Variazione sul tema vampiresco con nette influenze letterarie (Edgar Allan Poe) e rimandi evidenti al Surrealismo (Buñuel, Cocteau). Clamoroso insuccesso, oggi è una tappa fondamentale nell'horror.
di Fabio Fulfaro Sentieri Selvaggi
Un sogno dentro un sogno. C'è tantissimo Edgar Allan Poe nel Vampyr di Dreyer che prende le dovute distanze sia da Nosferatu (1922) di Murnau che dal più vicino Dracula (1931) di Tod Browing. L'ispirazione non è Bram Stoker ma le novelle orrorifiche Carmilla, The Room in the Dragon Volant, The Familiar e Mr. Justice Harbottle di Joseph Sheridan Le Fanu, tutte contenute nel volume In The Glass Darkly pubblicato nel 1872. Dreyer utilizza le coordinate del genere per sperimentare nuove tecniche e distaccarsi dall'Espressionismo: non più il bianco e nero contrastato, la centralità del vampiro (maschio), un racconto lineare con personaggi facilmente identificabili, ma una fotografia grigia e nebbiosa, una vampira dalle velate inclinazioni saffiche, il punto di vista instabile di un indagatore di incubi, un totale ribaltamento tra realtà e sogno che parcellizza la narrazione. [...]
di Fabio Fulfaro, articolo completo (4409 caratteri spazi inclusi) su Sentieri Selvaggi 10 gennaio 2022