Anno | 2023 |
Genere | Documentario |
Produzione | Italia |
Durata | 61 minuti |
Regia di | Stefano Poggioni, Claudia Cataldi, Elena Poggioni |
MYmonetro | Valutazione: 3,00 Stelle, sulla base di 1 recensione. |
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Ultimo aggiornamento venerdì 31 gennaio 2025
Le voci di 14 migranti partiti dai loro paesi, passati dalla Libia e arrivati in Italia attraversando il Mar Mediterraneo su un gommone. In Italia al Box Office Apnea ha incassato 327 .
CONSIGLIATO SÌ
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C'è chi ha lasciato la propria città dopo aver subito un assalto brutale in casa da parte di violenti e crudeli oppositori politici, chi per la povertà, chi per via del proprio stato di schiavitù o dei soprusi dovuti a una condizione fisica considerata inaccettabile e spaventosa. Le storie di Danielle, Fonfana, Moustapha, Joy, Bakary, Malick, Amadou e di altri sette migranti costretti a lasciare l'Africa per intraprendere un viaggio terribile verso l'Europa si uniscono in un racconto corale che ricostruisce le fasi di un cammino carico di terrore e indicibili sofferenze. Il deserto, gli orrori della Libia e la disperata traversata in mare visti dagli occhi di quattordici persone di età e provenienza diversa, ma accomunate da una dolorosa esperienza condivisa.
Sfondo nero, camera fissa, primo piano e animazione: sono questi gli ingredienti di un documentario che colpisce diritto al cuore mettendo al centro le testimonianze di quattordici sopravvissuti alla violenza, al deserto e al mare.
Impossibile rimanere indifferenti alle storie dei quattordici sopravvissuti che nell'intenso documentario diretto da Stefano Poggioni, Claudia Cataldi ed Elena Poggioni mettono a nudo le proprie esperienze ed emozioni. Diviso in quattro capitoli, Apnea attraversa le fasi di quel terribile viaggio che Matteo Garrone aveva messo in scena senza filtri o retorica nello splendido Io capitano. Se nel film del regista romano la parabola mostrata era la ricostruzione di quella vera di due superstiti che avevano vissuto in prima persona le vicende mostrate, qui la parola viene data direttamente ai protagonisti di quelle storie. Danielle, Fofana, Moustapha, Joy, Bakary, Malick, Amadou, Eitel, Therese, Ibrahim, Micheal, Nfansu e Abdoulaye ci rendono partecipi di un'esperienza inumana e terrificante, capace di cambiare nel profondo chiunque la viva, in modi dolorosi e inaspettati. Dopo il racconto dei difficili contesti sociali che hanno spinto ciascuno a lasciare le proprie città e le proprie famiglie, è il turno della terribile traversata del deserto, a bordo di un Pick-up che trasporta oltre trenta persone insieme. Due settimane attaccati a un'asse su cui è appesa un'intera vita, senza cibo e senza acqua, in balia di un autista che durante la notte preda le donne che riesce a scorgere tra i passeggeri. Nonostante il pericolo, la morte, la sete e la paura è necessario tenere duro: la speranza è quella di raggiungere la Libia, un luogo che si dice possa offrire opportunità di lavoro e di una vita migliore.
Ma quando finalmente si giunge a destinazione, quello che si trova è un inferno in Terra, fatto di indicibili violenze, estorsioni, detenzione e terribili torture. Allora, quel che resta è tentare di scappare in mare per raggiungere il porto più vicino: e così si sale in 130 su un gommone, per attraversare il Mediterraneo stremati, ammalati e con nessuna speranza più nel cuore. Le musiche di Giovanni Magaglio accompagnano le testimonianze grazie a una colonna sonora ricreata interamente con la voce umana: un alternarsi di respiri intensi e affannati che acuisce con delicatezza il senso di tensione che permea la narrazione. I quattro capitoli che scandiscono il procedere del documentario - "Alta marea", "La deriva", "La tempesta" e "Abissi" - vengono invece introdotti dalle animazioni in bianco e nero di Pietro Elisei, poetiche e minimali. Il risultato è un documentario dal ritmo serrato tragico e coinvolgente, silenzioso e privo di retorica: la camera fissa inquadra i volti dei protagonisti, lo sfondo è nero. La scena è loro e noi non possiamo fare altro che ascoltare.
C’è chi ha lasciato la propria città dopo aver subito un assalto brutale in casa da parte di violenti e crudeli oppositori politici, chi per la povertà, chi per via del proprio stato di schiavitù o dei soprusi dovuti a una condizione fisica considerata inaccettabile e spaventosa. Le storie di Danielle, Fonfana, Moustapha, Joy, Bakary, Malick, Amadou e di altri sette migranti costretti a lasciare l’Africa per intraprendere un viaggio terribile verso l’Europa si uniscono in un racconto corale che ricostruisce le fasi di un cammino carico di terrore e indicibili sofferenze.
Un documentario che colpisce diritto al cuore mettendo al centro le testimonianze di quattordici sopravvissuti alla violenza, al deserto e al mare. Il ritmo è serrato tragico e coinvolgente, silenzioso e privo di retorica: la camera fissa inquadra i volti dei protagonisti, lo sfondo è nero. La scena è loro e noi non possiamo fare altro che ascoltare.