
Titolo originale | Deoreoun done sondaeji mar |
Anno | 2024 |
Genere | Azione |
Produzione | Corea del sud |
Durata | 100 minuti |
Regia di | Kim Min-soo (II) |
Attori | Woo Jung, Kim Dae-Myung, Byeong-eun Park, Jung Hae-Kyun, Han Hye-Ji Choi Jun-yong, Seung-Mok Yoo, Soo-Jang Baek, Shim Wan-Joon, Teo Yoo. |
MYmonetro | Valutazione: 2,50 Stelle, sulla base di 1 recensione. |
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Ultimo aggiornamento lunedì 28 aprile 2025
Un'operazione di riciclaggio diventa una rapina che finisce male. Due detective corrotti si ritrovano nei guai.
CONSIGLIATO NÌ
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Nella città di Incheon, in Corea del Sud, Myung-deuk e Dong-hyuk sono agenti della polizia locale abituati a racimolare "denaro sporco" dalle loro indagini, il primo per pagare le spese mediche di una figlia malata, il secondo a causa della dipendenza dal gioco d'azzardo assieme alla sua compagna. I due intravedono la possibilità del colpo grosso quando entrano in possesso di informazioni riservate su un ingente scambio di denaro legato al crimine organizzato cinese. Le cose però si complicano tra omicidi e tentativi di coprire le proprie tracce, finendo per stringerli in una morsa che li vede incalzati sia dai propri colleghi che da una gang di malavitosi.
Benché sia all'esordio dietro la macchina da presa, il regista coreano Kim Min-soo si era finora fatto notare come sceneggiatore, firmando gli script dell'interessante Kingmaker e del precedente The Merciless, una sanguinaria epopea criminale che ha sicuramente gettato le basi per il lavoro su Dirty Money.
Stavolta però Kim Min-soo prende le redini in prima persona e tenta un audace connubio di dramma e tensione con dei momenti e dei toni più leggeri, sfruttando la caratterizzazione un po' a grana grossa dei due protagonisti - classica coppia di sbirri dall'indole diversissima - e l'assurdità della situazione, che li vede immersi fino al collo in un intrigo in cui sono sia prede che cacciatori. Girato diversi anni prima dell'uscita e rimasto poi in un preoccupante limbo produttivo, il film ha una presa sufficientemente salda sui vari appigli tipici del thriller a sfondo poliziesco, balzando da uno all'altro con apprezzabile ritmo e vigore. In questa scalata gli manca però la capacità di cercarsi un sentiero proprio che possa distinguerlo dalla massa dei titoli suoi simili; non sempre è sufficiente il pathos che deriva dalla moralità compromessa dei due protagonisti, che sanno benissimo di essersi condannati da soli ancor prima di dover fare i conti con i temibili avversari sul loro cammino.
Il loro è perciò un tortuoso cammino verso l'espiazione, segnato dalle tinte sature della fotografia e dall'uso non banale delle location, che contribuiscono a tenere alta la curiosità visiva dello spettatore nel crescendo di suspense della storia. In mezzo alle trovate pirotecniche della regia di Kim Min-soo - che spesso calca la mano - a tenere a galla il film c'è però l'interscambio tra i due attori protagonisti (ed entrambi volti noti televisivi) Jung Woo e Kim Dae-myung: nella costante tensione tra colpa e coinvolgimento dei personaggi che interpretano, diventano due avatar di vulnerabilità in grado di attirare il pubblico dalla loro parte.
Nella città di Incheon, in Corea del Sud, Myung-deuk e Dong-hyuk sono agenti della polizia locale abituati a racimolare “denaro sporco” dalle loro indagini. I due intravedono la possibilità del colpo grosso quando entrano in possesso di informazioni riservate su un ingente scambio di denaro legato al crimine organizzato cinese. Le cose però si complicano tra omicidi e tentativi di coprire le proprie tracce.
Kim Min-soo tenta un audace connubio di dramma e tensione con dei momenti e dei toni più leggeri, sfruttando la caratterizzazione un po’ a grana grossa dei due protagonisti – classica coppia di sbirri dall’indole diversissima – e l’assurdità della situazione, che li vede immersi fino al collo in un intrigo in cui sono sia prede che cacciatori. Il film ha una presa sufficientemente salda sui vari appigli tipici del thriller a sfondo poliziesco, balzando da uno all’altro con apprezzabile ritmo e vigore. In questa scalata gli manca però la capacità di cercarsi un sentiero proprio che possa distinguerlo dalla massa dei titoli suoi simili.