
Anno | 2014 |
Genere | Biografico |
Produzione | Australia |
Durata | 108 minuti |
Regia di | Rolf De Heer |
Attori | Peter Djigirr, Luke Ford, Jennifer Budukpuduk Gaykamangu, David Gulpilil Peter Minygululu, Ritchie Singer, Lizzie Durrurrnga, Bobby Bunungurr, Frances Djulibing, Michael Dawa, Paul Blackwell (II), John Brumpton, Jamie Gulpilil, Gary Waddell, J.B. Williams, Johnny Buniyira, Fiona Lanyon, Dan Wyllie, Gladys Womati, Richard Birrinbirrin, Terrance Malibirr, Jayden Maliburr, Jordan Maliburr, Barry Yanarrarra, Damon Gameau, Gary Sweet, Belle Kha, Kyal Wilson, John Clark (VI), Mark Gray, Kadek Hobman, Coryn Tambling, Wayne Anthoney, Eric Cartright, Kaletzis Sakelarios, Bojana Novakovic, Kevin Yirrawuri, Dray Thompson, Jathson Ngalmi, Eric Kerr, Kyle Murrungun, Dellax Barra, Jimmy Djamanba, Dick Fisher. |
MYmonetro | 3,00 su 1 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento martedì 1 luglio 2014
Charlie sta invecchiando. Quando le leggi del paese rendono la vita più difficile alla sua remota comunità, lui decide di andarsene. Al Box Office Usa Charlie's Country ha incassato 13,4 mila dollari .
CONSIGLIATO SÌ
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Charlie vive in una comunità aborigena nel nord dell'Australia. Il governo sta progressivamente cercando di reprimere le usanze tradizionali die nativi e Charlie si sente schiacciato tra due condizioni esistenziali. La sua nuova vita 'occidentale' gli consente di sopravvivere ma non gli lascia alcun margine di decisionalità. Quando gli vengono portati via il fucile, la nuova lancia e viene confiscata la jeep del suo migliore amico, Charlie decide di inoltrarsi nel bush per vivere come un tempo vivevano i suoi antenati.
Rolf De Heer ha maturato nel tempo un'autentica passione per la condizione degli aborigeni australiani (lo testimoniano The Tracker e 10 canoe) che si ripropone, se possibile con ancor maggiore determinazione, in questo suo film. Non siamo più nel passato né immersi in una situazione ipnotica ma sprofondati nel presente. Il cartello iniziale ci immerge subito nella situazione: stiamo entrando in una zona in cui è vietato il consumo di alcol. Charlie, interpretato ma sarebbe più corretto dire 'vissuto' dal sempre straordinario David Gulpilil (anche perché parte della storia si ispira alla sua vita) è un uomo privo di grandi pretese. Gli basterebbe sentirsi a casa nella terra in cui lui e i suoi avi sono nati. I bianchi fanno di tutto per fargli invece sperimentare il contrario, per farlo sentire uno straniero. La piaga dell'alcolismo, invece di essere contrastata con un processo di integrazione, viene solo e semplicemente liquidata con la repressione che oltretutto ottiene risultati parziali. Charlie tiene alla propria dignità più che ad ogni altra cosa. Può rischiare di perdersi, come anche a Gulpilil è accaduto finendo addirittura in carcere nel 2011, ma nel fondo dei suoi occhi si legge sempre il desiderio del riscatto. È quanto il cinema di impegno civile di De Heer fa emergere senza più alcun filtro ma con la forza della denuncia della disperante condizione aborigena attuale.