Guido Aristarco
Più che strano è abbastanza significativo vedere come i moralisti americani che fanno capo al cardinale Spellmann (e qui da noi a monsignor Galletto), cioè gli pseudo moralisti, non abbiano saputo o voluto individuare e denunciare la vera natura ripugnante di Baby Doll, nella quale è del resto da rinvenire la chiave dei personaggi del film, l'eccezionaiità dei loro caratteri e delle loro azioni (anche critici lontani dagli Spellmann o dai Galletto non hanno individuato questa chiave). È proprio vero che questo dodicesimo film di Elia Kazan è "rivoltante" e "deplorevole", "moralmente disgustoso", in quanto «insiste quasi senza varianti né tregua sulla suggestione carnale»? O non è piuttosto sgradevole per altri motivi, per particolari e scene che non sono quelle in cui vediamo prima Angelo spiare da un foro la moglie bambina dormiente su una culla di ferro, e poi Silva Vacarro - l'uomo al quale Angelo ha incendiato gli sgranatoi -insidiare con gioco continuo e scoperto Bambola, risvegliare in lei i sensi fino a farla maturare tutto a un tratto? (E si vedano in particolare la stupenda sequenza dell'altalena, quella in cui i due si rincorrono e si nascondono, e la scena della donna che corica sulla propria culla lo "straniero", e lo accarezza e lo copre). [...]
di Guido Aristarco, articolo completo (12433 caratteri spazi inclusi) su 1 aprile 1957