|
Mentre vedevo Invelle ho pensato “ questo film perbacco sarà una festa per quei critici veri e comunque per chiunque si faccia domande e cerchi risposte . . . ”. Perché ha certamente una immediatezza che nasce dalla poesia, la poesia dei sentimenti che le immagini trasmettono: oppressione, sofferenza e impotenza e d’altro canto bisogni, desideri e rivolta in un scenario in cui corpi di bambine bambini, di uomini e donne si fondono con animali, la terra e il cielo.
Ma è un film che va visto e, credo, con più piacere rivisto, perché è complesso e molto del suo valore sfugge ad un primo sguardo. E lo è per il linguaggio di Simone Massi, originale tanto da risultare inconfondibile e sottilissimo, in cui ogni elemento dello specifico filmico ( (disegni e inquadrature, movimenti di macchina e montaggio, sceneggiatura e musica) si intreccia e va oltre ciò che si vede diventa metafora, concezione del mondo.
In questo senso Simone Massi sintetizza la poesia con la ragione, diventa (anche) un intellettuale esploratore del profondo dei sentimenti che rappresenta. Un film poetico e visionario, infine, che si allarga, si fa Storia, la storia del nostro ‘900, una storia quanto mai attualissima .
[+] lascia un commento a gianni quilici »
[ - ] lascia un commento a gianni quilici »
|