La ragazza con la valigia

Gian Luigi Rondi

Un film delicato, tenero, garbatissimo, una prima parte raccolta e conclusa come un piccolo poema in prosa, due personaggi schietti, originali, sottili. Ce lo ha regalato Valerio Zurlini con un impegno di stile e di gusto che lo porta molto lontano dalle sue precedenti fatiche, inserendolo con fortuna tra le schiene dei nostri autori migliori. I due personaggi sono un ragazzo di buona famiglia, studentello sedicenne, rimasto sempre nella quiete aulica e provinciale di una città come Parma, e una ballerina milanese, vistosa, grezza e vissuta (pur non essendo priva di una fondamentale onestà); lui si innamora di lei, senza quasi saperlo e senza capire che lei non è precisamente una fanciulla verginale; ma naturalmente le cose non vanno lisce e la ragazza (che è capitata a Parma per colpa di un brutto tino giocatole dal fratello di lui) torna alla località balneare da cui era partita in cerca di lavoro; l’altro la segue di lì a poco, pur sapendo che il suo gesto non potrà servire a nulla ed avendo intuito che la ragazza è in strettezze, per riparare alla cattiva azione del fratello, le lascia furtivamente un po’ di denaro; quindi torna tristemente a casa. [...]

di Gian Luigi Rondi, articolo completo (2884 caratteri spazi inclusi) su Il Tempo 10 febbraio 1961