Alessandra Levantesi
La Stampa
Sulla carta il primo titolo tricolore in concorso al 46° Festival di Locarno, Veleno di Bruno Bigoni, sembrava avere buone possibilità rientrando in quella «drammaturgia della famiglia» in cui ogni spettatore può riconoscere problemi e incidenti sperimentati sulla propria pelle. Basti dire che si tratta, ancora una volta dopo Caino e Caino di Alessandro Benvenuti, di un contenzioso patologico fra due fratelli, Tonio e Bruno Strano. Ciò che è successo in Jugoslavia in seguito alla morte di Tito (Veleno autorizza, e magari sollecita, una lettura metaforica) si ripete in casa Strano dopo l’accompagnamento della salma paterna al Monumentale. [...]
di Alessandra Levantesi, articolo completo (2184 caratteri spazi inclusi) su La Stampa 9 agosto 1993
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