The Brutalist

   
   
   

Tanto rumore per nulla

di thomas


Feedback: 2965 | altri commenti e recensioni di thomas
martedì 11 febbraio 2025

In un film della durata di oltre tre ore e mezza si ha tutto il tempo di approfondire in maniera eccezionale la psicologia dei personaggi e di costruire linee narrative estremamente articolate.
Basti pensare cosa ? riuscito a fare Sergio Leone nelle tre ore e quarantanove minuti di ?C'era una volta in America? ?.
Ebbene, l'unica somiglianza di questo film con il Capolavoro di Sergio Leone ? nella durata spropositata, visto che ?The Brutalist? ? una pellicola davvero brutta e sciupa una quantit? inimmaginabile di tempo ad affastellare stereotipi superficiali degni di una serie televisiva pomeridiana da trasmettere su reti generaliste.
Il protagonista, Laszlo Toth, ? un reduce della Shoah che riesce ad emigrare negli Stati Uniti: pur essendo stato un architetto di successo, della sua vita pregressa si sa veramente poco ed il tutto viene trattato in maniera pi? che sbrigativa; vista la durata del film si sarebbe potuto sviluppare un adeguato spazio al retroterra culturale e di vissuto del protagonista, il che avrebbe legato meglio passato presente e futuro, ma niente.
Laszlo Toth ? un tossicomane, il che avrebbe aperto linee narrative interessanti circa la sua dipendenza: ci si sarebbe aspettati almeno un dialogo di approfondimento su questa sua debolezza con una persona cara, o almeno un tentativo di liberarsi dalla dipendenza indotto oppure consapevole, ma ancora nulla.
La storia raccontata nella pellicola si dipana per decenni, ma non c'? quasi alcun riferimento alla Storia, non vi sono agganci capaci di legare, come i veri Capolavori, la storia di un uomo con la Storia dell'Umanit?, se non in due soli casi: l'espresso richiamo alla notizia della nascita dello Stato di Israele ed all'esperimento di un missile supersonico intercontinentale testato dagli USA.
La nipote del protagonista, poi, pur essendo praticamente una figlia, ? un mero personaggio di celluloide: non ha uno straccio di sviluppo narrativo se non la sola funzione di rappresentare il bisogno di andare a vivere nel neonato Stato di Israele quasi scappando (addirittura) dagli Stati Uniti.
L'amicizia di Laszlo con il nero, poi, ? soltanto un espediente per garantire l'ennesimo stereotipo che dev'esserci nel classico film scritto con gli algoritmi e che richiede situazioni edificanti per il pubblico: per gran parte della storia i due sono dei reietti della societ?, ci si aspetterebbe dei dialoghi ricchi di empatia e significato, ma nulla, ancora una volta tutto rimane in superficie.
E che dire degli sviluppi della trama insensati?
La moglie del cugino accoglie Laszlo, lo tratta come una persona di famiglia e poi lo accusa ingiustamente di averla insidiata ? Perch? avrebbe avuto questo cambiamento repentino di comportamenti nei suoi confronti? Non si sa.
Il magnate che vuole costruire un mausoleo in memoria della propria madre passa dall'ospitare Laszlo alla propria tavola con tutti i riguardi al tirargli all'improvviso un cent per svilirlo dinnanzi alla moglie appena arrivata dall'Ungheria (peraltro grazie al suo aiuto economico). Cosa lo induce ad avere tale repentino cambio di comportamento? Non si sa.
La moglie di Laszlo accusa il magnate di aver fatto del male al marito ed il magnate si d? alla macchia con decine di persone che lo cercano con le torce di notte (va beh, questa ? proprio da telefilm ?).
Per non parlare della scena nella cava di marmo di Carrara con un ?anarchico? (!) che dichiara di aver fatto la Resistenza (le parole comunista o socialista sono proprio bandite ?) e, stereotipo tra gli stereotipi, gli italiani che la sera nella cava ovviamente ballano.
Il ritmo ? peraltro lento, il montaggio scolastico e la colonna sonora non convincente.
Nonostante le sperticate lodi riteniamo ?The Brutalist? un film noioso, malriuscito, svolto a tesi, non a caso calibrato su una persona che non ? mai esistita.
Abbiamo gi? assistito impassibili ad oltraggi al Cinema come gli Oscar al miglior film assegnati a ?CODA? ed a ?Everything Everywhere All at Once?, saremo forti e non ci sgomenteremo neanche stavolta.

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uppercut mercoledì 12 febbraio 2025
d''accordo su tutto
86%
No
14%

Sono d''accordo su tutto. Però, tecnici di Mymovies risolvete per favore il problema della scrittura degli accenti...

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d'accordo?
maura mari domenica 16 febbraio 2025
un film inutile
63%
No
38%

Sono perfettamente in linea con tutti i commenti negativi di Thomas; vorrei aggiunbere che in questo film Adrian Brody sembra una marionette sbiadita.
Maura

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maura mari domenica 16 febbraio 2025
un film inutile
67%
No
33%

Sono in linea su tutto, vorrei aggiungere che Adrian Brody, in questo film, appare come una marionetta sbiadita. Maura

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d'accordo?
maura mari domenica 16 febbraio 2025
un film inutile
67%
No
33%

Sono in linea su tutto,aggiungo che Adrian Brody, in questo film, sembra una marionetta sbiadita.

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d'accordo?
michele voss sabato 22 febbraio 2025
per non parlare della lunghezza del commento ...
50%
No
50%

Per valutare un film si usa come criterio la "lunghezza" rispetto ad uno di durata simile ....
Interessante. Con questa premessa senza senso non è che ci si potesse aspettare altro da una recensione "lunga" e noiosa che di fatto non dice niente se non porsi domande inutili (perchè mai ci debba essere per forza una motivazione nell''uso dell''oppio ?) e raccontare scene del film che per il lettore sono solo una perdita di tempo, e pretendere chiarimenti per qualsiasi aspetto della narrazione come se si fosse in presenza di un bambino al quale bisogna spiegare qualsiasi cosa.

Interessante il plurale "riteniamo" ... sarà un gruppo di cinefili.

I veri contenuti del film li lascio volentieri ai critici di mestiere, come il ruolo dell''arte nella società capitalista piuttosto che il rapporto contrastato fra arstista e committente.

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no_data domenica 23 febbraio 2025
perfetta!
67%
No
33%

Sono d''accordo su tutto, parola per parola. E sono esterrefatta che moltissimi abbiano voluto vedere in questo film cose che non c''erano proprio. Ripenso alla favola "I vestiti dell''imperatore", di fronte a certi "eventi" nessuno ha il coraggio di dire che il re è nudo. Ci siamo davvero bevuti il cervello in Italia? Grazie Thomas, la tua recensione è stata una boccata di ossigeno. Forse non tutto è perduto.

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astrea domenica 6 aprile 2025
veramente brutto
0%
No
0%

Sono d''accordo. Talvolta c''è una sola parola per definire un film: brutto.

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