L'ultimo turno

Un film di Petra Biondina Volpe. Con Leonie Benesch, Jasmin Mattei, Alireza Bayram, Andreas Beutler.
continua»
Titolo originale Heldin. Drammatico, durata 92 min. - Svizzera, Germania 2025. - Bim Distribuzione uscita mercoledì 20 agosto 2025. MYMONETRO L'ultimo turno * * * 1/2 - valutazione media: 3,50 su -1 recensioni di critica, pubblico e dizionari.
   
   
   

In corsia con Floria Valutazione 4 stelle su cinque

di Clara Stroppiana


Feedback: 2229 | altri commenti e recensioni di Clara Stroppiana
giovedì 21 agosto 2025

 Un film ansiogeno che fa star male, quasi fisicamente. Per 90 minuti trasferisce sullo spettatore tutto lo stress dell'infermiera Floria (Leonie Benesh) ed è in questo modo che la regista svizzera Petra Volpe, qui al suo terzo lungometraggio, riesce a colpire dove vuole colpire. Denunciare come, un lavoro socialmente importante, sempre più necessario per una popolazione che invecchia, sia messo a rischio da politiche sanitarie che costringono i lavoratori a svolgerlo in condizioni al limite delle umane possibilità, per poi lasciarlo appena possibile. Floria, con il suo stipendio, certo inadeguato alla professionalità e alla mole di lavoro richiesti, si è potuta permettere un paio di scarpe da lavoro nuove, solo comprandole ai saldi. Lo sottolinea alla collega mentre si cambiano per entrare in "altri panni", il camice blu da lavoro, e lasciare chiusi nell'armadietto dello spogliatoio quelli della loro "altra vita". Quel privato di cui bisogna spogliarsi perché non può essere accolto nello spazio fisico e temporale di un lavoro votato ai problemi degli altri. Così, il divorzio in corso, la sofferenza per non poter trascorrere  con il figlio il tempo che vorrebbe, la paura di perderlo, non possono che essere confinati in micro sequenze durante quell'ultimo turno sotto organico.
"Il problema non è la nostra professione. Sono le  condizioni". Così Madeline Calvelage ha intitolato il saggio sul lavoro degli infermieri partendo dalla sua esperienza personale. E da quel libro, in gran parte autobiografico, la Volpe ha tratto spunto per il film, chiedendo poi all'autrice una consulenza alla sceneggiatura affinché la narrazione risultasse verosimile e rigorosa anche sul piano medico - scientifico.
E' proprio grazie a quell'attento lavoro preparatorio di studio e di esperienza diretta dentro gli ospedali, a fianco del personale infermieristico, che il racconto non perde mai in autenticità ed ha quasi il sapore del cinéma vérité.
Quante volte Floria deve rispondere, alle richieste che le arrivano  dal suo cercapersone, "Non posso, in tutto il reparto siamo solo in due." E all'altro capo del filo non stanno meglio, se spesso è costretta a farsi letteralmente in quattro per colmare i vuoti. Senza un momento di tregua percorre su e giù i corridoi del reparto dell'ospedale cantonale dove lavora, seguita, rincorsa quasi, dalla macchina a spalla che le fa "correre dietro" anche lo spettatore.
La struttura è moderna, gli spazi brillano per pulizia nei colori freddi e "asettici" della scenografia di Beatrice Schultz. Tutto sembra pronto per assistere al meglio i pazienti della chirurgia del terzo piano. Alcuni sono malati oncologici consapevoli di essere condannati, altri in attesa di una diagnosi certa. Molti hanno bisogno di farmaci per attenuare il dolore. A tutti, nella loro condizione di fragilità, servono cure, ma anche ascolto, comprensione, aiuto psicologico, piccole attenzioni. I medici, sfiniti da ore di sala operatoria, rinviano l'incontro con i pazienti e i loro parenti al giorno dopo e forse al giorno dopo ancora, e si affrettano a lasciare l'ospedale.
Ad affrontare ordinarietà ed emergenze  rimangono Floria, una sua collega e una giovane tirocinante da istruire, oltretutto al suo primo giorno di lavoro.
Leonie Benesh, sempre in scena, si conferma interprete di grande sensibilità in grado di sostenere ruoli difficili. Come nel precedente "La sala professori" riesce ad esprimere la vita interiore del personaggio, i suoi pensieri, le emozioni, lavorando per sottrazione sulla mimica del volto, gli sguardi e le posture del  corpo. Misurata, come lo sono la sceneggiatura (della stessa Volpe) e la regia che racconta quell'ultimo turno schivando il rischio del patetico sempre in agguato in soggetti simili.
La frase finale anteposta ai titoli di coda,  espone  con dati  numerici la dimensione drammatica del problema a livello mondiale e si va a saldare alla sequenza di apertura del film: una lunga "sfilata" di camici blu vuoti. Quelli del personale che manca. Una carenza che fa dei pochi in servizio degli involontari eroi. Titolo originale del film è infatti Heldin (Eroina). Con Brecht ci verrebbe da dire "Sventurata la terra che ha bisogno di eroi".


[+] lascia un commento a clara stroppiana »
Sei d'accordo con la recensione di Clara Stroppiana?

Sì, sono d'accordo No, non sono d'accordo
0%
No
0%
Scrivi la tua recensione
Leggi i commenti del pubblico

Ultimi commenti e recensioni di Clara Stroppiana:

L'ultimo turno | Indice

Recensioni & Opinionisti Articoli & News Multimedia Shop & Showtime
Immagini
1 | 2 | 3 |
Scheda | Cast | News | Trailer | Foto | Frasi | Pubblico | Forum | Shop |
prossimamente al cinema Film al cinema Novità in dvd Film in tv
Altri prossimamente » Altri film al cinema » Altri film in dvd » Altri film in tv »
home | cinema | database | film | uscite | dvd | tv | box office | prossimamente | colonne sonore | Accedi | trailer | TROVASTREAMING |
Copyright© 2000 - 2025 MYmovies® // Mo-Net All rights reserved. P.IVA: 05056400483 - Licenza Siae n. 2792/I/2742 - credits | contatti | redazione@mymovies.it
Normativa sulla privacy | Termini e condizioni d'uso
pubblicità