Il quartiere di Vyborg

Film 1938 | Drammatico 120 min.

Titolo originaleVyborgskaja storona
Anno1938
GenereDrammatico
ProduzioneURSS
Durata120 minuti
Regia diGrigori Kozintsev, Leonid Trauberg
AttoriBoris Chirkov, Valentina Kibardina .
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Regia di Grigori Kozintsev, Leonid Trauberg. Un film con Boris Chirkov, Valentina Kibardina. Titolo originale: Vyborgskaja storona. Genere Drammatico - URSS, 1938, durata 120 minuti.

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Periodo successivo all'Ottobre 1917, siamo all'ultima parte della trilogia; Maksim, lavora con tenacia, impegnato nella difesa della Rivoluzione.

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Georges Sadoul
Georges Sadoul

1) La giovinezza di Massimo. Nel 1910 il giovane operaio Massimo (Boris Cirkov) innamorato di Natascia (V. Kibardina), diviene bolscevico in seguito all'incontro con un vecchio militante (M. Tarchanov), partecipa alla lotta clandestina e si fa arrestare. 2) Il ritorno di Massimo. Nel 1914, Massimo e i suoi amici partecipano a grandi manifestazioni operaie contro la guerra. 3) Il quartiere di Viborg. Dopo la rivoluzione d'ottobre nel 1917, Massimo diventa commissario politico. Incaricato della nazionalizzazione d'una banca, ha diversi incontri con Lenin (M. Strauch) e Stalin (M. Gelovani). La trilogia di Massimo fu concepita come un'unità. Il progetto di realizzare tre film su un operaio del partito fu elaborato da Kozincev e Trauberg dopo Sola. "Abbiamo cominciato col leggere attentamente le memorie dei vecchi bolscevichi, subito dopo aver ben presto capito che i film di avventure rivoluzionarie come I diavoletti rossi, non sarebbero serviti a nulla né per la realizzazione né per l'interpretazione. Questi provocatori enigmatici, queste impressionanti evasioni, questi segreti della clandestinità, e tutti questi accessori romantici, non solo non provenivano dai documenti dell'attività rivoluzionaria, ma erano vere e proprie deformazioni che facevano dei bolscevichi eroi d'un romanzo d'avventure". Questa ricerca d'una rappresentazione, romanzesca e veridica al tempo stesso, del movimento rivoluzionario, portò gli autori a creare una forma drammatica nuova. "I l film si fondò su una selezione artistica di parole, gesti, volti, attimi" (Leyda). Portata a termine la sceneggiatura, lunghi mesi furono dedicati a prepararne la realizzazione. Per creare la figura di Massimo, Boris Cirkov trascorse settimane intere frequentando i rivoluzionari ch'erano vissuti negli anni 1910-1918, e lavorò due o tre mesi in una fabbrica di Leningrado per mettersi nei panni d'un operaio. Questa romanzesca epopea non è priva d'un certo umorismo e di forza giovanile e di attrazioni vicine al caffè-concerto, secondo la tradizione eccentrica del FEKS. La fotografia, quasi espressionista nella prima parte, diviene nelle altre due più semplice e più diretta. E certi motivi, appena accennati all'inizio, vengono in seguito ripresi e sviluppati. Sequenze notevoli: due sedute del Parlamento (sviluppate a lungo) una nel 1914, l'altra nel 1917; una partita di biliardo con un provocatore; una riunione clandestina in un bosco; Massimo che, inseguito dalla polizia, passa attraverso un gruppo di gitanti intenti a un pic-nic, al suono d'un grammofono a tromba; le manifestazioni di strada a Pietrogrado, pochi giorni prima della guerra; la partenza di Massimo per il fronte; l'imbarazzo in cui si trova quando gli affidano la direzione di una banca. Preso come un tutto diviso in tre parti, Massimo è uno dei film più importanti realizzati nell'Urss (e in tutto il mondo) negli anni '30.
Da Dizionario dei film, Firenze, Sansoni, 1968

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Periodo successivo all'Ottobre 1917, siamo all'ultima parte della trilogia; Maksim, lavora con tenacia, impegnato nella difesa della Rivoluzione. La scomparsa dei momenti leggeri, ironici e più liberamente inventati e l'incontro con Lenin sembrano suggellare il processo in corso di "irrigidimento" del flusso "naturale", dinamico del lavoro espressivo dei migliori cineasti sovietici.

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