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hollygoli
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sabato 28 novembre 2009
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concordo
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Concordo in pieno. La sontuosità dell'allestimento, lo smalto dei colori, della fotografia, della musica e gli sforzi eroici dell'attore protagonista non bastano ad assicurare la riuscita di un film che resta fiacco, gradevole esclusivamente sul piano estetico, quasi fosse una sequenza di bei quadri di una galleria d'arte. Tra l'altro la sceneggiatura attua volontariamente un clamoroso errore di spostamento del focus narrativo, perché, come in tutte le opere di Wilde, in "Dorian Gray" il vero "punto di vista" non è quello di Dorian Gray, ma del personaggio-schermo di Wilde stesso, qui sir Henry. Trasporre Dorian Gray- come è successo per molti altri classici, da Austen a Shakespeare allo stesso Wilde - in un'opera cinematografica si può e si deve fare, ma occorrono un regista e un produttore sufficientemente cinici, sottili e visionari, di ben altra tempra del duo Parker e Thompson, godibili maestri di puro intrattenimento in giochini come "Un marito ideale" o "St.
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Concordo in pieno. La sontuosità dell'allestimento, lo smalto dei colori, della fotografia, della musica e gli sforzi eroici dell'attore protagonista non bastano ad assicurare la riuscita di un film che resta fiacco, gradevole esclusivamente sul piano estetico, quasi fosse una sequenza di bei quadri di una galleria d'arte. Tra l'altro la sceneggiatura attua volontariamente un clamoroso errore di spostamento del focus narrativo, perché, come in tutte le opere di Wilde, in "Dorian Gray" il vero "punto di vista" non è quello di Dorian Gray, ma del personaggio-schermo di Wilde stesso, qui sir Henry. Trasporre Dorian Gray- come è successo per molti altri classici, da Austen a Shakespeare allo stesso Wilde - in un'opera cinematografica si può e si deve fare, ma occorrono un regista e un produttore sufficientemente cinici, sottili e visionari, di ben altra tempra del duo Parker e Thompson, godibili maestri di puro intrattenimento in giochini come "Un marito ideale" o "St. Trinian's".
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mary22
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sabato 28 novembre 2009
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pardon hollygoli
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"St.Trinian's" è decisamente demenziale.Altra cosa sono "Un marito ideale" o "L'importanza di chiamarsi Ernesto", nei quali è reso a meraviglia l'eloquio frizzante di Wilde. Testi passati di moda sicuramente..se li vuoi definire giochini...
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alesya
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sabato 28 novembre 2009
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riposate di più la notte
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ragazzi dai capisco che può non esservi piaciuto ma il film è tutt'altro che noioso e nel bene e nel male ti tiene inchiodato alla portrona fino alla fine!!!!se ti sei addormentato mi sa che eri stanco di tuo non dare la colpa alla pellicola!!!e poi scusate ma li avete visti un marito ideale e l'importanza di chiamarsi ernesto???guardate che sono fatti molto bene e sono davvero deliziosi definirli giochini mi sembra davvero superficiale a meno che non giudichiate le commedie di wilde banali e scialbe in sè stesse cosa che non sarebbe nemmeno da commentare....
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hollygoli
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lunedì 30 novembre 2009
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giochini... con rupert everett
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Ma a me i giochini di Parker-Thompson piacciono molto, ed è uno dei motivi per cui sono andata a vedere Dorian Gray. Gli attori inglesi sono i migliori del mondo, e in questo sta il punto di forza dei film del duo: grazie al connubio recitazione superba - allestimento elegantissimo nascono ciambelle col buco come Un marito ideale (un vero incanto), L'importanza di chiamarsi Ernesto, ma anche St. Trinian's, che pure se mary22 definisce "demenziale" c'ha i duetti amorosi di Firth e Rupert Everett - in evidente goduria nel fare la zitellona inglese - che da soli giustificano la visione... Film piacevolissimi, ma non precisamente impegnati: forse definirli "giochini" è riduttivo, ma di certo non è un appellativo dato con connotazioni negative, tutt'altro.
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Ma a me i giochini di Parker-Thompson piacciono molto, ed è uno dei motivi per cui sono andata a vedere Dorian Gray. Gli attori inglesi sono i migliori del mondo, e in questo sta il punto di forza dei film del duo: grazie al connubio recitazione superba - allestimento elegantissimo nascono ciambelle col buco come Un marito ideale (un vero incanto), L'importanza di chiamarsi Ernesto, ma anche St. Trinian's, che pure se mary22 definisce "demenziale" c'ha i duetti amorosi di Firth e Rupert Everett - in evidente goduria nel fare la zitellona inglese - che da soli giustificano la visione... Film piacevolissimi, ma non precisamente impegnati: forse definirli "giochini" è riduttivo, ma di certo non è un appellativo dato con connotazioni negative, tutt'altro.Ecco, forse Dorian Gray mi dice poco perché Rupert Everett non è presente nel cast...
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marezia
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mercoledì 2 dicembre 2009
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hollygoli,
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Rupert Everett con tutti gli interventi di chirurgia plastica a cui si è sottoposto è ormai irriconoscibile (se non per lo sguardo) ed ha perso il fascino che aveva, l'eleganza che aveva, la carica sexy che aveva. Oltretutto non ha una voce molto bella per cui direi che è meglio ricordarsi "Il matrimonio del mio migliore amico" come la sua ultima memorabile interpretazione. Ei fu ormai...
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hollygoli
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mercoledì 2 dicembre 2009
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dissento un pò su rupert
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Cara Marezia, in parte hai ragione: Rupert Everett, e non solo per gli interventi di chirurgia plastica, ma anche perché non è più un giovincello, ha perso la bellezza e il fascino... Non l'eleganza, però, né l'ironia british, dandy e gigiona che lo rende irresistibile. Dammi retta, in St. Trinian's è uno spasso.
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