Georges Sadoul
Un giovane organizzatore (S. Svasenko) segretario d'un "colcoz" è ucciso dal figlio di un "kulak" (P. Massocha) pianto dalla fidanzata (E. Maksimova). Sequenze principali: il vecchio avo (S. Skurat) che muore sorridendo su un mucchio di mele; la famiglia desolata, ma i "kulak" disperati perché si tiene una riunione per fondare un "colcoz", l'arrivo d'un trattore nella pianura, che i conduttori fanno andare avanti orinando nel serbatoio quando l'acqua viene a mancare; la mietitura e le belle contadine; l'idillio d'una contadina e del giovane colcosiano nella notte; quando questi s'allontana danzando viene ucciso a tradimento dal figlio del "kulak"; intorno al cadavere, la famiglia che scaccia il pope; la sepoltura alla cui testa i giovani cantano su un ritmo gioioso, il volto del morto accarezzato dai rami carichi di frutti, il pope infuriato nella sua chiesa, la fidanzata nuda che si torce di dolore nella sua isba, una donna colta dai dolori del parto al passaggio della sepoltura e che si mette a partorire (quattro temi alternati in un montaggio parallelo); il discorso sulla tomba e il figlio del "kulak" che si denuncia, urla, impazzisce, mangia la terra, senza che nessuno lo ascolti; la pioggia che cade a scroscio sulle mele e sulle angurie che brillano al sole. [...]
di Georges Sadoul, articolo completo (4207 caratteri spazi inclusi) su 1968