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Questo"Christmas in Angel Falls"(2017, Bradley Walsh), se è un tipico esempio di"Christmas Movie"tipico, se d'altronde adempie anche alle funzioni di TV-movie(tecnicamente le dissolvenze in nero così accentuate lo rivelano), bisogna dire che lo fa in maniera esemplare: piacevole la presentazione, con i due angeli(tra l'altro che protagonista sia un'"angela", un angelo donna mette in rilievo una soluzione "altra"e nuova(relativamenter)alla vexata quaestio medievale"de sexu angelorum", ma poi l'"angela" in questione, che alla fine usa realmente il libero arbritrio scegliendo di abdicare al suo ruolo angelico, divenendo pienamente donna, dper l'amore incontrato in terra, appunto nella località(tipica"fittizia"cittadina USA, dove bisogna far risorgere-rinascere lo spirito natalizio)di Angel Falls, nome quanto mai emblematico, unisce in qualche modo le due funzioni, angelica e terrena. Da rilevare ancora, oltre all'accuratezza scenografica, alla collocazione decisamente azzeccata, la piacevolezza anche estetica, ma soprattutto a livello di simpatia e di empatia della protagonista Rachel Boston, capace di rendere in pieno il ruolo assegnatole, come la bravura di Paul Greene, Beau Bridges etc., comprimari che non sono per nulla da meno... Rendendo le deviazioni estreme del turbocapitalismo e dell'iperlavorismo, caratteristiche ormai non solo degli States, il film ha il merito di mettere anche il dito nella piaga dolente del "time ist money"e di tutto quanto si è sviluppato dall'epoca taylorista(ormai lontana)in poi...
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