Videocracy - Basta apparire |
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Un film di Erik Gandini.
Con Silvio Berlusconi, Fabrizio Corona, Lele Mora, Franco Nero
Titolo originale Videocracy.
Documentario,
Ratings: Kids+13,
durata 85 min.
- Svezia 2009.
- Fandango
uscita venerdì 4 settembre 2009.
MYMONETRO
Videocracy - Basta apparire
valutazione media:
2,40
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Molto rumore per nulladi MeromeroFeedback: 0 | altri commenti e recensioni di Meromero |
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mercoledì 16 settembre 2009 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Molto rumore per nulla. O quasi. L’atteso docu-film del regista trapiantato in Svezia Erik Gandini, addirittura censurati i trailer sia dalla Rai che da Mediaset, non realizza appieno le aspettative di un pubblico, cui era indirizzato, che già conosceva il 95% dell’argomento e che invece si aspettava di ampliare i propri orizzonti culturali. Invece nulla di nuovo, a parte sapere che Lele Mora è dichiaratamente fascista con tanto di suoneria di Faccetta nera sul suo nuovissimo telefonino e che il presidente Silvio Berlusconi possiede un “suo” piccolo vulcano privato… Un viaggio che parte dai primi programmi a premi delle reti private, organizzati alla meno peggio in piccoli bar, dove le primissime vallette, nemmeno paragonabili alle finte bellezze di oggi, si spogliavano se il concorrente da casa rispondeva alle domande. Triste e squallido. Ma tutto è partito da lì. Un’ossessione, visibile oggi su qualunque canale televisivo italiano, di un esibizionismo sessuale come modo per mettersi in mostra e per fare audience. Senza freni. E l’Italia è dipinta come un paese che è abbagliato leci da questa scatola magica e si riflette nella voglia di apparire come i personaggi della tv, disposti a fare di tutto pur di apparire a loro volta qualche secondo nei salotti degli italiani. E nascono così i reality, stile Grande Fratello o Veline. Ed è in questa cultura dell’apparire che si staglia la figura di Silvio Berlusconi, capostipite di quella politica-spettacolo figlia del suo modo di concepire la televisione: una politica ormai che si svuota di contenuti per dare spazio solamente alla superfice delle cose, all’apparenza. Un discorso molto da approfondire ma che risulta poi come la più grande pecca del film, cioè il non essere andato troppo a fondo nella disamina che stava facendo sulla tv. Gandini ci racconta di un’ Italietta volgare e attaccata al denaro, felice quando naviga nel suo lusso ottenuto con i muscoli, e che fa di tutto per raggiungere questo lusso, usando qualsiasi mezzo, lecito e non: Fabrizio Corona si definisce un moderno Robin Hood, che ruba ai ricchi per dare a se stesso (!!!), praticamente un ladro! Sebbene sia un documentario, un ritmo decisamente troppo basso e privo di spunti di rilievo non aiuta di certo la pellicola che rimane troppo sulla superficie del problema, non analizza le conseguenze di questa inarrestabile discesa verso una totale volgarizzazione della tv italiana, che vede ormai sempre più relegati in secondo piano programmi validi e originali per dare spazio invece a programmi tette-culi.
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