il cinefilo
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giovedì 13 gennaio 2011
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il grande gioco dell'amore tra umorismo e tragedia
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Jean Renoir ha sfruttato a modo suo(e con grande abilità)il concetto stesso di"amore"funzionalmente come una grande metafora quasi comica per deridere le miserie dell'alta aristocrazia francese e il suo stile"lucido"e avvincente ricorda,ma solo in parte,le commedie brillanti di Ernst Lubitsch se si esclude un certo velato pessimismo di fondo.
La catena dei tradimenti amorosi finiscono per sfociare nella tragedia quando uno dei protagonisti viene ucciso ma,nonostante questo,il regista persegue(sebbene velatamente)negli ultimi minuti,a mantenere un certo inquietante(ma interessantissimo)sottofondo umoristico teso anch'esso a smascherare l'ipocrisia dell'alta società.
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Jean Renoir ha sfruttato a modo suo(e con grande abilità)il concetto stesso di"amore"funzionalmente come una grande metafora quasi comica per deridere le miserie dell'alta aristocrazia francese e il suo stile"lucido"e avvincente ricorda,ma solo in parte,le commedie brillanti di Ernst Lubitsch se si esclude un certo velato pessimismo di fondo.
La catena dei tradimenti amorosi finiscono per sfociare nella tragedia quando uno dei protagonisti viene ucciso ma,nonostante questo,il regista persegue(sebbene velatamente)negli ultimi minuti,a mantenere un certo inquietante(ma interessantissimo)sottofondo umoristico teso anch'esso a smascherare l'ipocrisia dell'alta società...film affascinante,ben recitato e quindi pienamente meritevole di essere visto più volte.
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bartleby corinzio
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mercoledì 14 novembre 2012
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un film controverso
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Non andò bene, andò malissimo (la prima avvenne l'8 settembre del 1939, sette giorni dopo l'invasione tedesca sulla Polonia); ad un certo punto venne anche ritirato dalla circolazione. Con lo scoppio della guerra non si sentiva davvero il bisogno di film "disfattisti". Qualche anno dopo il film venne rivalutato e ad oggi è unanimemente considerato un vero e proprio capolavoro (ossia film esempio di vero cinema, come direbbe Bazin, ossia film che creano un linguaggio). Il film si svolge nella tenuta del marchese de la Chesnaye, dove le esistenze accomodanti di nobildonne e nobiluomini incrociano quelle di domestici, di eroi dell'aviazione, artisti falliti, factotum, conigli e quaglie.
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Non andò bene, andò malissimo (la prima avvenne l'8 settembre del 1939, sette giorni dopo l'invasione tedesca sulla Polonia); ad un certo punto venne anche ritirato dalla circolazione. Con lo scoppio della guerra non si sentiva davvero il bisogno di film "disfattisti". Qualche anno dopo il film venne rivalutato e ad oggi è unanimemente considerato un vero e proprio capolavoro (ossia film esempio di vero cinema, come direbbe Bazin, ossia film che creano un linguaggio). Il film si svolge nella tenuta del marchese de la Chesnaye, dove le esistenze accomodanti di nobildonne e nobiluomini incrociano quelle di domestici, di eroi dell'aviazione, artisti falliti, factotum, conigli e quaglie. Personaggi ambigui, infantili, opportunisti che bighellonano tra battute di caccia (memorabile e crudele messa in scena allegorica), feste in costume, recite e soprattutto storie d'amore clandestine. Dal punto di vista stilistico anticipa la profondità di campo di Welles e Wyler, rompe con il découpage classico adottando un uso cospicuo dei piani sequenza che ruotano attorno all'azione, sfrutta -in modo indubbiamente sorprendente per l'epoca- la quarta parete, ossia i personaggi parlano con interlocutori posti dietro la macchina da presa, sfilano davanti all'obiettivo per poi uscire fuori campo. Superbo in questo senso un compendio ad un certo punto del film dove, con un bellissimo long take e con giochi di luci, i vari inseguirsi dei protagonisti vengono mostrati: una cameriera morde per gioco il naso dell'amante, una coppia parla su un divano, un uomo insofferente appoggiato ad una parete, uno sposo tradito cerca vendetta. Una scena di una bellezza oserei dire allucinante. Film fortemente politico che, facendo sorridere, inquieta. Renoir tratteggia un quadro impietoso della classe dirigente dell'epoca e per molti è anche un film profetico. Nella versione restaurata vista in dvd c'è un extra con lo stesso Renoir che commenta. "Perché questo film si può dire controverso? Alla prima del film al cinema Colisée ho visto uno spettatore che apriva sfacciatamente un quotidiano e tirava fuori i fiammiferi per incendiarlo per appiccare il fuoco in sala. Un film che provoca una reazione così, è un film controverso."
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