobilisti e una folla chiassosa ovunque. Arrivato trova e abbraccia Giuliana, poi vanno a pranzo e lui conosce una signora di mezza età, pettegola e irritante, sa tutto di tutti e si diverte alla noia a sparlare. Poi si fa avanti Pasqualino, scherzoso animatore di tutta la compagnia, specializzato in scherzi e freddure. Poi c'è il conte Bellanca, uomo affascinante ed esperto di antiquariato. L'ingegnere si imbatte anche in Sergio, un playboy instancabile che, a causa di un malinteso, fa credere che sia interessato a Giuliana. Marletti vuole andare a fondo e lo segue fino a un locale isolato dove fanno conoscenza. Qua c'è un dialogo che deve essere menzionato. Sergio infatti è stupito di essere stato seguito in auto da uomo e incalza subito chiedendogli - "Scusi, a lei piacciono le donne?" - Al che l'ingegnere replica - "Perchè? Lei conosce qualcosa di meglio?" - Così si chiarisce tutto, Marletti non è gay e ha seguito Sergio perchè pensa voglia avere un flirt con la moglie, e in effetti lo vuole un flirt, ma con un altra donna, anche lei di nome Giuliana. Con lei infatti si allontana in auto e promette a Marletti che sua moglie, nè lui nè gli altri playboy "al lavoro" a Riccione, la toccheranno. L'ingegnere si tranquillizza e, tra una partita a pallone e una a carte, cerca di integrarsi nell'ambiente allegro ma chiassoso che lo circonda. Scopre notevoli bellezze che popolano l'albergo, tra cui la loro vicina di stanza, un'instancabile nordica che flirta ogni sera con uomini sempre diversi. Marletti capisce che Giuliana è in crisi, non è felice del tutto e nota che si è invaghita del conte Bellanca, che una sera organizza una mostra di opere d'arte. Rimane sorpreso e decide di fare qualcosa. Si dimostra più affettuoso con la moglie e, dopo una spaghettata notturna, lo affronta a poker vincendo a ripetizione "sbancandolo", facendosi firmare un cospicuo assegno. Giuliana ha capito che il marito tiene ancora a lei e tra i due finisce la crisi. Il mattino stesso l'ingegnere, invece di andare a letto dopo la notte in bianco, decide di rientrare in città approfittando del fresco per affrontare il viaggio. Ha riconquistato l'affetto della moglie, ha rovinato a poker il suo "rivale" ed è a posto con se stesso. Giuliana lo guarda felice dalla stanza, lui scambia qualche parola con Sergio e parte, avendo come compagna di viaggio la signora insopportabile. Il finale del film è liberatorio e propone la scena più bella e densa di significato. L'ingegner Marletti è rientrato con la sua spider a casa, la città è ancora deserta e silenziosa. Lui dorme profondamente, solo nell'appartamento, smaltendo tutta la fatica di quel viaggio voluto, affrontato e, per fortuna, finito. - di " Joss" -
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