Il terzo uomo |
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Un film di Carol Reed.
Con Orson Welles, Joseph Cotten, Alida Valli, Trevor Howard, Bernard Lee.
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Titolo originale The Third Man.
Spionaggio,
Ratings: Kids+13,
b/n
durata 104 min.
- Gran Bretagna 1949.
- Cineteca di Bologna
uscita giovedì 27 agosto 2015.
MYMONETRO
Il terzo uomo
valutazione media:
4,47
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Noir espressionista e genialedi PoggiFeedback: 1284 | altri commenti e recensioni di Poggi |
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lunedì 23 agosto 2010 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Nella sinistra cornice della Vienna postbellica, divisa in settori dalle quattro potenze vincitrici e attraversata dalle trame di occulti traffici, si svolge la storia del modesto scrittore Alga Martin, americano squattrinato che ha seguito l'invito del vecchio amico Harry Lime, il quale gli offre ospitalità e un non meglio precisato lavoro. Ma ad aspettarlo, lo scrittore troverà una sgradevole sorpresa: Harry è morto in un incidente e la polizia lo ricercava da tempo come un pericoloso criminale. Assieme all'ex amante dell'amico (una straordinaria Alida Valli), Alga si getta allora in una ricerca sul torbido passato di Harry per riabilitarne la memoria, ma le sorprese non mancheranno: Lime è morto davvero? E chi è il misterioso terzo uomo che un portiere afferma di aver visto sulla scena dell'incidente? Straordinario noir sceneggiato da Graham Greene a partire da un suo romanzo e diretto da Carol Reed con abilità sorprendente. Visivamente eccezionale, con le celebri inquadrature storte e un ampio uso di grandangoli a dare un'impressione di precarietà e di sottile ostilità nell'ambiente. Un bianco e nero fortemente contrastato e una visione degli ambienti di matrice espressionista (debitrice anche del Welles di "Quarto potere") contribuiscono a creare un'atmosfera sinistra e impareggiabile, dove persino i primi piani hanno qualcosa di deviato o di mostruoso. L'intreccio è ben congegnato, il cast pressochè perfetto (su tutti un Orson Welles che, nonostante la brevità della sua apparizione, giganteggia a partire dalla meravigliosa scena in cui compare come un fantasma illuminato dalla luce radente di una finestra). Molte le scene da antologia, come i due inseguimenti (quello nelle fogne ha fatto scuola), e il finale sul viale del camposanto. Leggenda vuole che Welles abbia contribuito a girare qualche scena, ma la voce è smentita da lui stesso; quel che è certo è che abbia improvvisato alcuni dialoghi, come quello sulla ruota panoramica, con la famosissima battuta sugli svizzeri. Una menzione particolare merita infine il leit motiv che fa da dissonante contrappunto all'oscura vicenda, ormai entrato nella storia del cinema. In sintesi, un classico da non perdere.
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