
Titolo internazionale | The Book of Joy |
Anno | 2024 |
Genere | Drammatico |
Produzione | Francia |
Durata | 86 minuti |
Regia di | Camille Lugan |
Tag | Da vedere 2024 |
MYmonetro | 3,09 su 4 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento lunedì 2 settembre 2024
La vita di una giovane dalla profonda fede viene sconvolta da un incontro casuale.
CONSIGLIATO SÌ
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In una città del nord della Normandia, l'orfana Joy vive fin da bambina nella chiesa locale, al fianco di padre Lénard, che l'ha cresciuta e che lei considera un padre putativo. Joy è molto devota, aiuta nella gestione della chiesa ed esce di rado, solo per donare conforto ai senzatetto. Quando però nella chiesa entra Andriy, un giovane malmenato dalla polizia, qualcosa in Joy cambia: seguendo il ragazzo, scopre che appartiene a una banda di spacciatori gestito dalla carismatica Mater e decide di unirsi al gruppo. Riuscirà a mantenere salda la sua fede e al tempo stesso ad abbracciare l'amore per Andriy?
Un racconto di formazione atipico, ambientato negli spazi asettici di una città popolata da individui soli e disperati, in cui lo scontro tra la protagonista e il mondo assume una valenza astratta e spirituale.
Nel volto splendente e insieme afflitto della brava interprete Sonia Bonny si concentra il senso di Selon Joy, lungometraggio d'esordio di Camille Lugan: un film sulla grazia, sulla duplice attrazione verso il bene e verso il male, in cui l'assenza di una risposta di fronte all'invocazione della preghiera sfocia in un desiderio di carnalità e soprattutto di perdizione. Joy, vent'anni, bella e innocente, si prenda cura delle poche anime che frequentano la chiesa in cui vive, fa la carità ai senzatetto, crede alle parole di padre Léonard (Raphaël Thiéry) che invita a cogliere il volto e la parola di Cristo in ogni aspetto della realtà... Eppure, quando incontra il corpo ferito di Andriy sente un richiamo irresistibile e segue lo sconosciuto come se cercasse nell'abisso la conferma della proprio fede. Non a caso, dopo che Joy è entrata a far parte della banda di spacciatori guidata da Mater (interpretata da Asia Argento), di fronte le si para la visione di un Cristo in croce, inchiodato a una struttura di ferro, silenzioso e inequivocabile...
Selon Joy, cioè il "Vangelo secondo Joy", non nasconde le sue ambizioni spirituali anche a costo di sfociare, consapevolmente o meno, nel kitsch. Nel film ogni situazione o personaggio ha un ruolo prestabilito, una funzione, spesso anche un nome metaforico: Mater è l'opposto della figura paterna incarnata dal sacerdote; il gruppo che guida e di cui Andriy e Joy fanno parte vive isolato come in una catacomba, perseguitato dalla polizia e rappresentato come una Chiesa al contrario, dannata e per questo ancora più sacra; la stessa Joy assume di volta in volta il ruolo di figlia, madre, amante, sorella... Non sempre Lugan trova un equilibrio fra la messinscena dimessa, con diverse scene notturne, spazi spogli austeri, lunghi silenzi, e l'evidente metafora religiosa del racconto, incerta fra l'estetica spoglia del cinema spiritualista, il punk dell'immaginario post-industriale e il realismo crudo del cinema est europeo (viene in mente The Tribe), con i corpi dei personaggi ripresi nella loro dirompente semplicità. Anche per questo il momento migliore di Selon Joy è la scena di sesso fra la protagonista e Andriy, ripresa in piano fisso e campo totale, a cui segue un silenzioso e reciproco riconoscimento dei due ragazzi, nudi e liberi. Un momento in cui il film sembra liberarsi dalle sue sovrastrutture, e trovare un tono diverso, più intimo e prezioso. Reduce da alcuni corti di successo, Lugan dimostra di saper lavorare bene nelle singole situazioni, nei tempi e negli spazi stretti: la sua regia non regge il peso delle sue idee, ma non è detto che per il momento si sia solo un difetto d'inesperienza.
In una città del nord della Normandia, l’orfana Joy vive fin da bambina nella chiesa locale. Joy è molto devota quando però nella chiesa entra Andriy, un giovane malmenato dalla polizia, qualcosa in Joy cambia. Un racconto di formazione atipico, ambientato negli spazi asettici di una città popolata da individui soli e disperati, in cui lo scontro tra la protagonista e il mondo assume una valenza astratta e spirituale.
Un film sulla grazia, sulla duplice attrazione verso il bene e verso il male, in cui l’assenza di una risposta di fronte all’invocazione della preghiera sfocia in un desiderio di carnalità e soprattutto di perdizione. Selon Joy, cioè il “Vangelo secondo Joy”, non nasconde le sue ambizioni spirituali anche a costo di sfociare, consapevolmente o meno, nel kitsch.
Chi ti salverà? ... la Grazia. Una bicicletta, il rumore della notte e un altare dove poter volgere lo sguardo alla croce. La storia è racchiusa nei volti e nei gesti dei soggetti mentre le parole sono misurate e ciò che conta sono le azioni. Un incontro diventa la chiave per vivere in equilibrio, mettendo da un lato il bene e dall'altro lato il male.
Siamo a Le Havre. La giovane ragazza nera Joy (Sonia Bonny) è un'orfana che non hai conosciuto i genitori, molto cattolica, credente e praticante a tal punto da assistere il prete della sua chiesa, un uomo malato terminale e consapevole che gli resta poco da vivere. La quotidianità di Joy è l'altare, poco altro. All'improvviso irrompe la svolta che funge da innesco per l'intreccio: proprio tra le sacre [...] Vai alla recensione »
Dopo l'abbandono da parte dei genitori Joy cresce in chiesa, ne esce e vaga per la cittadina solo quando è alla ricerca di senzatetto da poter aiutare. Fin dalla più tenera età vive e respira l'aria della religione ortodossa e, inevitabilmente, sviluppa una forte fede che l'accompagna nelle sue tranquille giornate. Almeno fino a quando Andriy non viene picchiato davanti a lei nella sua stessa chiesa: [...] Vai alla recensione »