L'attesa |
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Un film di Piero Messina.
Con Juliette Binoche, Lou de Laâge, Giorgio Colangeli, Domenico Diele, Antonio Folletto.
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Drammatico,
Ratings: Kids+13,
durata 100 min.
- Italia, Francia 2015.
- Medusa
uscita giovedì 17 settembre 2015.
MYMONETRO
L'attesa ![]() ![]() ![]() ![]() ![]() |
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Una burrasca di emozioni. Straordinaria Binoche
di buio in salaFeedback: 605 | altri commenti e recensioni di buio in sala |
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domenica 27 settembre 2015 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
A volte, nella vita di ciascuno di noi, può capitare di dover fare un passo doloroso. E di non riuscire a farlo perché il dolore è troppo forte, perché qualsiasi suono o rumore è troppo forte, perché non c’è parola o gesto che riesca a lenire la sofferenza. Può accadere per un lutto, ad esempio. Ma quando il lutto è il più duro da sopportare, un genitore che sopravvive a un figlio, il barcollare alla ricerca di un appiglio che possa trattenerci in una qualche forma di equilibrio è l’evento più naturale, e scusabile, che possa accadere. “L’attesa” è questo: il barcollare di una madre. Il regista, il giovane Piero Messina, riesce a rendere con esatto rispetto il mare in burrasca che si agita dietro il silenzio di un volto pietrificato del dolore. Con un’ampiezza di orizzonte che porta l'immagine molto al di là dei confini dell’inquadratura. Con una continua e mai fastidiosa ricerca e cura del dettaglio. Certo, tutto diventa più semplice se si ha a disposizione una Juliette Binoche di straordinaria bravura (perché a Venezia nessun premio?), cui basta un cenno di sopracciglio, una piega di labbra o un silenzio prolungato per rendere con assoluta esattezza quel tormento di madre che attende, disperata, il momento in cui dovrà rassegnarsi a non poter attendere più. Ma “L’attesa” è anche il confronto garbato tra il mondo degli adulti, spesso indurito dalle disillusioni (eccellente il ruolo disegnato da Giorgio Colangeli), e l’appassionato candore della gioventù, grazie a un’assai espressiva Lou de Laâge. Qualche pecca nel finale, dove Messina offre inutile spazio ad allegorie già viste: qui il film inciampa, ma senza farsi troppo male. E dispiace vedere poca Sicilia dopo così suggestive promesse iniziali. Straordinaria la fotografia. Colonna sonora all’altezza del film. Per Piero Messina un esordio nel lungometraggio che fa davvero ben sperare.
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