L'effetto acquatico - Un colpo di fulmine a prima svista

L’effetto acquatico è la storia di due disadattati. Lui, Samir, gruista che dall’alto del suo lavoro un giorno scende sulla terra e incrocia una piccola donna dai modi bruschi che risponde in malo modo a un suo collega che stava tentando di abbordarla. Basta questo per far scattare in lui la scintilla dell’amore. Perciò la segue, scopre che è istruttrice di nuoto, s’iscrive ai suoi corsi fingendo di non saper nuotare pur di starle accanto. Lei, Agathe, è un piccolo concentrato di nervosismi, di paure, di paranoie generate chissà dove, chissà perché. Lui alto, falsamente goffo, mite, sguardo un po’ tardo come a rincorrere chissà quale pensiero astruso, come di chi dovesse sforzarsi all’inverosimile per comprendere l’Abc. Lei minuta, scattante, severa, sfuggente. Lo stratagemma del falso principiante inizialmente funziona, lei d’un tratto, senza un vero motivo, cede al corteggiamento. Salvo poi scoprire che Samir in realtà è un provetto nuotatore, e quindi fuggire in Islanda. Con lui a rincorrerla.
C’è poco da salvare in questa pellicola, ultimo lavoro della regista islandese Sólveig Anspach, scomparsa mentre stava terminando le riprese del film. Una bella ripresa sott’acqua all’inizio, la prima lezione di nuoto, quando il goffo Samir si affida alle mani di Agathe, e lei deve arrampicarsi fin sulle punte dei piedi per riuscire a mantenere l’equilibrio. E le scene d’Islanda, dove (finalmente) è la natura a parlare e non c’è bisogno di alcuna didascalia. L’effetto acquatico è una commediola romantica dai toni adolescenziali, recitata da adulti che giocano a fare gli adolescenti, senza un minimo di spessore, di profondità di pensiero, senza un guizzo di fantasia. Una storia improbabile, intrisa di dialoghi banali e puerili. Dove l’acqua, inizialmente centrale nel racconto, quasi fosse lei la principale protagonista, perde progressivamente ruolo e importanza. Ed è un peccato. Nessuna profondità, nessuna risalita, nessuna apnea. Solo una carezza a pelo d’acqua che lascia in bocca uno sgradevole sapore di cloro.