Film d'avventura diretto da John Sturges, senz'altro uno dei massimi esperti del genere.
L'ambientazione sottomarina rischiava di risultare deleteria per la riuscita delle scene d'azione e per la capacità di mantenere un ritmo sostenuto, aspetto sempre fondamentale in pellicole come questa, viceversa sono proprio queste le sequenze che funzionano meglio e che appassionano maggiormente, caratterizzando la pellicola.
Nei titoli di testa Jane Russell viene presentata come la protagonista della pellicola, ma in realtà deve dirsi che la procace e famosa attrice viene utilizzata più come uno specchietto per le allodole, per attirare il grande pubblico, mentre invece la forza del film non sta nelle curve della Russell, che comunque vengono messe in buona evidenza, bensì nella buona realizzazione di un onesto film incentrato su una trama avventurosa, con un tesoro da recuperare in mezzo alle solite mille insidie.
Oltre alla Russell il cast non presenta nomi di grande richiamo; gli attori impiegati nei ruoli di primo piano accanto alla sex symbol hollywoodiana, risultano comunque convincenti come subacquei, grazie alla loro evidente prestanza atletica.
Il difetto della pellicola è che i personaggi non sono presentati in modo tale da creare un effetto empatico col pubblico che non gli si affeziona troppo e non si trova portato a parteggiare appassionatamente per le loro sorti.
Sturges esibisce una grande tecnica nella direzione delle parti girate in fondo al mare, elevando il film e rendendolo meritevole di essere ricordato.
Qualche colpo di scene riesce a rendere il finale ben riuscito ed abbastanza gradevole.
Il ricorso alla voce fuori campo non pare assolutamente necessario, né particolarmente positivo: poteva essere evitato.
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