Alla Festa del. Cinema di Roma il red carpet più bello è stato quello del film di Zanasi. Così come gli abbracci in sala alla fine della proiezione.
La simpatia e la complicità fra gli attori era palese e il risultato è stata una grande prova corale. Da un bel pezzo non si vedeva un film con questi livelli di lettura: si ride, ci si preoccupa, si riflette, si spera.
Gianni Zanasi ha raccontato (con dialoghi serrati e sempre efficaci) le tensioni della nostra società, la frustrazione, la rabbia, tutto ciò che non funziona e tutto ciò che ci soffoca. Una società pronta a esplodere incalzata dalla solitudine, dal malaffare, dalla prevaricazione. Una guerra che scoppia nel cuore dell'Europa per una lite fra ragazzi italiani e spagnoli, sembra liberare tutte queste tensioni, aggrega e divide, scopre fragilità estreme, diventa la speranza di riscatto per i perdenti, una chance per i diperati.
Edoardo Leo - Tom, il più puro e il più ingenuo, è al centro degli avvenimenti: Giuseppe Battiston con i rabbiosi monologhi che scavano dentro di noi sbattendoci in faccia la crudezza del nostro mondo, Miriam Leone che per ridare senso alla propria vita deve fermare la guerra "uccidendo" il padre, una cerchia di amici che diventano una famiglia pronta a tutto, con una colonna sonora fantastica, una Roma da "grande bellezza" (alcune location tolgono il fiato) e un susseguirsi di eventi, scanditi dai TG che purtroppo ora siamo abituati a sentire.
Forse Zanasi cercava un film distopico ma è stato superato dagli eventi e forse Giuseppe Battiston con la sua forza e con la sua disperazione ha raccontato meglio di tanti trattati la nostra deriva e la follia della guerra.
Da vedere assolutamente.
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