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Bambini, natura, polveri rosse, autoconservazione, wind days...Sono alcune definizioni dietro cui Taranto si nasconde, anzi, si rivela.
E' "la città dei tuffi" per i bambini perché ha un mare abbastanza profondo a livello di costa e tanti sono i posti che ispirano in tal senso. Pensiamo a ponte Porta Napoli a Città Vecchia, solo per fare un esempio!
Gli animali non parlano, si sa, ma si sente forte la loro presenza all'interno del film. Cavalli, delfini, cavallucci marini, pecore, fenicotteri, api, formiche, un intero ecosistema che condivide con l'umanità il ruolo di protagonista.
Ma veniamo a noi! Questo film è senza dubbio dedicato all'infanzia, a coloro che per eccellenza saranno chiamati a sostituire le vecchie generazioni. Sono proprio loro a dare una sfumatura diversa in tutto e per tutto ad una città che da sempre ha avuto una forte identità militare. Quante navi da guerra passano ogni giorno per Taranto!
Eppure Taranto non è solo questo se la si vede con gli occhi di un bambino, con uno sguardo innocente che, prima di tutto, spunta fuori a poco a poco da un murales gigante che copre l'intera facciata di un palazzo. E' un murales dedicato a un bambino di 15 anni morto per malattia. Già questo fa pensare.
Qui non c'è spazio per gli adulti, che si limitano, tutt'al più, a fare interviste o a mettersi al servizio dei bambini (tagliare i capelli, guidare un'ape, ecc.). Nessun volto maturo, appaiono solo parti del corpo e qualche voce. Questo sta ad indicare che i bambini hanno preso in mano le redini della città, sono loro a guidarla, a viverla, a percorrerla, a farcela conoscere. A noi che siamo solo turisti di passaggio.
Persino in Chiesa non c'è più spazio per i santi. Solo le voci e le risate spensierate dei bambini echeggiano nell'aria. Una bambina che prega da sola, un gruppo di ragazzi che si siede sopra una panca a parlare, ma di sacerdoti neppure una traccia!
E' certamente un'invasione, ma è un'invasione di amore, di gioia, di felicità, nonostante tutto...
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