Ubriaco d'amore |
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Un film di Paul Thomas Anderson.
Con Adam Sandler, Emily Watson, Philip Seymour Hoffman, Luis Guzmán, Mary Lynn Rajskub
Titolo originale Punch-Drunk Love.
Commedia,
durata 90 min.
- USA 2002.
MYMONETRO
Ubriaco d'amore
valutazione media:
3,19
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Roberto Nepoti
La Repubblica
Fratello unico di sette sorelle castratrici che fanno a gara nel provocargli crisi isteriche, Barry Egan vivacchia alla giornata senza riuscire a rendersi indipendente né a trovarsi un amore. Frattanto, il giovanotto si abbandona a pratiche di erotismo e di finanza non precisamente destinate al successo. Per rimediare al deserto della sua vita sessuale, comunica il numero della carta di credito a una linea di telefono erotico trovata nella rubrica dei piccoli annunci: da allora, un mascalzone prende a ricattarlo. Quanto alle operazioni di alta finanza, Egan si è accorto che una marca alimentare ha commesso un errore di calcolo nel proporre ai clienti chilometri in aereo contro prove d'acquisto: comprando solo dodicimilacentocinquanta pacchetti di pudding, per la cifra di tremila dollari, avrà diritto a due milioni di chilometri. Un giorno, preannunciato da un harmonium che sembra piovuto dal cielo, arriva l'amore nelle sembianze di Emily Watson; graziosa e carismatica, anche se il suo personaggio resta poco "lavorato". Per vivere felice e contento con lei, Barry dovrà riuscire a liberarsi del ricattatore. Diretta del regista del monumentale Magnolia, questa commedia romantica è la cosa più originale vista sullo schermo da alcune stagioni a questa parte. Già dalla prima, folgorante, scena si capiscono due cose: che Paul Thomas Anderson è in gran forma e che Adam Sandler, da noi noto solo come protagonista di fesserie comiche da dimenticare, diretto dal regista giusto può essere un grande attore. Qui, il suo personaggio di giovanotto non cresciuto, edipico e regressivo ricorda, in qualche momento, il grande Jerry Lewis. A partire dallo stile cromatico, che rifà il glorioso Technicolor, Anderson rende vistosamente omaggio al cinema americano degli anni 40, di cui riproduce anche le atmosfere e l'articolazione dei tempi comici. Però il suo film va ben oltre il tributo nostalgico: bagna in quell'atmosfera metafisica che è il marchio di fabbrica del talentoso regista, alterna iperrealismo e surrealismo (vedi, all'inizio, l'apparizione quasi magica della pianola, un po' come la pioggia di rane alla fine di Magnolia), è buffo e spiazzante, incongruo e pieno di sorprese; coniuga genialmente il ritmo del montaggio con quello di una partitura musicale - in prevalenza percussioni - fatta di pezzi brevi. Un film dannatamente pieno di stile, insomma; e insieme divertente, il che non guasta affatto.
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