Benché di Crichton ricorderemo più volentieri i fasti da scrittore, "Coma profondo" è una riuscitissima simbiosi di tre elementi: regia e sceneggiatura da una parte, opera della stesso Crichton, e soggetto lettarario dall'altra. Tratto dal libro Coma di Cook, il film ha il merito di affrontare la narrazione visiva con la sensibilità del romanziere provetto: ne risulta un prodotto cadenzato, dalla trama lineare e senza stravolgimenti di ritmo. La tensione partorita è costante: spiccano non tanto le sequenze mozzafiato, ma l'implicito, quel che si teme di scoprire.
Visionario quel poco che basta, "Coma profondo" si concede anche un lieve sconfinamento fantascientifico, sufficiente a turbare lo spettatore con la prospettiva di un genere umano scientificamente mercificato.
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Benché di Crichton ricorderemo più volentieri i fasti da scrittore, "Coma profondo" è una riuscitissima simbiosi di tre elementi: regia e sceneggiatura da una parte, opera della stesso Crichton, e soggetto lettarario dall'altra. Tratto dal libro Coma di Cook, il film ha il merito di affrontare la narrazione visiva con la sensibilità del romanziere provetto: ne risulta un prodotto cadenzato, dalla trama lineare e senza stravolgimenti di ritmo. La tensione partorita è costante: spiccano non tanto le sequenze mozzafiato, ma l'implicito, quel che si teme di scoprire.
Visionario quel poco che basta, "Coma profondo" si concede anche un lieve sconfinamento fantascientifico, sufficiente a turbare lo spettatore con la prospettiva di un genere umano scientificamente mercificato. Non come soggetto intero ma come insieme di parti, i suoi organi interni. Visceralmente (in senso letterale) inquietante l'Istituto Jefferson.
Pregevoli le interpretazioni, con Micheal Douglas e la Bujold che si alternano il ruolo di protagonisti. Prima apparizione per Ed Harris.
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