Minority Report |
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Un film di Steven Spielberg.
Con Tom Cruise, Samantha Morton, Max von Sydow, Colin Farrell, Peter Stormare.
continua»
Fantascienza,
durata 145 min.
- USA 2002.
- 20th Century Fox Italia
uscita venerdì 27 settembre 2002.
MYMONETRO
Minority Report
valutazione media:
3,42
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Gli occhi, la visione, l'ingannodi TizianaStanzaniFeedback: 1819 | altri commenti e recensioni di TizianaStanzani |
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martedì 11 gennaio 2011 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Ancora una volta un romanzo antico (1956) dal Maestro della fantascienza P. K. Dick, tanto ossessionato dagli occhi quanto dall’inganno che possono trarre. E ancora un omaggio a Kubrick da parte di Spielberg, nell’istante in cui gli occhi di Cruise vengono spalancati dallo strumento divaricatore. “Minority Report” è un film sul cinema, cioè sugli occhi: sugli occhi del Governo che puntano tutti, nel presente, nel passato e ora anche nel futuro, invadendo la nostra privacy, i nostri pensieri più intimi, e interrompono lo scorrere degli eventi karmici al punto che gli occhi divengono ciechi, e servono al solo riconoscimento di un corpo che arriva sempre in ritardo, perché il cinema non basta più, occorrono altri occhi, altri dispostivi percettivi con cui leggere la realtà. Dick, maestro del paradosso per eccellenza, è perfettamente compreso dal Regista, che si riscatta finalmente dall’ultima e noiosa sua creazione (A.I.) con un trionfo del vedere, che diventa soffrire lucidamente, fotogramma dopo fotogramma, non riuscendo più a vedere ciò che accade o accadrà. Sembra quasi che lo scorrere della narrazione venga negata a scatti, quasi sovrapposta alla realtà che diviene sempre più incerta e negata anch’essa, ancor prima dei titoli di testa. Le visioni che appaiono come sogni sugli schermi della Precrimine, sembrano immagini tratte dal passato, non dal futuro. Spielberg firma così la morte dell’occhio (ma non quella del Cinema) e con essa la morte del tempo, ben sapendo che il futuro altro non è che la memoria del passato. Ritroviamo un Cruise sempre in forma smagliante, sebbene ancora prigioniero di missioni impossibili. Agli appassionati del genere giallo non saranno sfuggiti i nomi dei tre ragazzi precognitivi: Agatha come Christie, Dashiell come Hammett e Arthur come Conan Doyle.
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